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La voce della Politica

''PNRR è un’occasione unica per potenziare Rsa''

11/03/2022

“Le RSA sono già oggi i veri ospedali di comunità’ e possono diventare, con gli investimenti del PNRR, il presidio cardine dell’assistenza territoriale”. Lo dice il dottor Sebastiano Capurso, presidente dell’Anaste. Sul tavolo dati e numeri che poco spazio lasciano ad altre argomentazioni e interpretazioni. Strutture presenti su tutto il territorio nazionale, anche se ancora da potenziare e implementare, servono ancora posti letto, gli anziani sono sempre di più e sempre più soli. L’Italia è fanalino di coda meno della metà della media OCSE (i posti letto per 100.000 abitanti in Germania sono il 5,4%, in Francia il 5%, nell’OCSE il 4,5% e in Italia 1’1,9%). Le RSA italiane hanno dimostrato di saper reggere alla pandemia, assicurando le cure necessarie con grande efficacia (decessi in RSA: mondo 46%; Italia il 31,7%)”. Sempre tanti i morti, morti che nelle case per anziani non diventano fredde statistiche, anche perché nei mesi e negli anni di assistenza continua, l’anziano diventa un familiare per gli operatori, e la morte un lutto da elaborare. Le strutture per anziani, dunque, e non solo Rsa, hanno dovuto modificare i loro assetti, le politiche di assistenza, diventando di colpo in moltissimi casi corsie di malattia infettiva, hanno dovuto imparare a loro spese come si affronta e si gestisce una pandemia, considerato che le strutture Covid sono risultate e risultano insufficienti, ecco allora subentrare la professionalità, la sensibilità, lo spirito caritatevole e altruista del personale, formato per gestire anziani con patologie legate alla senilità, all’avanzare del tempo, ma che da un giorno all’altro sono diventati operatori da struttura complessa, come può essere un reparto di malattia infettiva. Formazione e dispositivi lasciati alla sensibilità delle imprese, il più delle volte lasciate da sole. Oss, infermieri, medici, addetti alla manutenzione, alla lavanderia, alle pulizie, cuochi e altre figure ancora, in prima linea a combattere un virus invisibile e pericoloso, veri “eroi” dei nostri tempi, che seppur consapevoli del rischio non hanno arretrato di un centimetro, ma anzi hanno garantito servizi socio-sanitari ed assistenziali di qualità, seppure in emergenza, un lavoro nell’ombra e nel silenzio, “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”, unico loro conforto il bene altrui. Strutture attente ad applicare le leggi, i regolamenti, le circolari, strutture pronte a vaccinare gli anziani ospiti e il personale, sino alla terza dose, strutture chiuse da due anni, ma non sempre è bastato a tenere fuori il virus, anche perché il “liberi tutti” dell’ultimo periodo, senza più zone rosse, con centinaia e migliaia di casi anche in comuni piccoli ha fatto registrare un picco di contagi in molte strutture, individuati solo grazie a screening periodici. Ecco allora la necessità di cambiare le regole, la necessità da parte delle regioni di sedersi attorno ad un tavolo per garantire a queste strutture, da mesi in prima linea, e capaci di trasformarsi in reparti Covid, maggiore supporto e considerazione, attraverso investimenti e formazione continua del personale. L’occasione c’è, basta essere lungimiranti, il PNRR è un’occasione unica, irripetibile e preziosa, in grado di potenziarle, ma anche di dare nuova linfa e assegnare ulteriori compiti. il presidente Capurso, sottolinea che “basterebbe un decimo del miliardo di euro previsto dal PNRR. Il resto potrebbe essere destinato a formare 200mila medici e 90mila infermieri che servono
oggi! Questa sarebbe una rinascita vera della sanità, dell’assistenza vicina alle persone, con servizi di qualità e la giusta attenzione a nuova occupazione”. Io aggiungo che non farlo, non prevedere investimenti per queste ed altre figure e non rivedere le politiche socio-sanitarie ed assistenziali territoriali e di prossimità, sarebbe un disastro per le nostre comunità, con il rischio reale di sovrapposizioni inutili e dispendio di risorse preziose. Un’ultima considerazione, non sarebbe giusto da parte delle Istituzioni dello Stato far passare come un fatto normale quello che è avvenuto o che sta avvenendo nelle strutture per anziani, non è normale affatto, non lo è stato affatto, le figure socio-sanitarie e di assistenza, le figure che hanno garantito “eroicamente” l’assistenza vanno ringraziate e tenute maggiormente in considerazione. Per loro, è vero, si è trattato solo di professionalità e spirito di altruismo, la benzina di tutti i giorni, quella stessa benzina che li porta a timbrare il cartellino e ad indossare una divisa senza mostrini e senza medaglie


Vincenzo Diego



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