“Il segretario del PD, Raffaele La Regina, fa un’analisi bizzarra del voto”. A dirlo è Giuseppe Vitarelli, già amministratore locale, che ancora una volta dà voce alla periferia. “Invece di capire le ragioni di una sconfitta sonora e pensare alle dimissioni – dice- si concentra ad analizzare i dati della destra lucana. Siamo si felici per il risultato di Amendola, ma definirlo “grande successo” significa accontentarsi e non vedere il disastro del partito, dei circoli nei territori, specialmente nelle aree interne, quelle che soffrono di più”. La Regina – continua Vitarelli- invita alla riflessione, noi questa riflessione l’abbiamo fatta da anni, e abbiamo indicato pure le soluzioni, la via: stare vicino alla gente, ai territori. “Il PD in Basilicata, secondo il ragionamento del Segretario, è stato in grado di resistere a forze centrifughe e centripete che ne hanno provato a minarne l’agibilità, l’azione e il successo”. “ A quali forze si riferisca è un mistero- sottolinea l’ex sindaco. Ma a proposito di forze centripete e centrifughe, niente a che fare con robot da cucina, scherza con un sorriso appena accennato, ci si dovrebbe accorgere che questo tipo di forze nel partito non si equivalgono e proprio per questo il più delle volte esce dall’orbita. Formule semplici, ma a quanto pare non conosciute o non applicate”. Una breve pausa nel suo ragionamento, e poi: Caro Segretario, il Partito non riesce a mantenere la traiettoria perché lo squilibrio tra la segreteria nazionale, quelle regionali e i territori è grande. Bisogna ridare forza, voce e fiducia alla gente, dialogare, iniziare un cammino spalla a spalla, e quando possibile scendere in piazza e dare voce alle richieste urgenti del Paese, dei territori. Un partito - continua Vitarelli- che doveva guardare con attenzione ai propri iscritti, alle reali necessità, ascoltare le voci sempre più preoccupate di donne e di uomini, giovani e meno giovani ai margini, lasciati dal partito al proprio destino, un destino fatto di rinunce, di pochissimo lavoro, di assenza di progetti lungimiranti. Il Pd in tutto questo non ha battuto colpo, sempre più burocratizzato, virtuale, pantofolaio, su una strada che non era quella percorsa dai cittadini. Un atteggiamento – rincara Vitarelli- irresponsabile che ci ha allontanato da un PD sempre più “cosa di pochi”. Tutto questo, prima o poi, si doveva pagare a caro prezzo. A nome di molti amici – continua nel suo ragionamento - questa situazione l’avevamo fatta presente più e più volte, nei mesi e negli anni che ci siamo lasciati alle spalle, l’ultima, a gennaio scorso. Fare l’analisi agli altri – consiglia- non serve, guardare la polvere nelle case degli altri non farà che farla aumentare nella nostra. Signor segretario, se si ostina a rimanere, inizi a girare per i paesi, partendo dai più piccoli, Basilicata anche quelli, riapriamo i circoli, scriviamo un programma su quello che vorremmo fare per la nostra Terra, non escludendo nessuno, chiamiamo attorno ad un tavolo le forze sociali, economiche, produttive,organizziamo piccoli congressi territoriali e poi quello generale, diamo la parola a tutti e forse solo così si riuscirà a ripulire la casa. Prima di chiudere il suo ragionamento, chiede di aggiungere ancora un’ultima cosa, un ultimo consiglio: “non serve cambiare nomi e simboli, ma gli atteggiamenti, regolamenti, statuto, come mettere dei limiti temporali agli incarichi, partendo dai circoli, e poi, non vorrei ripetermi – dice un po’ accigliato- bisogna stare tra la gente, diventare partito di popolo e parlare finalmente la sua stessa lingua”.
Vincenzo Diego |