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Rotonda, il lockdown è finito ma un bar resta chiuso: ‘Con le restrizioni costi troppo alti’

22/05/2020



L’emergenza, oltre che sanitaria, è diventata anche economica per le perdite subite in seguito al lockdown dalle attività commerciali, e non, e per le limitazioni imposte per le riaperture: talmente stringenti da impedire, spesso, di rialzare le saracinesche.
La serrata è terminata anche per i bar, i cui gestori saranno tra quelli maggiormente danneggiati dal distaccamento sociale, infatti a Rotonda c’è chi è stato costretto a non riaprire.
Dal 2012 Andrea Di Giano ha deciso di investire nel borgo nel cuore del Parco del Pollino, aprendo il bar “Nerulum”: attività che non si trova in una zona centrale, ma lungo una strada di passaggio come via Roma.
“Viviamo un momento particolare – ci dice – in cui è giusto che, innanzitutto, si pensi a contenere i contagi. Prima di decidere cosa fare ho letto attentamente cosa prevedesse la normativa per chi gestisce un’attività come la mia e mi sono reso conto che, ora come ora, riaprire non mi converrebbe”.
Una scelta chiaramente difficile, dovuta ad una situazione assolutamente complicata, che il barman rotondese ha accettato con grande dignità e senza inveire contro qualcuno.
“Dobbiamo cercare assolutamente di uscirne perché i nostri genitori o nonni corrono ancora rischi enormi. L’importante, innanzitutto, è tutelare la salute. Ovviamente lavorare è indispensabile per chiunque, ma la superficie del mio locale mi impone troppe limitazioni. Inoltre, riaprendo, avrei costi da affrontare che non dipendono dal numero dei clienti e non vedrei assolutamente corretto aprire e, magari, permettere l’ingresso a più persone violando le regole. Dato che non lo farei mai, ho ritenuto più giusto e conveniente rimanere chiuso”.
Ma nonostante abbia deciso di rimanere chiuso, Andrea è costretto comunque ad affrontare delle spese. “Sto continuando a pagare l’affitto, d’altronde i proprietari non hanno certo colpe per quanto sta avvenendo. A questo devo aggiungere dei costi fissi, come le utenze o altro. Finora ho ricevuto dal Governo 600 euro, ma solo per il primo mese. Per gli esercenti si profilano tempi davvero duri, soprattutto per chi ha famiglia e figli come me”.
Attualmente, per effetto delle regole di distaccamento, è complicato anche semplicemente fermarsi a fare colazione – come si suol dire – “al volo”, mentre ci si reca a lavoro. Ma non solo.
“In una realtà come Rotonda, i bar lavorano molto anche grazie alle comitive che si riuniscono per stare insieme davanti a qualcosa da bere: un’abitudine al momento da dimenticare. Per ora ho deciso di attendere che inizi giugno, nella speranza di un miglioramento e che si attenuino queste prescrizioni così stringenti. Se invece rimarrà tutto così, augurandoci sempre che non vada peggio, potrei provare a riaprire per una settimana per capire come va ma davvero non so come andrà a finire”.

Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it



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