|
Picerno, Dettori: ‘Contro il Foggia come a Catanzaro ma più cattivi’ |
---|
10/09/2022
|
| Francesco Dettori è il cervello del Picerno ed anche uno dei leader carismatici dello spogliatoio: nonostante i 39 anni compiuti resta un elemento insostituibile e, a Catanzaro, ha già dimostrato che anche in questa stagione appena iniziata sarà tra i grandi protagonisti della leonessa.
Nella prima giornata i melandrini sono usciti sconfitti dal “Ceravolo”, dove hanno subito un pesante 4-0 che però non ha rispecchiato il match di spessore giocato dai lucani, almeno per tutto il primo tempo.
Con Dettori, nel corso di un’intervista che ci ha concesso, abbiamo parlato della gara con i calabresi, dell’esordio al “Curcio” nel posticipo di lunedì con il Foggia e del suo futuro.
A Catanzaro, nel punteggio, avete rimediato una pensante sconfitta ma avete giocato un grande primo tempo: per voi può essere comunque un buon viatico in vista della prossima sfida?
È difficile commentare quella partita in quanto, a mio avviso, il passivo è stato sicuramente eccessivo e non rispecchia quello che si è visto in campo. Nonostante avessimo di fronte una grande squadra, nella prima mezz’ora abbiamo giocato meglio noi. Inoltre, abbiamo creato alcune nitide occasioni da rete. Ecco, se devo individuare ciò in cui siamo mancati, dico la cattiveria: su questo dobbiamo migliorare.
Ma sembra abbiate già intrapreso la strada che vuole l’allenatore poiché avete dimostrato coraggio e una precisa identità. Da questo punto di vista non pensi siate cresciuti molto?
Sì, se ripenso al lavoro fatto finora, in determinati aspetti, abbiamo davvero bruciato le tappe. Le idee di gioco del mister sono importanti e, per essere metabolizzate, necessitano di un po’ di tempo. Ma in questo siamo molto avanti, mentre dobbiamo migliorare in altri frangenti, come nella fase di non possesso: non ci deve mai mancare quella fame tipica di una squadra che si deve salvare. Però ritengo che, sistemando alcune cose, possiamo fare ancora meglio.
Lunedì affronterete un altro avversario forte e di grande tradizione, come il Foggia: che gara ti aspetti?
Me l’aspetto sulla stessa falsa riga di quella di Catanzaro. Per me ci sono tre o quattro compagini di primissima fascia e, tra queste, ci metto il Foggia che ha speso tanto ed ha costruito una rosa importante. Inoltre, la sconfitta interna contro il Latina di domenica, è sicuramente immeritata per le occasioni create. Hanno preso delle reti in ripartenza ma, sicuramente, troveremo un avversario difficile da affrontare. Quella pugliese è una società tra le più importanti della categoria e con grande seguito, immagino che sarà una bella partita. Ma sono anche convinto che ci renderemo protagonisti di una buona prestazione, perché è nelle nostre corde e perché vogliamo riscattare la sconfitta di domenica.
Dopo l’addio di Colucci, con l’arrivo di Longo, siete andati incontro a un cambiamento drastico proprio sotto il profilo filosofico. Come sta reagendo il gruppo alle richieste dell’allenatore?
A mio modo di vedere, sta reagendo benissimo. Parliamo di due ottimi allenatori, che secondo me faranno carriera e glielo auguro, ma hanno due modi di vedere il calcio profondamente differenti. Sotto il profilo del possesso palla, della personalità e dell’essere sempre propositivi, siamo migliorati tantissimo ma, secondo me, dobbiamo anche metterci dentro quella concretezza e quella cattiveria che ci ha contraddistinti l’anno scorso nel saper difendere o anche sporcare le partite.
Le qualità tecniche sono sempre eccelse, quelle non diminuiscono con l’età, ma ancora corri e lotti come un ragazzino al primo anno: qual è il tuo segreto?
No, nessun segreto, gli anni passano e li sento. Ma penso dipenda dalla grande passione: io sono innamorato del calcio e non riesco a stare lontano dai campi. Mi diverto ancora tanto e andrò avanti fino a quando riuscirò ad essere competitivo con il resto della categoria, dopodiché, smetterò con l’attività agonistica ma non di giocare perché con gli amici lo farò sempre. Tuttavia, sono sicuro di poter dare ancora una mano.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it |
CRONACA
SPORT
|



 (1) (1).jpeg)


Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
 |