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Dimissioni consensuali, nel 2024 trend confermato |
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13/05/2025 |
|  Nel 2024 l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza-Matera ha emesso complessivamente 245 provvedimenti di convalida delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e lavoratori padri in Basilicata. E’ uno dei numerosi dati emersi dalla relazione annuale presentata oggi dalla consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, e dal direttore regionale dell’Ispettorato territoriale del Lavoro, Michele Lorusso. Nonostante si registri un leggero calo nella provincia di Potenza e un leggero incremento in provincia di Matera rispetto al 2023, nel territorio del capoluogo di regione resta più alta l’incidenza con 154 casi rispetto ai 91 della provincia di Matera. Dal rapporto emerge il consueto divario relativo al genere dei dimissionari: nettamente superiore è il numero delle convalide di dimissioni rassegnate dalle lavoratrici nelle due province, rispetto al numero dei lavoratori. Anche in Basilicata, come nel resto d’Italia, uno dei principali motivi per cui i lavoratori si dimettono è legato allo stress lavorativo, spesso dovuto a carichi di lavoro eccessivi e non sostenibili. “Un ambiente di lavoro negativo e non sereno, caratterizzato da relazioni professionali difficili o un clima aziendale pesante da sopportare, spesso costringe i lavoratori e ancor di più le lavoratrici ad interrompere il rapporto di lavoro” ha detto Pipponzi. Ed ha aggiunto: “Così si spiega l’enorme rilevanza del dato - ancora una volta - dell’assenza di parenti di supporto come motivazione preponderante delle dimissioni tra le lavoratrici di Potenza e Matera: ricordiamo 34% Potenza e addirittura il 65,52% Matera”. “Nei colloqui intercorsi tra l’ispettore/ispettrice di turno e le lavoratrici – ha aggiunto Lorusso - troppo spesso emerge l’incapacità dei datori di lavoro e dei colleghi di lavoro di comprendere le difficoltà di riuscire a conciliare l’esigenza lavorativa con quella della crescita della prole. E’ legittimo che i lavoratori ricerchino retribuzioni migliori, anche se - nello specifico scenario lucano - questa aspirazione è costretta a fare i conti con una realtà produttiva impoverita e che, pertanto, non offre tante occasioni di lavoro alternative e/o migliorative”. Dal rapporto emerge che esiste una indubbia dissonanza tra i valori e le esigenze personali e quelli delle aziende che spinge i dipendenti a cercare un lavoro più consono alle proprie esigenze ed aspettative. Dal 2021, in Basilicata come nel resto d’Italia emerge una costante ed esponenziale crescita delle interruzioni volontarie dal lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Quello delle “grandi dimissioni” è un fenomeno di portata globale. Da una recente indagine è emerso che chi ha deciso di lasciare il lavoro lo ha fatto per una serie di ragioni: in primo luogo lo stress-lavoro correlato (36%), poi il clima aziendale e le relazioni professionali (34,9%), la prospettiva di uno stipendio migliore (29,5%) e, al quarto posto, la necessità di ottenere un equilibrio vita-lavoro e la possibilità di fare smart working (26,2%). La situazione fotografata dal rapporto Cisl in ambito nazionale racconta che il fenomeno delle Grandi Dimissioni è ancora in atto e che la ricerca di un lavoro il più adatto possibile alle proprie esigenze sia un tema molto sentito dai lavoratori, in particolare quelli più giovani. Nella disamina dei dati statistici delle convalide per le province di Potenza e Matera, è emerso che le dimissioni hanno riguardato soprattutto donne, nella stragrande maggioranza dei casi di un’età compresa tra i 26 e i 35 anni, con almeno 1 figlio a carico e in prevalenza operaie. “E’ risultata, ancora una volta – ha aggiunto Pipponzi - di evidenza la distinzione di qualifica: le donne sono prevalentemente operaie, mentre gli uomini per lo più sono impiegati. Ciò vale a tratteggiare nuovamente il divario storico delle opportunità lavorative tra uomini e donne nella nostra regione”. In conclusione, la disamina delle motivazioni delle interruzioni dei rapporti di lavoro in Basilicata, da parte dei prestatori di lavoro, si pone in sostanziale continuità con le precedenti analisi elaborate negli ultimi anni, con alcune note di differenziazione relative alla maggiore incidenza delle dimissioni di lavoratrici di nazionalità italiana, rispetto al passato dove era maggiormente presente il dato delle dimissioni di lavoratrici di altra nazionalità. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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