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La Fondazione nazionale Interesse Uomo ammessa come parte civile nel processo Rinascita Scott

25/09/2020



Con l'operazione antimafia denominata “Rinascita scott” lo scorso mese di dicembre la DDA di Catanzaro ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di centinaia di indagati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, detenzione di armi, traffico di stupefacenti, truffe, turbativa d’asta, traffico di influenze e corruzione. Esponenti di spicco del clan Mancuso e altre 'ndrine satelliti della zona del vibonese ma anche personaggi eccellenti della politica, degli ambienti giudiziari, dell'imprenditoria, tutti coinvolti in questi affari illeciti, a dimostrazione ormai del fatto che ci troviamo dinanzi ad una vera e propria holding del crimine fatta non solo da coppole e lupare, non più circoscritta ai soli confini calabresi e sempre più in intima connessione con il potere massonico.
Senza renderci conto di trovarci dinanzi ad una matassa criminale così fitta e pervasiva, negli ultimi tre anni questa Fondazione antiusura ha accompagnato alla denuncia tre persone che erano rimaste intrappolate da quell'abbraccio mortale e anche le loro dichiarazioni sono risultate essere determinanti per l'esito dell'inchiesta.
Anche per questo motivo con grande senso di orgoglio comunichiamo la nostra soddisfazione nell'essere stati ammessi come Parte civile nel relativo dibattimento che nei giorni scorsi si è aperto presso l'aula bunker di Rebibbia a Roma rappresentati dal legale della Fondazione l'Avvocato Josè Toscano del foro di Potenza.
452 imputati, 438 capi di imputazione, almeno una dozzina di clan alla sbarra, più di 600 avvocati impegnati.
“La legittimazione alla costituzione di parte civile” della Fondazione – come si legge nelle motivazioni della sentenza – si poggia sul riconoscimento “dell'offesa all'interesse che in base alle previsioni statutarie costituisce ragione istituzionale della propria esistenza”.
Insomma dopo l'ammissione come parte civile nei processi “Kyterion” presso il Tribunale di Crotone ed Aemilia presso il Tribunale di Bologna, oltre alle tante altre anche nei tribunali lucani, questa ennesima ammissione non è solo il riconoscimento del lavoro svolto al fianco delle vittime nel tentativo quotidiano di restituirle alla libertà ma anche il riconoscimento dell'interesse del bene comune della legalità e della giustizia di cui la Fondazione si vuole fare portatrice.
Oltre ad essere di estrema importanza per una Fondazione come la nostra che pure essendo nazionale non dimentica di partire da una regione che ogni giorno deve alzare la guardia contro le infiltrazioni e le presenze criminali della 'Ndrangheta anche nel nostro territorio.





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