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Calvario dializzati, intervista ad Angrisani:‘Criticità ereditate e mai risolte’

11/02/2022



I disagi che sono costretti a subire i pazienti con patologie renali sono davvero tanti e, in questi ultimi giorni, abbiamo riportato quanto successo a Chiaromonte e Villa d’Agri. Ma se per l’ospedale San Giovanni, per fortuna, sono arrivate la rassicurazioni della sindaca Valentina Viola che ha escluso l’eventualità di rimanere senza nefrologo, non altrettanto si può dire per il presidio di Marsicovetere tanto che, l’associazione “Nuova Vetrina”, ha indirizzato una missiva al governatore lucano Vito Bardi proprio per ovviare alla mancanza dello specialista e non solo.


Pochi giorni fa, Donato Andrisani, segretario regionale Aned - Associazione nazionale emodializzati - partendo dal pericolo, ribadiamo a quanto pare scongiurato, circa l’assenza del nefrologo a Chiaromonte, aveva diramato una nota attraverso la quale ha toccato diversi temi che abbiamo provato ad approfondire.


 


Segretario, perchè i medici vanno via dalla Basalicata o non vogliono venirci?


Purtroppo, da noi, il sistema sanitario è poco appetibile per ragioni professionali ed economiche. Si sono smantellati i reparti e non si offrono prestazioni adeguate. Altrimenti non si spiega l’elevata emigrazione sanitaria dei lucani. Un esempio virtuoso è rappresentato dalla Puglia che, in pochi anni, è riuscita ad assumere molti nefrologi.


 


In Puglia guadagnano di più?


Sicuramente, in Puglia, lo stesso specialista, a parità di prestazione, gode di condizioni economiche migliori. Inoltre, c’è anche il problema dei giovani ai quali non si garantiscono adeguate opportunità di crescita. Noi abbiamo avuto il caso del Madonna delle Grazie di Matera, dove erano previsti 3 nefrologi, due dei quali hanno rifiutato l’assunzione. Presumo che, evidentemente, avessero già, o avrebbero avuto, migliori opportunità altrove.


 


Lei suggerisce di sfruttare i 22 vincitori del concorso bandito dall’Azienda Ospedaliera San Carlo, in che modo?


Otto sono i vincitori ed alcuni di questi sono in procinto di ottenere la specializzazione, per cui, grazie a loro, potremmo finalmente mettere in sicurezza tutti i centri dialisi lucani. Ma la mia è una proposta ardita, nel senso che mi auguro, e spero, che questi giovani vogliano rimanere in Basilicata ma non ne sono affatto certo. Per cui, credo che sarebbe già tanto se, di questi 22, le Asl ne riusciranno ad assumere una decina. 


 


Attraverso dei dati ha fatto riferimento alla volontà di favorire l’ingresso di privati, cosa intende?


Sono anni che Aned denuncia la carenza di personale nei centri dialisi, che è sicuramente un problema che non riguarda solo la Basilicata. Ma, considerato che parliamo di un problema ormai atavico, conosciuto ma mai risolto, allora ci viene il sospetto che si voglia intervenire per favorire i privati. Tuttavia, voglio essere chiaro e dico che Aned non ha nulla contro i privati perché anche loro fanno una buona dialisi. Ma c’è una differenza, ovvero che il sistema sanitario pubblico, oltre la mera dialisi, garantisce una serie di prestazioni che vanno dalla prevenzione delle malattie renali, alla cura delle complicanze cui vanno incontro i nefropatici e, in particolare, i dializzati. Inoltre, chi è affetto da malattie renali è, per definizione, un cardiopatico. Poi ci sono i trapianti ed i successivi controlli. Quindi, siamo di fronte ad una serie di prestazioni che il privato non può garantire poiché si occupa solo della dialisi e carica il resto sul pubblico. Ecco perché, quando bisogna investire, è inutile ricorrere a convenzioni o accreditamenti ma è necessario destinare sempre più risorse al pubblico che segue l’intero percorso che deve affrontare chi soffre di una malattia renale: che va dalla prevenzione, alla cura e arriva fino al trapianto.


 


Queste sono criticità che denunciate da anni, per cui gli errori sono stati commessi da tutta la classe politica?


Certo, parliamo di problemi che le precedenti gestioni hanno lasciato in eredità all’attuale Giunta regionale, che non ha fatto nulla per migliorare le cose ma, anzi, forse le ha aggravate.


 


Gianfranco Aurilio




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