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Franco, Gerardo, Agostino, Salvatore, Giuseppe e gli altri: il Natale di dolore delle morti sul lavoro

24/12/2024



Una tragedia dietro l’altra, lutti cittadini in serie per le morti bianche di lavoratori lucani costretti a lasciare la propria terra, martiri che hanno lasciato una scia di cordoglio, dolore e rabbia: sentimenti che seguitano a persistere forti senza che niente o nessuno, neanche le festività, riesca a portarseli via né a scalfirli. La celeberrima citazione “the show must go on” non trova applicazione sempre ed in qualsiasi contesto e lo dimostrano le comunità di Cirigliano e Sasso di Castalda (300 e 700 anime), nelle quali i ricordi di Franco Cirelli e Gerardo Pepe sono ancora vivissimi e le lacrime continuano a scendere anche nel giorno della vigilia di Natale. Le famiglie e gli stessi primi cittadini, Marco Delorenzo e Rocchino Nardo, non hanno ancora realizzato quanto successo. “È tutto sospeso - ci dice Delorenzo, sindaco di Cirigliano - non abbiamo l’animo per organizzare nulla. Solamente nel giorno della Befana faremo dei doni ai bambini, 12 della scuola materna e 5 della primaria. Ma tutto avverrà in un modo molto sobrio”. Già perché il Natale rimane sempre la festa dei più piccoli, delle anime più pure che è giusto lasciare fuori da simili drammi. Di fatti, anche a Sasso di Castalda verrà dedicato un pensiero ai più piccini. “Abbiamo interrotto tutte le attività in programma - ci spiega il sindaco Nardo - per cui, nessun concerto e niente eventi promossi dalla Pro Loco e dall’Avis. Riaccenderemo solamente le luminarie affinché almeno i bambini possano respirare l’aria natalizia”.


Cirelli e Pepe sono morti a 50 e 45 anni lo scorso 9 dicembre, in seguito all’esplosione nel deposito Eni di Calenzano (Toscana): lasciano mogli e, rispettivamente, una e due figli. La Procura di Prato sta intanto proseguendo le indagini per fare piena luce su quanto successo che ha provocato la morte di 5 persone ed il ferimento di altre 26. Tra queste, anche un altro operaio lucano, il 35enne di Villa d’Agri Luigi Murno, le cui condizioni rimangono stazionarie e che sarà costretto a trascorrere le feste ricoverato nel Centro grandi ustionati di Pisa. Il Comune di Marsicovetere ha però già pianto Agostino Vita, morto lo scorso 26 novembre mentre lavorava nel Palazzo di giustizia di Potenza. Sabato anche Sant’Arcangelo ha fatto i conti con questa terribile piaga con l’ultimo saluto a Salvatore Briamonte, che avrebbe compiuto 65 anni nel giorno di Santo Stefano e che ha perso la vita in Valtellina, mentre lavorava nel cantiere olimpico sulla tangenziale di Tirano. Anche su quest’ultimo decesso sono in corso le indagini, da parte della Procura di Sondrio, ma restano sempre vive e pregnanti le dolci parole di Stefania, “le persone perbene come te non aspettano il lavoro ma lo cercano”, che hanno descritto la grande dignità del nonno. Anche a Viggianello è ancora intenso il ricordo di Giuseppe Schettino, morto a 51 anni nel bolognese ad inizio di questo mese di dicembre.


La compagna e la figlia di soli due anni vivono in Emilia, ma il padre ed il fratello della vittima sono rimasti nella frazione viggianellese di Pedali: i chilometri di distanza sono tanti, ma il dolore che li unisce è profondo ed interminabile. A Viggianello sarà un Natale diverso anche per un’altra immane tragedia - diversa nella causa, ma uguale nel significato - che ha segnato i familiari di Laura Forte, che li ha lasciati a soli 17 anni.


Nei piccoli borghi, e in Basilicata ce ne sono tanti, il tempo scorre un po’ più lento e fa meno fatica a fermarsi: eventualità che purtroppo amplifica gli effetti di ogni dolore ma al contempo, e non se ne comprende la ragione, non modifica la natura effimera della felicità.


 


Gianfranco Aurilio




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