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A rischio l'unione dei Comuni della Val Sarmento

24/01/2020



Il prefetto di Potenza, con una nota inviata nelle scorse ore, minaccia di azzerare l’unione dei comuni della Valle del Sarmento. Una unione, a quanto scrive il rappresentante del governo, che si è fermata anni fa, subito dopo l’approvazione dello statuto e degli organi amministrativi. Da quel voto più nulla. Ecco allora il richiamo forte e deciso ai sindaci della Valle. Il primo cittadino di San Paolo Albanese, Mosè Antonio Troiano, senza perdere tempo, ha organizzato una riunione urgente nel comune arbëreshë con i colleghi di Noepoli, San Giorgio Lucano, Cersosimo, Terranova di Pollino e San Costantino Albanese. Dall’incontro è uscita la volontà di riprendere con determinazione una strada tracciata da tempo ma a quanto pare interrotta bruscamente e quindi impegnarsi di nuovo con più slancio e determinazione in un progetto che tante speranze aveva acceso nelle popolazioni di un territorio ricco di risorse ambientali, cultura, arte e storia. Il Sindaco di San Paolo, nelle prossime ore, si dovrebbe recare a Potenza e rappresentare la volontà dei colleghi, ma anche chiedere tempo per riordinare carte e idee. Da quasi trent’anni il tema dell’unione e della fusione dei comuni è perennemente presente nel dibattito politico e amministrativo del nostro Paese. Forme per gestire alcuni servizi certamente, ma anche una visione di buon senso e una proiezione verso un futuro possibile, quello che vede persone attorno ad uno stesso tavolo per parlare assieme di area vasta e omogenea, di territorio ben oltre i propri confini. Un interesse ad associarsi che ha coinvolto negli anni specialmente le realtà più piccole, per colpa, se così si può dire e almeno all’inizio, di restrizioni finanziare sempre più pesanti e asfissianti. Un argomento che continua ad appassionare ancora oggi amministratori e cittadini con alti e bassi, una corsa ad ostacoli specialmente nella nostra Regione, dove le difficoltà e i problemi sembrano maggiori rispetto a tante altre aree. Un’unione, come nel Sarmento ma non solo, più volte annunciata e auspicata, per tante ragioni necessaria ma ad oggi ancora al palo, come si è visto dal richiamo del Prefetto. “Eppure la volontà dei sindaci – ha spiegato Troiano - è stata sempre chiara e favorevole, gruppi di lavoro e una serie di tavoli tecnici si sono organizzati negli anni per varare una serie di progetti, in grado di favorire lo sviluppo unitario di un territorio ricco ma ancora indietro, che non riesce a sfruttare le enormi potenzialità che lo potrebbero fare uscire da una crisi perenne che alimenta sfiducia. Il termometro sociale continua a segnare rosso – sottolinea ancora Troiano - la temperatura continua a salire e tocca picchi preoccupanti sia sul fronte economico che su quello civile e sociale. Lo spopolamento è uno dei sintomi o meglio degli effetti più evidenti e clamorosi. Si lasciano i propri paesi alla ricerca di una madre migliore, visto che apparentemente la nostra terra ha le sembianze di una matrigna che non vuole proprio saperne di dispensare amore, sorrisi, opportunità, lavoro e speranze. Ecco allora l’importanza di unire le forze, se si aspira a diventare protagonisti e attori del proprio futuro. La legge ha incentivato questo processo – ha continuato il sindaco - anche se non lo ha mai reso obbligatorio e da quel decreto datato 2010, ad oggi, una serie di proroghe ha calendarizzato un processo che sembra non avere fine, anche la Corte costituzionale ne ha sottolineato alcuni aspetti con una recente sentenza che fa riflettere. Comunque sia - ha concluso Troiano - è arrivato il momento di capire a fondo, di agire al più presto, anche perché i comuni continuano a perdere autonomia politica e di conseguenza forza di rappresentanza, un’emorragia che indebolisce anche le volontà dei più forti, in un quadro sempre più fosco che mortifica la storia e il futuro di tanti territori.

Vincenzo Diego



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