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Latte: accordo sul prezzo rappresenta solo un primo passo per il settore

29/01/2016

Il deputato pugliese L’Abbate (M5S) commenta positivamente la sigla dell’accordo ma richiama il ministro Martina sui prossimi impegni in difesa del comparto lattiero-caseario

Dopo mesi di “guerra del latte”, giunge una tregua che fa ben sperare per il futuro del settore. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha, infatti, siglato l’accordo sul prezzo del latte, con un’intesa di filiera per la indicizzazione dei prezzi che tenga conto dei costi di produzione e dell’andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato interno ed estero.

“Caratteristiche di partenza per la definizione del prezzo del latte che ci trova d’accordo ma che rappresenta solamente un primo passo per un degno riconoscimento a questo settore in difficoltà – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Non è dato sapere, difatti, quale sarà il giusto prezzo riconosciuto alla stalla né quale sarà la durata dell’intervento economico: due fattori fondamentali per il superamento reale dalla crisi del settore. Altra questione è quella relativa al latte di montagna, dove le difficoltà legate al territorio richiedono non solo interventi di mercato quanto piuttosto misure puntuali in grado di rispondere alle criticità legate a questo tipo di aree, come ad esempio i costi di trasporto ed altre difficoltà logistiche – continua L’Abbate (M5S) – Per garantire che questi ‘mini-produttori’ sopravvivano e non abbandonino la montagna, privando così queste zone anche della loro funzione di ‘custodi del paesaggio’ e di presidio del territorio, bisognerebbe prevedere misure al di fuori del carattere strettamente ‘agricolo’, a prescindere cioè dalla quantità di latte prodotto, visto che rappresentano anche un fattore di attrazione per il turismo rurale”.

Sempre sul comparto lattiero-caseario, intanto, il deputato pugliese 5 Stelle ha presentato un emendamento al Collegato Agricolo in discussione in questi giorni in Commissione Agricoltura alla Camera. L’obiettivo dell’emendamento, che riprende una proposta di legge a sua stessa firma depositata nell’ottobre 2013, è disciplinare, così come è già severamente disciplinato il controllo del latte negli erogatori, anche la vendita di latte crudo senza l’uso degli erogatori, in modo da poter agevolare ed incentivare gli allevatori e produttori di latte, in maniera sicura e controllata, alla commercializzazione del loro prodotto genuino in filiera corta ed in un sistema a “chilometro utile”. “Se la maggioranza non dirà no alla nostra proposta – conclude L’Abbate (M5S) – sarà possibile finalmente comprare nel negozio di fiducia il latte della fattoria di paese, da consumarsi ovviamente sempre previa bollitura: un alimento sano, italiano, che aiuta l’economia locale ed evita ulteriori inutili emissioni inquinanti”.




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