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Storia di un natale di un giorno d'inizio estate

30/06/2020



Due ragazzi, lui 26 e lei 28 anni, nigeriani, con un recente passato in due diversi centri di accoglienza (lui al famigerato Cara di Mineo e lei a Rieti), un passaggio in cerca di lavoro in Calabria ed un presente tutto dedicato a lei: la loro bambina, tanti capelli, guance da mordere, nata appena 5 giorni fa all’ospedale di Policoro: è questa la storia di un natale speciale d’inizio estate; una storia che diventa lucana quando, una sera all’inizio della scorsa settimana, i due ragazzi scendono dal bus che da Potenza porta a Senise. Lui ricordava di aver avuto un contatto con un suo connazionale che lavorava a Senise ma durante il suo ultimo viaggio in ordine di tempo ha scoperto che il suo amico si è trasferito in Germania. Ma, intanto, sono qui. Vanno in caserma e, tra gli altri, viene avvertita la Protezione civile Gruppo Lucano. “Era già tardi- ci spiega Antonio Barone- e vedendo la situazione abbiamo deciso di ospitarli nella nostra sede, che era anche sede del coordinamento comunale nelle settimane dell’emergenza Covid. Sarebbe dovuta essere una sistemazione di una sola notte perché, vista l’ora, non era possibile fare altrimenti. Appena ho visto la ragazza mi è sembrato che non stesse bene: incinta quasi al nono mese, dopo un lungo viaggio…ho chiamato il 118 ed è stata visitata”.

Nelle ore successive vengono coinvolte istituzioni, associazioni e cittadini. Parte una gara di solidarietà da molti cittadini ed alcune associazioni nei confronti di questi due ragazzi che, intanto però, continuano a restare nei container della protezione civile. Il ragazzo cerca una casa, ha dei soldi da parte che, anche se non sono molti, gli consentirebbero di far fronte almeno a due mesi d’affitto e, nel frattempo, vorrebbe cercare un lavoro. L’ideale, se la legge lo consente, sarebbe poter inserirli nel programma di accoglienza Siproimi (gli Sprar) che a Senise è gestito dalla cooperativa MediHospes, dopo interlocuzioni con Ministero e Prefettura del Comune di Senise.

Le lunghe anche se pur legittime trame ricamate dai cavilli e dai passaggi burocratici lasciano in attesa i due ragazzi, che nel frattempo continuano ad appoggiarsi alla sede del Gruppo lucano.

Ma c’è qualcuno che, questi passaggi, non li può comprendere e che, la mattina del 25 giugno, decide di venire al mondo. L’ambulanza porta la donna a Policoro alle 5 del mattino perché sta per cominciare il travaglio e poche ore dopo nasce una bellissima bambina.

Mamma e bambina restano in ospedale alcuni giorni e poi vengono dimesse. Nel frattempo occorre occuparsi della mole di documentazione necessaria tra struttura ospedaliera e uffici municipali (a Policoro) dove, la protezione civile, trova persone che comprendono le difficoltà e per le quali, evidentemente, il proprio lavoro oltre che un dovere è anche amore.

La gara di solidarietà oltrepassa il confine di Senise e coinvolge persone e comunità che, nella più profonda richiesta di discrezione, accolgono, aiutano, aggiungono tasselli importanti a questa storia che racconta di bellezza, di amore. Di vita.

Una storia che non è finita, naturalmente, ma che continua con la ricerca di una maggiore stabilità, se possibile, da un lato nel rispetto delle leggi e dall’altro nella consapevolezza di trovarsi di fronte a una famiglia appena sbocciata, di sguardi tesi e timorosi che diventano sereni e distesi alla notizia che, sì, è andato tutto bene e la bimba è sana e forte e che la paura di trovarsi sotto un tetto di stelle in un paese lontano da casa propria è svanita in poche ore.


Perché è la vita la protagonista di questa storia. Non il colore della pelle, non la provenienza geografica, non la risoluzione lenta di un cavillo burocratico: ma la risposta celere ad una vita che reclama di nascere. E la risposta di molti, per fortuna, è stata ‘Sì’.



Mariapaola Vergallito

foto di repertorio



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