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Mercure: Rotonda e Viggianello e Forum Gioia ricorrono alla Corte Europea e chiederanno i danni

3/07/2020



Oggi pomeriggio si è riunito il Consiglio Comunale di Rotonda che, tra i vari punti all’ordine del giorno, ha affrontato anche il tema Centrale del Mercure.
Il sindaco Rocco Bruno ha comunicato l’intenzione dei comuni di Rotonda e Viggianello, assieme al Forum Stefano Gioia, di portare la questione davanti alla Corte di Giustizia Europea affinché si apra una procedura d’infrazione contro l’Italia, e di chiedere i danni per l’attività dell’impianto a biomasse nel cuore del Parco del Pollino. Inoltre, maggioranza e opposizione, hanno convenuto sulla necessità di richiedere alle istituzioni “un nuovo studio del contesto microclimatico di riferimento”.
L’Assise si è tenuta in videoconferenza e, per discutere dell’argomento, si è avvalsa della consulenza tecnica di Ferdinando Laghi, componente del Direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, presidente dell’associazione internazionale Isde Medici per l’Ambiente e noto anche per il suo impegno anche con il Forum Gioia quale fervido oppositore della prima ora alla riapertura della centrale.


La richiesta di Rotonda Domani – “Oggi è un giorno storico – ha osservato il consigliere di opposizione di “Rotonda Domani” Carlo Di Tomaso, che ha aperto la discussione – perché erano anni che un tema così importante per la salute dei cittadini non era dibattuto durante un Consiglio Comunale. Se non ricordo male l’ultimo, congiunto con il Comune di Viggianello, si tenne nelle sede del Parco nel 2013 e fu molto partecipato. Dobbiamo capire cosa fare, ma per me l’unica soluzione possibile è la chiusura perché non può esistere un insediamento di una tale portata in un territorio a protezione speciale UE, patrimonio dell’UNESCO e che rappresenta il polmone verde più grande d’Europa. Inoltre, la centrale occupa pochissime persone e genera evidenti difficoltà alle attività di vocazione dell’area, come il turismo o l’agricoltura di qualità. Nel 2016, su 49 milioni di introiti dichiarati dall’allora proprietà della centrale, solo 10 erano gli utili il resto provenivano da incentivi pubblici che, se investiti nel nostro territorio, creerebbero infrastrutture e lavoro. Non possiamo accettare che il controllore, Arpacal guidato da Pappaterra l’uomo dalle mille funzioni, riceva i dati dal controllato. Per questo chiediamo di sollecitare che avvengano controlli incrociati di Arpa Calabria e Basilicata, affidati ad una società terza. Stiamo ancora pagando le conseguenze delle decisioni sbagliate sia della Regione con Pittella, che dall’Ente Parco con Pappaterra. Ritengo opportuno creare una Commissione Consiliare sull’Ambiente, per confrontarci con le associazioni, i cittadini ed interloquire anche con il sindaco di Viggianello in modo da dare risposte immediate”.
La prima richiesta del gruppo di minoranza “Rotonda Domani”, riguardava, appunto, la necessità di un programma di monitoraggio in cui i dati fossero forniti “da aziende certificate terze non coinvolte nel ciclo produttivo”, poi modificata in seguito al lungo intervento di Laghi.



La parola al sindaco Rocco Bruno – “La mia posizione personale, e quella della mia Amministrazione, è sempre la medesima mantenuta in tutti questi anni: ovvero di ferma contrarietà all’attività della Centrale. Purtroppo il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi che i due comuni avevano portato avanti e sostenuto fino all’ultimo grado di giudizio. Con il sindaco di Viggianello abbiamo già provato a chiedere l’intervento di Arpab, considerato che non può agire in territorio calabrese, attraverso l’impiego di una centralina mobile che purtroppo non si poteva posizionare qui in quanto era utilizzata in Val d’Agri, per le note vicissitudini legate alle estrazioni petrolifere. Lo scorso 6 maggio abbiamo chiesto ad Arpacal di fornirci i dati sulle emissioni ma, come tutti sappiamo, sono quelli forniti dal controllato. Tanto è vero che in corso la stipula di una convenzione tra Arpacal e Istituto Superiore di Sanità per il monitoraggio. Ma noi non ci siamo rassegnati, tanto è vero che a dicembre abbiamo avuto un incontro a Rotonda, c’era anche il sindaco di Viggianello e il Forum, con due legali cui daremo mandato di chiedere alla Corte di Giustizia Europea di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per non aver rispettato l’iter per l’autorizzazione per la riapertura. Inoltre, sempre insieme al Comune di Viggianello e al Forum, ci rivolgeremo anche al Tribunale Civile per chiedere i danni. Queste sono azioni concrete che vanno esattamente nella direzione che abbiamo sempre mantenuto”.



Le considerazioni di Ferdinando Laghi – “Ringrazio il Consiglio Comunale e il sindaco di Rotonda che una volta di più hanno dimostrato grande sensibilità verso l’ambiente e la salute della popolazione”, ha esordito Laghi.
“Noi ci troviamo in un territorio nel quale non c’è alcuna attività valida di monitoraggio, né conosciamo quale sia e sarà l’impatto sulla salute degli abitanti derivante dall’attività della Centrale. Mi assumo tutta la responsabilità di quello che dico nei confronti di chicchessia”.
Il medico ambientalista ha esposto ai consiglieri la questione prendendo come spunto l’ultima riunione via web dell’Osservatorio Ambientale – cui eravamo stati invitati anche noi – argomentando le ragioni, come già aveva fatto ai nostri microfoni il giorno dopo, per le quali ritiene che quei dati “siano privi di fondamento scientifico”
, approfondendo ancora la questione circa i conflitti di interesse: “Da Pappaterra, oggi direttore di Arpacal e presidente dell’Ente Parco”, ai componenti dell’organo, oggi guidato dal sindaco di Castelluccio Inferiore “che riceve le compensazioni per l’accordo Mise”, come “tutti coloro che ne fanno parte”; per arrivare al direttore scientifico, professor Marsili, “che non è un medico ma il cui lavoro è retribuito dalla società proprietaria della Centrale”.
Il riferimento è ai 100 mila euro anno che i controllati, prima Enel e oggi Mercure srl, destinano all’Osservatorio Ambientale (il controllore).
“Noi non condividiamo assolutamente – ha puntualizzato ancora Laghi – la rappresentazione della realtà giuridica del Consiglio di Stato, che ha evitato di rinviare alla Corte Europea quelle argomentazioni per le quali ogni Stato membro non ha potestà decisionale: e parlo delle valutazioni AIA-VIA, e della violazione della normativa europea. Non lo hanno fatto loro, lo faremo noi con questa unione tra istituzioni e società civile che va avanti virtuosamente ormai da tanti anni”.
Laghi, proprio in occasione dell’ultima riunione dell’Osservatorio, aveva ricordato alla funzionaria Arpacal presente “che per la centrale del Mercure la VIA non è stata fatta”.
“Ricordo bene quel Consiglio del 2013 cui faceva riferimento il consigliere Di Tomaso, perché all’uscita fui aggredito fisicamente e dovetti sporgere denuncia ai carabinieri e fui addirittura messo davanti alle foto segnaletiche. Quell’episodio servì per far conoscere le infiltrazioni criminali intorno al business delle biomasse e, nel giugno 2015, il titolare di una delle ditte rimasta fornitrice fu ucciso in un agguato che le forze dell’ordine avevano etichettato come ‘ndranghetistico. Così come, nel gennaio del 2018, si ricorderà che altri due fornitori di biomasse erano finiti nella rete dell’operazione Stige ed arrestati da Nicola Gratteri. Questo per dire che parliamo di ambiente e salute, ma anche di importanti implicazioni sociali”.
“Per tornare all’attualità, la nostra nota durante il Covid era dovuta alle evidenze scientifiche che hanno dimostrato maggiori criticità sanitarie nelle aree più inquinate. E, tra i tanti studi, lo conferma anche uno recente dell’Università di Harward”.
Laghi, che ha partecipato alla VIA in Val d’Agri, ricorda che per portarla a termine “ci volle ben oltre un anno”, e da sempre ha chiesto si facesse anche nel Mercure: “ma non ha senso farla se non si comparano le condizioni di prima e dopo l’avvio dell’attività”.
“Per quanto riguarda le capannine di monitoraggio della centrale, durante la presentazione dello scorso maggio avevo evidenziato che il contesto microclimatico di riferimento fosse quello di Latronico e non della Valle del Mercure, tra l’altro avevo anche evidenziato come mancassero di manutenzione. Inoltre, da allora, nonostante le abbia chieste a più riprese, ancora non mi sono state fornite le slide che erano state mostrate. Inoltre, visto il contesto, stiamo valutando di chiedere al presidente Brusaferro di evitare che il buon nome del Consiglio Superiore di Sanità venga coinvolto in queste risultanze pseudo-scientifiche”.
Abbiamo imparato a conoscere Silvio Brusaferro durante la prima fase della pandemia, poiché affiancava spesso il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli nelle quotidiane conferenze stampa in cui si analizzavano i dati nazionali sui contagi da Sars Cov 2.
“La nostra non può essere terra di conquista per nessuno – ha concluso Laghi – io sono di Castrovillari ma mia madre era di Castelluccio Inferiore, per cui porto dentro la cocciutaggine lucana e calabrese, e sono convintissimo scientificamente che quella centrale, prima ancora che impattare negativamente sulla biodiversità del parco, faccia male alla salute. Questo è un esempio di neocolonialismo fatto sulla nostra pelle per i loro esclusivi interessi economici”. Laghi ha ricordato anche il surpluss di energia prodotta dalla centrale pari al 178 per cento del fabbisogno regionale, per cui è una grande “operazione speculativa”.

“Se non vengono evase le richieste, mi pare ovvio che ci sia in atto dell’ostruzionismo – ha commentato il sindaco di Rotonda, dopo aver ripreso la parola per la conclusione dei lavori – e questo lascia ancora maggiori dubbi sulla circolazione delle informazioni. Nella nota con cui Arpacal ci ha comunicato i dati, non era indicato dove fossero stati acquisiti in riferimento alle centraline. Anche se, come ci ha detto il dottor Laghi, saperlo servirebbe a nulla proprio in ragione dello studio climatico alla base che non è quello esatto. Per cui, credo che, ad oggi, bisogna portare avanti le due denunce anche perché, soprattutto quella alla Corte Europea, può dare grande visibilità alla nostra battaglia che forse è mancata poiché parliamo di due piccoli comuni che si stanno opponendo a colossi. È una lotta impari, ma non per questo non deve essere portata avanti. Alla luce di queste considerazioni ritengo inutile pensare di rivolgerci per il monitoraggio ad enti terzi, se prima non chiediamo un nuovo studio sul contesto microclimatico”.
Osservazione, quest’ultima, condivisa anche dalla minoranza che ha acconsentito si intervenga innanzitutto su questo aspetto.


Gianfranco Auirilio
Lasiritide.it



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