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Senise,scintille in Consiglio tra critiche e apologie. Bocciata mozione di sfiducia

26/10/2023

Consiglio di fuoco a Senise con la discussione della mozione di sfiducia proposta da 6 consiglieri, due di maggioranza e 4 di minoranza che, nel tempo di una settimana, erano diventati 3 perché uno (Rosario Marino) dopo aver protocollato egli stesso la mozione ha accettato l’assessorato alle attività produttive da quello stesso sindaco che intendeva sfiduciare. Insomma, le premesse per vedere scintille c’erano tutte e infatti, il Consigno fiume con l’unico punto all’ordine del giorno è andato avanti per quasi 3 ore, si è poi concluso con la mancata approvazione della mozione, con 6 voti favorevoli (ai 5 si è aggiunto il consigliere Marranchiello) e 7 contrari.

Il consigliere di minoranza Nicola Petruccelli ha esordito spiegando da cosa sia nata l’idea della sottoscrizione della mozione, a cominciare dall’ormai famoso consiglio del 29 settembre quando la seduta non fece registrare il numero legale. «Questa è una crisi politica che abbiamo aperto noi della minoranza- ha spiegato- perché il sindaco, nonostante l’evidenza, tende ancora a rinviare. In quell’occasione mi chiamò telefonicamente chiedendomi di scendere in Consiglio e pensai: chiama un membro dell’opposizione? Perché? Poi, una volta arrivato, scoprii che non c’era il numero legale».

La parola è poi andata alle consigliere Giuliana Latronico e Teodora Cicchelli, assenti in quel consiglio e private delle deleghe quella stessa sera.
Latronico ha ricostruito, partendo dall’inizio, gli eventi che fin dall’insediamento hanno portato una sorta di deterioramento dell’originaria maggioranza. «Durante i primi consigli comunali del 2020 la consigliera Stefania Cristiano, ora nominata assessore, si è di fatto comportata come consigliera di opposizione, tant’è che il sindaco durante la seduta del 10 novembre 2020 le ritirò pubblicamente le deleghe poiché non approvò il bilancio di previsione 2020- 2022. Vanta più voti contrari, astensioni ed assenze lei che i consiglieri di opposizione. Nel luglio del 2021 si dimette il consigliere Giuseppe Ponzio ed entra nel gruppo di maggioranza, il primo dei non eletti Alessandro Falcone, che a settembre 2022 comunica a tutti noi di maggioranza di voler consegnare le dimissioni: cosa risolta poi chissà come nella stanza dei bottoni senza nessun confronto di maggioranza. A dicembre 2022 si dimette da Capogruppo la consigliera Cicchelli; aprile 2023, con gli scontri e conseguente ritiro delle deleghe all’assessore Francesco Marranchiello ed infine a quelle della sottoscritta e della consigliera Cicchelli lo scorso 29 settembre».

«Mi chiedo- ha detto Cicchelli- quale sia la dose di onestà intellettuale che ha spinto un sindaco ormai in decadenza conclamata a raccattare due tra i più improbabili e discutibili votanti (che a servirgli sono soltanto i voti, niente di più!), premiandoli con un surplus di deleghe ?
Togli la delega, metti la delega. Intanto la gente è stanca, scoraggiata. La disaffezione l’ha generata, volutamente, chi il paese lo governa da decenni e decenni, non i giovani che vi è sempre convenuto definire come inesperti, incapaci, colpevoli di chissà che. Ma se lo sanno pure le pietre che a decidere è solo il primo cittadino, che mette bocca su tutto, e se vede uno di questi giovani che fa bene o riesce a cavarsela da solo, non solo è irriconoscente, ma quasi quasi inizia a rimuginare dentro per trovare il modo e metterlo subito da parte. Parlo di un clima che metterebbe chiunque a dura prova, di atteggiamenti e parole perfino maschiliste, di ostilità diffusa, lo stesso clima instillato anche ai colleghi, gli ex colleghi, così da isolare, da indebolire, avvilire, da intaccare l’entusiasmo».

Ha preso poi la parola il consigliere di opposizione Armando Roseti che, in apertura, ha ricordato Luca Camodeca, l’operaio 40enne di Cersosimo morto in un cantiere a Noepoli. «Il posto da cui sto parlando è lo stesso da tre anni, segno della mia coerenza- ha detto prima di rivolgersi a Rosario Marino, neo assessore e tra i banchi dell’opposizione fino a pochi giorni fa- Assessore Marino non scenderò al livello dei tuoi ‘’amici’’ che hanno sparlato di me e della mia famiglia, dipingendomi come potenziale traditore. Guardando negli occhi me e chi ti vuole bene in questa sede questa sera se vuoi recuperare la tua integrità morale e politica devi chiedere scusa a chi era nella squadra con te, al dottor Asprella che per farti sedere lì si è fatto da parte. E soprattutto devi chiedere scusa alla comunità. E qui ci sono due grandi sconfitti che sono Alessandro Falcone e Francesco Palazzo, perché il sindaco ha preferito qualcuno di esterno a voi. Quando tirerete fuori l’orgoglio anche voi? Perché vi dovete azzerare politicamente e umanamente?».
«Non ho firmato la mozione- ha poi detto il consigliere Francesco Marranchiello- perché avevo già evidenziato la mia posizione. Qual è il concetto di onestà per il sindaco? Non rispettare la sovranità popolare; nominare il suo amico, il saggio vice sindaco, pur non avendo i numeri; nominare in Giunta un assessore che da un lato appartiene alla minoranza e dall’altro non è stato neanche eletto consigliere comunale; nominare in Giunta colei che sta in vetta alla classifica degli amministratori fantasma e quando è venuta ha votato anche contro. L’unica attività che il sindaco ha condotto negli anni è la distrutturazione della politica».

Rosario Marino visibilmente in difficoltà, nel tentativo di rispondere alle sollecitazioni dell’opposizione (la stessa consigliera Sassano lo ha sollecitato sull’esprimere chiaramente i motivi di quello più volte definito da loro ‘’un tradimento’’) ha utilizzato pochi concetti: «Ho firmato la mozione di sfiducia ma già il giorno dopo mi ero pentito. Io non ho appoggiato Castronuovo ma il Consiglio comunale». Il Presidente del Consigio ha richiamato più volte i consiglieri di opposizione esortandoli a non interrompere Marino. Che ha continuato: «non ho motivazioni legittime per votare la sfiducia a Castronuovo perhè io non conosco le motivazioni vere di quello che è successo nella Giunta. Non mi sento di aver tradito, l’ho fatto consapevole di quello che facevo e non mi sono sentito di prendermi la responsabilità di far commissariare il paese. Se ho sbagliato chiedo scusa ad Asprella (a cui Marino subentrò, ndr) , non ho fatto nessun compromesso col sindaco e gli ho detto che se ci sono le possibilità di andare avanti portiamo avanti il Consiglio comunale altrimenti, se dovesse rivelarsi necessario, voterò contro».
Giuseppe Rossi, vicesindaco, intervenuto subito dopo ha parlato di ingiusta ‘’crocifissione’’ nei confronti di Rosario Marino. Inoltre, nel suo breve intervento, ha affermato quanto «non sia opportuno far cadere un’amministrazione in un momento in cui, potenzialmente, un cittadino di Senise potrebbe essere candidato alla guida della Regione« (con chiaro riferimento alla candidatura dell’imprenditore Angelo Chiorazzo).
Ha preso poi la parola Stefania Cristiano, neo assessora al Bilancio. «Il mio intervento serve a comunicare che il 16 ottobre ho accettato la delega al Bilancio così come tempo addietro ho accettato democraticamente il ritiro delle deleghe inizialmente conferitemi. Un atto avvenuto in seguito alla votazione contraria all’approvazione del Bilancio previsionale. Nonostante questo ho continuato a svolgere il mio ruolo e ho sollevato problematiche riguardanti in particolare la collegialità delle decisioni, la trasparenza degli atti redatti dagli uffici. Per ciò che concerne la collegialità ritengo sia stato un problema molto circoscritto non essendo stato sollevato da altri consiglieri in questi tre anni».

Prende la parola il sindaco Giuseppe Castronuovo: «Il Consiglio che si consuma stasera non è una cosa bella e non immaginavo che si potesse arrivare a tanto. Mi si accusa di aver fatto campagna acquisti. Ci sono stati personaggi in questo Consiglio che in queste ultime settimane si sono adoperate per far venire il Commissario e altre che si sono adoperate per non farlo arrivare. Questo è il nocciolo della questione. Io sono il sindaco perché mi hanno eletto i cittadini, tre volte, ed è l’unico che ha il potere di sciogliere il consiglio in caso di discussione. In democrazia, per chi fa politica come me da tanti anni anche se da dieci non ho più tessere di partito, si apprende una cosa: in democrazia valgono i numeri, piacciano o no. Volete un responso: immaginavo di finire questo mandato e farmi da parte ma visto che stasera mi si vuole lanciare una sfida dicendo che non sono più all’altezza, vi dico che mi ricandiderò. Ricandidatevi anche voi e vedremo chi sarà scelto dai cittadini».
In risposta al precedente intervento di Roseti ha preso poi la parola l’assessora ai lavori pubblici Felicia Lauria. «Nell’esecutività dei lavori ci sono purtroppo degli imprevisti imprevedibili ed è per questo che determinati lavori non sono stati ancora completati. L’area fitness è finita, i lavori del centro per l’autismo sono stati consegnati, è normali che per eseguirli ci vuole tempo».
Le scintille sono andate avanti con un botta e risposta tra consiglieri di minoranza e di maggioranza; i primi che hanno rivendicato la collaborazione che, in questi anni, comunque c’è stata e di proposte inascoltate; la richiesta di chiarimenti sul motivo della sospensione delle ultime deleghe e la supposizione che fosse tutto già stabilito ancora prima del Consiglio del 29 settembre; il ‘’braccio di ferro’’ che, secondo il sindaco, le consigliere Cicchelli e Latronico avrebbero fatto fino all’epilogo dell’ultimo Consiglio.
Fino alla conclusione con la bocciatura per 6 voti contro 7 della mozione di sfiducia.

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