|
Indotto Eni: prosegue lo sciopero della fame dei lavoratori |
---|
16/11/2020 |
| Continua lo sciopero della fame, iniziato questa mattina alle 6:00, davanti ai cancelli della Garramone - azienda operante all'interno del Centro Oli di Viggiano -. Uno sciopero dai "toni" forti, ma necessari, proclamato dopo mesi di estenuanti tentativi di confronto, volti a chiarire la gestione delle attività, delle commesse, che la Committente Eni, incurante dell'esistenza di un patto di sito, prima riduce, e dopo sottrae alle aziende operanti nell'Indotto, a favore di aziende "fuori" dalla logica del patto di sito. Sono stati mesi, il cui il silenzio perpetrato da tutte le parti coinvolte, ha iniziato ad insinuare fra tutti i lavoratori coinvolti nelle attività che gravitano intorno al mondo delle estrazioni, una sempre più tangibile tensione sociale, acuita dalle sempre più preoccupanti sensazioni di paura ed incertezza per il presente ed il prossimo futuro occupazionale.
Ad oggi, la condizione in cui versano i 7 lavoratori della Garramone, rappresenta lo specchio del degrado morale cui la Classe Politica, la Committente e le Aziende hanno condotto i lavoratori che operano nell'Indotto e di riflesso le loro famiglie. Siamo in un momento di assenza totale di valori, dove il proverbiale Do ut des, assume i tratti di un baratto fra diritti, ove, per rivendicare il diritto al lavoro, alla retribuzione, alla dignità dell'Uomo onesto che lavora, si rinuncia al diritto "a cibarsi"; un baratto cui si è giunti costretti da anni e mesi di indifferenza e mancanza di responsabilità dei big player coinvolti nella vicenda petrolio.
La Val D'Agri, da anni sotto lo scacco delle logiche del ricatto - logiche tramate nei palazzi tra Reucci, Padroni e Padroncini - che poi imperviano nei cantieri dell'Indotto, è ormai fin troppo consapevole, che lei così come Viggiano non diventeranno mai la Dubai del Mezzogiorno. A parità di "ricchezza" offerta da madre natura, ovvero l'oro nero, gli Emirati Arabi hanno creato dalle dune sabbiose del deserto una città dinamica ed avanguardista non solo sotto il profilo economico; la Basilicata, di contro, si adopera per fare di un territorio un tempo florido e vivo anche in termini di valori e moralità: il deserto.
|
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
 |