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Eccellenza, intervista a Mario Grande: ‘Sogniamo tutti insieme’ |
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4/01/2020
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| Alla vigilia della sfida di campionato del “Corona” contro il temibile Policoro, a Rionero è ancora tanta la felicità, e chiaramente sarà così per la tutta la stagione, per la recente conquista del Trofeo Gian Franco Lupo.
Abbiamo parlato di quest’ultima vittoria, e non solo, con il presidente della Vultur Mario Grande che ci ha concesso una lunga intervista.
Presidente Grande, in un anno e mezzo alla guida della Vultur sono arrivate la qualificazione ai playoff e la vittoria nel trofeo Gian Franco Lupo: immagino sarà soddisfatto?
Assolutamente si. Ricordiamo che nell'estate del 2018 la Vultur era virtualmente fallita dal punto di vista finanziario e la rifondazione non è certo stata indolore. Il primo obiettivo era quello di ricreare un clima di fiducia dopo un biennio di delusioni e di amarezze. Ripartiti praticamente da zero, credo innanzitutto che l'obiettivo di rilanciare l'immagine della società sia stato pienamente raggiunto, ed in uno spazio temporale molto ristretto. Venendo ai risultati sportivi, la conquista della qualificazione play off, nella passata stagione, ha del miracoloso, considerando che la squadra è sempre stata all'altezza delle prime tre della classe, riuscendo a sconfiggerle tutte in almeno una circostanza. Senza dimenticare la vittoria, molto significativa, del campionato regionale Juniores Under 19. Insomma, si sono gettate le fondamenta per il rilancio della Vultur. Quest'anno, sulla scorta dell'esperienza della stagione precedente, abbiamo tentato di alzare notevolmente l'asticella, puntando senza nasconderci al vertice. E credo che, al giro di boa del campionato, avere portato a Rionero il più importante e prestigioso trofeo regionale ed essere in scia delle due prime della classe, possa renderci particolarmente soddisfatti della situazione.
Nelle ultime due partite di Coppa, complessivamente, avete rifilato 5 gol a Rotonda e Lavello senza subirne alcuno. Se lo sarebbe aspettato e cosa significano questi numeri in ottica campionato?
Sono sempre stato convinto che noi siamo alla pari del Rotonda e del Lavello. Loro spendono molto, ma molto di più rispetto a noi, ma non è importante spendere tanto per vincere. Bisogna spendere bene. Noi ci siamo aggiudicati il meglio dei calciatori lucani sul mercato, e io sono sempre stato del parere che le squadre vincenti devono avere l'ossatura composta da elementi che conoscono bene il nostro campionato. Quanti esempi, nella passata stagione ma anche nell'attuale, di calciatori di categorie anche di gran lunga superiori, catapultati nella nostra realtà regionale senza che abbiano fatto quella differenza che da loro ci si aspettava. Noi abbiamo degli uomini, prima ancora che dei calciatori, che conoscono benissimo il nostro campionato e la maggior parte dei loro avversari e questo è un grande punto a nostro favore, rispetto a chi della Basilicata ignora anche la geografia elementare. Ma soprattutto, puntiamo sul gruppo come fattore determinante per il raggiungimento degli obiettivi; e avere un gruppo in cui i "senatori" si conoscono, fosse anche da avversari, da una vita, sarà quel plus che, da qui alla fine della stagione, farà la differenza. Ad altri lasciamo la smania compulsiva degli acquisti ad effetto. A noi va benissimo il gruppo che abbiamo.
Dopo la Coppa, a Rionero si aspettano anche il ritorno in Serie D. Ne siete consapevoli?
Ho detto che quest'anno l'asticella si è molto alzata e tutti ne siamo consapevoli. Anche il ritorno sulla panchina del più vincente degli allenatori, per di più rionerese doc, è stato un chiaro segnale in tal senso. Pasquale D’Urso è un autentico mito della Vultur, come calciatore e come allenatore, e avergli affiancato uno staff di prim'ordine è un ulteriore segnale che vogliamo essere al top.
Se dovesse dare un consiglio alla sua squadra per migliorare ulteriormente, cosa le direbbe?
Di essere via via sempre più consapevoli che indossano una maglia gloriosissima, e che tale privilegio comporta un impegno ed una dedizione senza riserve. Che ogni volta che indossano quella maglia si fanno carico delle aspettative, delle ansie e, perché no, dei sogni di una comunità che in quelle maglie si identifica al di là di tutte le divisioni che in una comunità possono esistere. E che se non si compenetrano nello spirito brigante, che nulla teme ed a nulla si piega, è meglio che cambino aria. Perché la Vultur non sarebbe mai la loro casa.
Torniamo indietro a inizio stagione. Quale scelta non rifarebbe e quale invece ritiene sia stata la più opportuna per ottenere quest'ultimo successo?
Errori se ne compiono quotidianamente. Solo gli stolti pensano di non sbagliare mai. Probabilmente non riterrei affatto scontato che tutti si comportino sempre come mi comporterei io nelle medesime circostanze. La scelta più importante, ai fini di quell'equilibrio e di quella serenità che posso dire finalmente conquistata, è stata senza dubbio la scelta di quel grande professionista che risponde al nome di Angelo Mastroberti come direttore sportivo. Questa credo sarà la vera svolta della stagione.
Quale o quali decisioni sono state più sofferte?
Quella di dovermi privare, per il venir meno dell'indispensabile vincolo fiduciario, dell'apporto di alcune persone con cui si era avviato, a vario titolo, un proficuo rapporto di collaborazione. Ma tutti siamo utili e nessuno indispensabile, a cominciare ovviamente dal sottoscritto. Quindi, si va avanti, con l'augurio per tutti di ogni realizzazione futura, umana e professionale. Ma con la consapevolezza, per tutti, che le porte della Vultur non sono girevoli, e una volta varcate in uscita, per propria responsabilità, non si riapriranno. Mai.
Cosa sente di dire ai tifosi per questo 2020?
Di essere sempre più vicini alla squadra con spirito costruttivo, con la consapevolezza che la società non lascerà nulla di intentato per il raggiungimento dell'obiettivo da tutti auspicato.
Dica la verità, sogna un nuovo triplete?
Se si sogna da soli, questi durano lo spazio di una notte e al mattino tutto svanisce. Ma se in tanti riescono a sognare insieme, forse il sogno comune può diventare anche realtà.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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