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Verdi “Ecologisti e Civici” su “caso Di Bello”

22/11/2011

Cari direttori, noi Verdi, Ecologisti e Civici, riteniamo il “caso Di Bello” emblematico delle vicende politico-ambientali della nostra regione, pertanto vi alleghiamo la domanda presentata dal Tenente di Polizia provinciale , Giuseppe Di Bello, al d. g. della Provincia di Potenza Donato Pafundi, al presidente della giunta provinciale di Potenza, Piero Lacorazza e per conoscenza al segretario provinciale della Federazione provinciale CGIL Angelo Summa. Si tratta della richiesta di reintegro in servizio nei ruoli, nei compiti e nelle funzioni antecedenti il 25 maggio 2010. Data nella quale in via preventiva veniva disposta la sospensione dal lavoro di 2 mesi del Di Bello.
La ragione per la quale ho prodotto appena adesso questa nota è la seguente, oggi è possibile da parte di tutti voi, l'accertamento diretto circa la discrezionalità che viene adottata dagli organi esecutivi quando si tratta di compiere degli atti di loro pertinenza. Mi riferisco al procedimento penale che ha portato all'arresto di Sigillito e Bove dell'ARPAB.
In quel dispositivo compaiono i nomi di altre persone tra queste di due dirigenti uno regionale ed uno provinciale degli uffici ambiente. Bene il discorso sinteticamente è il seguente:
L’abuso messo in atto nei confronti di Di Bello è possibile vederlo oggi più che in passato in quanto gli eventi recenti consentono una chiave di lettura inequivoca rispetto alla disparità di trattamento messo in atto nei suoi confronti. La Legge citata dall’UPD (Ufficio Provvedimenti Disciplinari) presieduto dal Direttore Generale cita l’art. 3 della Legge 27 marzo 2001 n. 97. Bene per quella legge i “Trasferimenti sono obbligatori per i reati commessi da dipendenti previsti dai seguenti articoli del codice penale 314, primo comma, 317, 318, 319, 319-ter e 320, e dall'articolo 3 della legge 9 dicembre 1941, n. 1383. L’accusa da sempre nei miei confronti è violazione dell’art. 326 cp (rivelazione di segreti di ufficio). Quest’articolo non è tra quelli contemplati dalla Legge citata nella comunicazione. La legge dice oltre, che se l’organo esecutivo ritiene opportuno in considerazione del discredito che l’amministrazione può ricevere dalla permanenza del lavoratore in quell’Ufficio. Sono mesi che danno in testa alla Provincia e non solo per l’assurdità delle operazioni messe in atto e non dovute nei confronti di Di Bello .L’organo esecutivo finge di non sapere nulla e di essere fuori da queste logiche, mentre viene adottato per un lavoratore un provvedimento che nel testo stesso della missiva è pura volontà dell’amministrazione non del Tribunale o di altri soggetti Istituzionali.
Il Tenente della Polizia provinciale, Giuseppe Di Bello è stato trasferito ad altro incarico pur non essendo specificatamente previsto questo dalla legge ma per salvaguardare il decoro e l'immagine dell'ente, in questi giorni i due dirigenti continuano a svolgere il proprio ruolo senza che qualcuno si preoccupi del nocumento che possono dare ai rispettivi enti di appartenenza. Ecco la legge citata nei confronti di Di Bello all'atto della obbligatorietà del suo trasferimento ad altro ufficio:

Legge 27 marzo 2001 n. 97. ( pubblicata nella gazzetta ufficiale del 5 aprile 2001 n. 80 ) norme sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Art. 3. ( note )
Trasferimento a seguito di rinvio a giudizio
1. Salva l'applicazione della sospensione dal servizio in conformità a quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, quando nei confronti di un dipendente di amministrazioni o di enti pubblici ovvero di enti a prevalente partecipazione pubblica è disposto il giudizio per alcuni dei delitti previsti dagli articoli 314, primo comma, 317, 318, 319, 319-ter e 320 del codice penale e dall'articolo 3 della legge 9 dicembre 1941, n. 1383, l'amministrazione di appartenenza lo trasferisce ad un ufficio diverso da quello in cui prestava servizio al momento del fatto, con attribuzione di funzioni corrispondenti, per inquadramento, mansioni e prospettive di carriera, a quelle svolte in precedenza. L'amministrazione di appartenenza, in relazione alla propria organizzazione, può procedere al trasferimento di sede, o alla attribuzione di un incarico differente da quello già svolto dal dipendente, in presenza di evidenti motivi di opportunità circa la permanenza del dipendente nell'ufficio in considerazione del discredito che l'amministrazione stessa può ricevere da tale permanenza.
Con questa nota i Verdi della Basilicata chiedono il reintegro in servizio nei ruoli, nei compiti e nelle funzioni antecedenti il 25 maggio 2010 del Tenente della Polizia provinciale, Giuseppe Di Bello.

Mario DI DIO

Federazione regionale dei Verdi “Ecologisti e Civici”



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