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Ministro Speranza: obiettivo è rafforzare hospice e rete delle cure palliative |
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13/12/2019 | “Il diritto alla salute va tutelato ancora di più quando si arriva al tratto finale della propria vita. Sono momenti difficilissimi che coinvolgono la persona e la sua famiglia. Per questo dobbiamo valorizzare gli hospice e la nostra rete delle cure palliative.” Il Ministro Roberto Speranza è intervenuto oggi 12 dicembre al workshop “Reti e percorsi di cure palliative: Assistenza, formazione e ricerca, evidenze dal progetto Demetra”.
"Il mio faro è l'art. 32 della Costituzione - ha dichiarato il Ministro - , la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare quei principi luminosi della nostra Costituzione alla vita reale delle persone. Rafforzare le cure palliative significa garantire il diritto fondamentale alla salute agli individui e alle famiglie nel momento in cui sono più fragili. Le risorse che mettiamo sulla salute sono il più straordinario investimento sulla qualità della vita degli italiani. Un primo segnale arriva dalla legge di bilancio 2020. Il messaggio di fondo è quello di un Paese che pone la questione salute come fondamentale. Serve un Patto-Paese sulla Salute per gestire le grandi sfide come l'aumento delle malattie croniche e l'innovazione tecnologica. Il mondo delle cure palliative è uno dei punti da cui partire perché naturalmente incline ad alleanze tra società civile, medici e istituzioni."
L'onorevole Giorgio Trizzino ha aperto i lavori della giornata ricordando che nel 2020 ricorre il decennale della Legge 38 del 15 marzo 2010, per il quale verrà organizzato un evento non solo celebrativo ma di informazione su una legge rimasta in parte disattesa. "Da lì - ha dichiarato Giorgio Trizzino - riparte un progetto per la sua piena attuazione. Le cure palliative sono un investimento non un orpello. Noi palliativisti abbiamo saputo restituire all'uomo una visione completa di se stesso, della sua vita".
La legge 38 verso il decennale
In Europa, annualmente, 560 malati adulti ogni 100.000 abitanti hanno bisogno di ricevere cure palliative nell’ultimo periodo di vita. La Legge 15 marzo 2010, n. 38 “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” ha sancito nel nostro Paese il dovere etico di offrire al malato e alla sua famiglia il diritto ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Alla Legge va il merito di aver ridefinito in modo rigoroso i modelli assistenziali, creando due Reti distinte tra terapia del dolore e cure palliative, semplificando le procedure di accesso ai medicinali impiegati nella terapia del dolore e indicando i percorsi formativi di qualificazione e aggiornamento delle figure professionali. In quest’ottica ha rappresentato, per prima in Europa, una legge-modello.
Le evidenze del progetto Demetra 1
Il Workshop è stata l'occasione per presentare i risultati del progetto Demetra I, in collaborazione con la Fondazione Floriani e la Fondazione Guido Berlucchi, in merito al funzionamento delle Reti Locali di cure palliative e ai percorsi di cura rivolti alle persone in condizioni di cronicità complesse e avanzate.
Lo studio Demetra I ha monitorato il percorso dei malati in condizioni di cronicità avanzate e complesse, e delle loro famiglie, presi in carico da una delle strutture che compongono le Reti Locali di Cure Palliative. Il cammino, intrapreso già con lo Studio osservazionale ARIANNA (2012-2015), ha dimostrato come un modello di cure integrato tra Cure Primarie e Unità di Cure Palliative Domiciliari, basato su identificazione precoce, valutazione multidimensionale e strumenti ICT condivisi, consenta di rispondere in modo adeguato ai bisogni dei malati con patologie evolutive e limitata aspettativa di vita, ampliando la popolazione che può beneficiare di cure palliative.
Nel 2020, la seconda fase dello studio valuterà l’applicazione di un percorso integrato per la presa in carico delle persone con patologie croniche complesse, in fase avanzate e con bisogni di cure palliative, in un ambito territoriale definito dove opera una Rete di Cure Palliative, coinvolgendo Reparti Ospedalieri, Strutture Residenziali (RSA) e un ampio numero di Medici di Medicina Generale (MMG). Le evidenze mostrano come i pilastri in grado di soddisfare questa complessità siano, dunque, la continuità assistenziale, il care-management e la cooperazione, in un sistema a rete, tra tutti gli interessati coinvolti nella filiera, supportati, se possibile, dalle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT).
Tra i punti d'attenzione: la formazione specialistica
Tra i punti d’attenzione restano l’importanza di uniformare, a livello regionale, lo sviluppo delle reti locali di cure palliative, l’identificazione dei requisiti minimi per l’accreditamento e l’adozione di modelli organizzativi omogenei. Infine, il valore di percorsi formativi per gli operatori sanitari, sia relativamente alla formazione universitaria sia al conseguimento dei crediti in Educazione continua in medicina (ECM). Ad oggi, infatti, le Cure Palliative non rientrano ancora tra gli insegnamenti del Corso di Laura Magistrale in Medicina e Chirurgia. La necessità di una figura professionale di medico specialista, universalmente riconosciuta, rappresenta la risposta appropriata che tutti i professionisti e i medici specializzati sono chiamati a fornire. È oggi necessaria, dunque, l’istituzione di una specifica Specialità medica di Cure Palliative in ambito accademico. |
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