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Petrolio in Basilicata: la UIL chiede confronto e strategie per un futuro sostenibile

3/11/2025



La possibile riapertura delle concessioni petrolifere in Basilicata, con il via libera del Mase a licenze ferme dal 2022, riaccende il dibattito sul futuro energetico e sociale della nostra regione. La UIL Basilicata ritiene indispensabile un confronto trasparente e partecipato sul modello di sviluppo, che valuti non solo la produzione, ma anche gli impatti ambientali, occupazionali e sociali, dopo oltre vent’anni di attività nei distretti della Val d’Agri e di Tempa Rossa. Non basta decidere “dove trivellare ancora”: occorre definire come utilizzare le risorse estrattive per costruire un futuro sostenibile e condiviso.

Di seguito il comunicato della UIL Basilicata
La notizia sulle possibili nuove concessioni petrolifere in Italia da parte del Mase, dando il via libera a licenze bloccate dal 2022, con la Basilicata tra le regioni interessate da altri dieci pozzi, riapre un capitolo decisivo per il futuro della nostra regione.


La UIL Basilicata ritiene che prima di autorizzare nuove concessioni occorra aprire un confronto vero, trasparente e partecipato sul modello di sviluppo energetico e territoriale della regione. Ogni scelta sulle estrazioni debba essere preceduta da un monitoraggio completo, che metta sul tavolo non solo i dati produttivi, ma soprattutto le ricadute sociali, occupazionali e ambientali dopo oltre vent’anni di attività nel distretto della Val d’Agri e in quello di Tempa Rossa.
Oggi molti pozzi lucani si avviano verso la dismissione e il tema centrale non può essere solo “dove trivellare ancora”, ma come utilizzare al meglio le risorse derivanti dal petrolio per costruire il futuro.
Ci sono compiti che spettano prima di tutto al Governo che non può ritenere di averli esauriti con il via libera alle nuove trivellazioni. Dopo la tassazione degli extraprofitti di banche ed istituti di credito o contributo, come si vuole chiamare, all’ipotesi della Legge di Bilancio 2026, il Governo raccolga la proposta della Uil di seguire la stessa strada per gli extraprofitti accumulati dalle società petrolifere ed energetiche, istituendo in Basilicata un fondo specifico da indirizzare alla difesa del welfare da tempo fortemente a rischio, in particolare per le categorie più deboli, gli anziani, le famiglie monoreddito, i lavoratori precari. Si tratta di una proposta che il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri ha messo sul tavolo del Governo da oltre un anno e che assume significati particolari e specifici nella nostra regione, macrofornitrice di petrolio e gas. Parliamo di un gettito più che consistente che garantirebbe ben oltre il “mini-beneficio” del bonus gas per le famiglie lucane. Si pensi che l’utile netto dichiarato dall’Eni è di oltre 7 miliardi di euro rispetto a 1,2 miliardi (dati raffrontati al primo semestre 2021). La Total è arrivata a 5,7 miliardi di profitti e la Shell sino a 100 miliardi di dollari. Per questo, la decisione delle aziende energetiche di non pagare la tassa sugli extraprofitti prevista da una legge della Repubblica italiana è semplicemente scandalosa
In sintesi la UIL propone da tempo:
• l’istituzione di un Fondo Sovrano di Sviluppo regionale alimentato da una quota stabile delle royalty;
• la destinazione vincolata di parte delle risorse a politiche industriali e occupazionali nei settori non oil, in particolare energia rinnovabile, digitale, manifattura verde, agricoltura di qualità e turismo sostenibile;
• un piano condiviso di transizione territoriale nelle aree dove l’attività estrattiva sta diminuendo, per sostenere imprese, lavoratori e comunità.

Ci sono poi compiti propri del Governo Regionale. La UIL da tempo chiede, purtroppo inascoltata, un cambio di passo da parte del Presidente Bardi e della Giunta regionale, affinché si affronti con serietà e visione il presente e soprattutto il futuro del settore energetico lucano, dentro una strategia di transizione post-fossile vera, sostenibile e condivisa. Per questa ragione riteniamo necessario promuovere un momento di riflessione con i Comuni dei comprensori petroliferi, così come stiamo già facendo con On Way 131 negli incontri con i sindaci, e con le associazioni della società civile, finalizzato a costruire un’iniziativa comune. Occorre rimettere al centro gli impegni occupazionali e di sviluppo previsti dal Protocollo d’intesa e dall’Addendum con Total, così come gli accordi legati ai cambi di appalto nei servizi. Le proteste e le preoccupazioni di Regione, Comuni e cittadini vanno trasformate in una proposta concreta, chiara e attuabile nei tempi.
Inoltre i programmi cosiddetti No-oil richiedono una rigorosa verifica. Il caso più emblematico è diventato il Progetto CED (droni) a Stigliano che dopo tre anni, come nel gioco dell’oca, è alla casella di partenza. La Basilicata può diventare un laboratorio nazionale di transizione giusta, dove il valore del petrolio finanzi la diversificazione produttiva e non la dipendenza.
Serve però una visione unitaria tra Regione, Governo, parti sociali e comunità locali, capace di trasformare un’eredità industriale in una nuova stagione di sviluppo sostenibile e di lavoro stabile.


Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Basilicata




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