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Total, rispondono gli esclusi dalla selezione: ‘Ingiustizia sulla nostra pelle’

25/10/2021



Gli esclusi dalla selezione indetta dalla Total per la formazione di 20 “Operatori di produzione”, hanno risposto alla lettera aperta a firma dei 14 ammessi, e lo hanno fatto rivolgendosi: al governatore Vito Bardi; all’assessore regionale alle Attività Produttive, Francesco Cupparo; Alla Procura della Repubblica di Potenza; al sindaco del Comune di Corleto Perticara, Mario Montano; al sindaco del Comune di Guardia Perticara, Pasquale Montano; al sindaco del Comune di Gorgoglione, Carmine Nigro; al sindaco del Comune di Castelmezzano, Nicola Valluzzi e alle segreterie regionali di CGIL, CISL E UIL.


 


La risposta degli esclusi


 


Illustrissimi Presidente, Assessore, Procuratore, Sindaci e Sindacati vi scriviamo queste poche righe dopo aver appreso dai media locali di una lettera aperta divulgata da 14 fortunati ammessi alla selezione indetta da Totalenergies EP Italia S.p.a. per la formazione di 20 “Operatori di produzione”. Gli autori della richiamata lettera aperta si appellano all’umanità, alla comprensione delle istituzioni e dell’opinione pubblica, affermando di sentirsi lesi e vittime di quanto accaduto nella loro dignità e nella loro professionalità.


Dimenticano che anche noialtri viviamo lo stesso stato d’animo a cui necessariamente deve aggiungersi un sentimento di rabbia determinato dall’ennesima ingiustizia che a nostro malgrado si è consumata sulla nostra pelle.


Come dovremmo sentirci noialtri dopo aver partecipato ad una selezione farsa in cui la seconda prova, di natura squisitamente tecnica, è stata somministrata ai candidati attraverso due fogli, di cui uno contenente le domande ed un altro le risposte, che non sono stati firmati e, conseguentemente, facilmente interscambiabili?


In particolare, sul foglio contenente le domande è stato chiesto a ciascun candidato di apporre in carattere stampatello le proprie generalità mentre il foglio dove il candidato ha apposto le risposte è rimasto assolutamente anonimo e quindi facilmente interscambiabile o sostituibile.


Questo è il modello di trasparenza e di rispetto della meritocrazia a cui questi cittadini agognano dall’alto del loro ampio bagaglio di esperienze di studio e professionali? Speriamo di no, considerato che cotanta cultura dovrebbe aver reso ancora più sensibili costoro verso nobili principi e la loro difesa.


E poi, perché costoro sbandierano una profonda cultura tecnica ed una importante esperienza pregressa eppure temono come il loro peggior spauracchio delle loro vite l’eventualità che le selezioni si ripetano?


Proprio in forza del richiamato Protocollo e dei principi che lo ispirano ritengono costoro, forse, che un laureato (che magari è stato a Tempa Rossa solo un mese come segretaria) in Giurisprudenza oppure al Dams possa rispondere a quei requisiti di “elevati standard scolastici e di formazione”? E gli altri esclusi, magari in possesso di maggiori competenze settoriali sia in termini di studio che di esperienza, non hanno anche loro sogni nel cassetto, famiglie a casa e non vivono anche loro la schiavitù della precarietà e della disoccupazione?


Sarebbe opportuno, poi , che si verificassero le accuse sollevate da alcuni candidati secondo cui le risposte esatte sarebbero state consegnate anticipatamente ad alcuni i quali hanno riferito di essere venuti a conoscenza che le risposte esatte erano o quelle più lunghe o quelle contenute nella lettera C. Ancor più grave risulta il tutto alla luce di una lettera anonima diffusa prima della formazione della graduatoria finale in cui sono stati riportati i nomi dei raccomandati che effettivamente sono risultati in seguito essere selezionati.


E poi perché Adecco non rende pubbliche ed accessibili le graduatorie? Questo lede profondamente i nostri diritti. Al di là delle appartenenze politiche, che a noi non interessano, noi vogliamo solo che la nostra intelligenza e la nostra dignità vengano rispettate, auspichiamo in una nuova selezione improntata davvero alla trasparenza ed alla legalità. 


Siamo anche noi esseri umani degni di rispetto!


E siamo convinti ad andare fino in fondo a questa storia anche attraverso un presidio permanente del Centro Oli “Tempa Rossa” e denunciando in Procura questo sistema insopportabile, illegale e iniquo che altro risultato non ha ottenuto se non metterci odiosamente gli uni contro gli altri.


A noi non interessano i nomi, interessano le modalità ed i metodi utilizzati da un sistema radicato e malato che lascia vittime su un ideale campo di battaglia non solo gli esclusi ma soprattutto i selezionati, vittime inconsapevoli del solito sistema.


Sperando che se non ci ascolterete voi, ci ascolti il procuratore Dr. Curcio.




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