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Rotonda: dopo 20 anni riapre un rifugio in quota (con canone bassissimo) |
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1/08/2019 |
| Dopo oltre vent’anni riaprirà il rifugio “Colle Ruggio” (dall’omonima località, ad un’altitudine di 1580 metri): struttura nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, di proprietà del Comune di Rotonda.
Ma affinché si trovasse un interessato alla gestione sono state necessarie 5 aste in tre anni, che hanno fatto scendere il prezzo d’aggiudicazione fino a 21.816 euro, oltre IVA, per una locazione di 9 anni, con l’obbligo di apertura per almeno 6 mesi ogni anno da concordare con il Comune.
L’edificio si trova poco più in alto rispetto all’altro rifugio comunale (“Fasanelli”) e la società affidataria, di proprietà di un familiare del sindaco oltre il secondo grado di parentela ed unica ad aver partecipato alla gara, sarà la stessa che gestisce dal 2007 proprio il “Fasanelli” e che, in seguito al tacito rinnovo, lo manterrà in affitto fino al 2025.
Nel rifugio “Colle Ruggio” furono effettuati lavori di ristrutturazione ed adeguamento attraverso un finanziamento di 500 mila euro concesso nel 2007 dalla Regione Basilicata.
Gli interventi si erano conclusi nel 2014 e dal 2016 il Comune ha iniziato a bandirne la locazione, in quanto “non dispone delle risorse umane per la gestione diretta della struttura” e per la necessità “di garantirne la custodia, la manutenzione ed offrire contestualmente un servizio alla comunità”.
La prima asta risale al marzo 2016 per una cifra pari a 129 mila e 600 euro, per nove anni; quindi, alla fine dello stesso anno, l’importo era sceso a 98.820 euro; per passare poi a 70.200 euro (2017); ed arrivare nel giugno del 2018 fino ai 43.200 e in quell’occasione, per rendere la gestione più appetibile, fu stabilito di ridurre il periodo minimo di apertura obbligatorio da un anno a sei mesi.
E all’inizio del mese di agosto dello stesso anno si era registrata la prima manifestazione di interesse da parte di “Lucaniaworld”, un’associazione di volontariato, che però aveva chiesto il comodato d’uso gratuito del rifugio, per il progetto: “Auto-inclusione lavorativa; presidi di naturempatia applicata”, “finalizzato – era scritto nella nota trasmessa all’Ente – ad offrire, in via sperimentale, supporto alle Amministrazioni locali per il miglioramento del benessere dei cittadini”.
Con l’intento, in riferimento all’area Parco, di “richiamare soprattutto naturalisti, studiosi e ricercatori, emigrati lucani o loro discendenti, che vogliono visitarci e magari venire a vivere qui”.
La richiesta non fu accolta dal Comune che bandì, di lì a poco, l’ennesima procedura di gara, appunto con prezzo fissato a 43.200 euro, che si rivelò ancora un volta infruttuosa.
Le aste si concludevano sempre con un nulla di fatto poiché l’immobile è privo dell’allacciamento alla rete elettrica e questo, chiaramente, fa lievitare i costi di gestione.
L’iter è poi terminato nel gennaio 2019, dopo l’ultimo bando del dicembre precedente che aveva stabilito un nuovo ribasso a partire da 21 e 600 euro, più IVA, che, quindi, porterà alla riapertura della struttura ma con un canone da versare nelle casse comunali per i prossimi 9 anni, IVA esclusa, pari a 2424 euro l’anno che corrispondono a 202 euro al mese: anche se nella pratica il canone non dovrebbe essere versato mensilmente ma annualmente, attraverso rate semestrali e in anticipo per ogni annualità. Ma la cifra è comunque sempre quella.
Tra le varie condizioni, è previsto l’obbligo per l’affidatario di provvedere agli arredi.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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