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Lucania, consumi famiglie: +21,5% in trent’anni, ma si spende con cautela |
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28/08/2025 |
|  Negli ultimi trent’anni la spesa pro capite delle famiglie lucane è cresciuta del 21,5%, passando da 14.803 euro nel 1995 a 17.988 euro nel 2025. Lo evidenzia Confcommercio Potenza su dati del Centro Studi confederale nazionale. L’aumento annuale rispetto al 2024 è modesto (+292 euro), con picchi intermedi tra il 2007 e il 2019. In controtendenza rispetto alla media nazionale, le famiglie lucane mostrano consumi più prudenti, soprattutto su abbigliamento e calzature, mentre crescono le spese per informatica, comunicazione e servizi ricreativi. Confcommercio sottolinea che fiducia e stabilità dei prezzi potrebbero far tornare i consumi ai livelli del 2007 già dal 2026. Di seguito il comunicato stampa.
La spesa pro capite per i consumi delle famiglie lucane in trent’anni – 1995-2025 – ha subito un aumento del 21,5% passando da 14.803 euro pro capite del 1995 a 17.988 euro pro capite del 2025. Lo evidenzia Confcommercio Potenza sulla base di una rielaborazione regionale dei dati del Centro Studi confederale nazionale. Leggera la differenza (più 292 euro) registrata in un anno in raffronto tra 2024 e 2025 e più consistente in anni intermedi: nel 2007 la spesa per consumi è stata di 16.809 euro, nel 2019 di 16.813 euro. Rispetto alla media nazionale si segnalano profonde differenzazioni: nel 2025 la spesa pro capite media nazionale ha raggiunto i 22.114 euro (era pari a 19.322 euro nel 1995), con un aumento di 239 euro rispetto al 2024 ma ancora inferiore ai picchi del 2007 (-220 euro) I dati e le stime – si precisa - si basano sulle 64 funzioni di consumo della spesa sul territorio, diffuse annualmente dall’Istat. L’aspetto di debolezza dell’attuale scenario – a parere di Confcommercio - è costituito dal profilo dei consumi delle famiglie. Sinteticamente, il tratto comune della psicologia collettiva potrebbe essere: voglio (intenzioni d’acquisto ben orientate come da ultima indagine Confcommercio-Censis, giugno 2025), posso (reddito disponibile crescente in termini di potere d’acquisto), ma in fondo non me la sento di spendere per l’incertezza. Tra le tendenze, più elevato è l’indice di spesa per le apparecchiature informatiche e di comunicazione, (dai personal computer agli smartphone di ultima generazione) e più che raddoppiati rispetto a trent’anni fa le spese per i servizi ricreativi e culturali. Per quanto riguarda i pasti fuori casa - pubblici esercizi – e i servizi di alloggio - viaggi e vacanze - la lettura è più complessa. La Contabilità nazionale dice con chiarezza che il lungo termine sposta risorse su queste voci di spesa legate anche al turismo, ma che nel complesso in termini reali non si sono recuperati i livelli pre-pandemici. Da questi consumi, anche correlati all’incoming passa una potenziale importante spinta alla crescita del PIL italiano nel prossimo biennio. Male, invece, abbigliamento e calzature, su cui pesa una variazione strutturale della domanda, orientata oggi verso capi a minore valore intrinseco rispetto a una volta. È importante sottolineare il ruolo del risparmio energetico dovuto alle innovazioni tecnologiche. Il consumo reale di elettricità, gas e altri combustibili si è ridotto del 35% circa. Ma, come noto, il prezzo unitario dell’energia è molto cresciuto. La riduzione della spesa reale per l’alimentazione domestica ha radici note: demografia e servizi fuori casa comprimono questi consumi. “Anche nella provincia di Potenza”, conferma il presidente provinciale Confcommercio Angelo Lovallo, “le famiglie vivono lo stesso scenario nazionale: una pressione crescente dei costi fissi che riduce la capacità di spesa nei negozi e nelle attività del territorio. Le famiglie locali, come quelle del resto d’Italia, hanno adottato stili di consumo più prudenti, resta più contenuta la domanda di beni tradizionali. È un cambiamento culturale che le nostre imprese devono saper interpretare. Tuttavia, se fiducia e inflazione resteranno stabili, già dal 2026 potremmo tornare ai livelli di consumo del 2007, aprendo nuove opportunità per le imprese. E’ necessario un lavoro corale, per consolidare la ripresa: le nostre imprese hanno dimostrato resilienza, adesso serve fiducia e collaborazione per trasformare questi segnali positivi in crescita stabile”. |
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