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Regione Basilicata lumaca: il record peggiore per saldare i creditori |
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27/10/2019 |
| Ben 103 giorni, in media, per pagare le fatture, che equivale ad un tempo medio di ritardo ponderato di 73 giorni. La Regione Basilicata non sembra rispettare i suoi creditori e finisce, così, in coda nella ‘’classifica’’ dei dati raccolti nel Focus del Ministero dell’Economia e Finanze sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione, che si basano su quanto trasmesso dalle pubbliche amministrazioni sulla piattaforma per i crediti commerciali, nel 2018 il massimo ente territoriale lucano ha battuto tutti i record di lentezza.
‘’ Tutte le pubbliche amministrazioni- si legge nel focus- sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dal 31 marzo 2015, il numero delle pubbliche amministrazioni che paga i fornitori con tempi medi più lunghi di quelli previsti dalla normativa vigente si è sensibilmente ridotto’’. (http://www.mef.gov.it/focus/article_0012.html)
Così non è per la Basilicata evidentemente. Nessuna Regione ha fatto peggio. L’Abruzzo, che si trova al penultimo posto, nel 2018 ha fatto registrare un tempo medio di pagamento di 65 giorni; peggio della Basilicata ci sono solo due Province del nord: Verbanio Cusio Ossola (tempo medio di pagamento ponderato di 144 giorni) e La Spezia (144 giorni).
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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