Nella Valle del Mercure sono tanti gli utenti in attesa di capire dove si dovranno recare per essere visitati dal proprio medico di famiglia. La situazione che rischia di concretizzarsi è sintomatica delle terribili conseguenze che, negli anni, ha portato la decisione a livello nazionale di mantenere il numero chiuso a medicina, senza una conseguente taratura sulle uscite. Adesso qualcosa sta cambiando per via delle riforma del governo Meloni che ha introdotto la libertà di iscrizione, con scrematura al primo semestre.
Gli effetti, ammesso che ci saranno, non si potranno però notare prima di diversi anni. Così come, nella stessa Basilicata, bisognerà avere ancora un po’ di pazienza per raccogliere i frutti dell’introduzione presso l’Unibas del corso di laurea in medicina, inaugurato alla fine del 2021. Nel frattempo, come abbiamo avuto modo di riportare, i Comuni di Viggianello, Rotonda, Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore a fine mese dovranno a fare i conti con il pensionamento di due dei 5 medici di famiglia. Di fatti, la mancanza di un obbligo specifico da un punto di vista contrattuale di aprire lo studio in quella zona, rischia di complicare non poco le cose. La questione è seguita da vicino dall’assessore alla Salute, Cosimo Latronico, ma il punto è capire come mai ci troviamo in una simile situazione nonostante tutti gli sforzi organizzativi ed economici fatti dalla Regione.
E, soprattutto, come se ne esce. Un possibile rimedio è rappresentato dalla canalizzazione delle scelte - che tuttavia sono e restano libere - in modo da convogliarle. I sindaci valligiani restano a lavoro per trovare una soluzione, ma la situazione è affatto semplice. Qualche novità potrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana. “Attualmente, in Basilicata, esercitano 328 medici di famiglia e, attraverso gli incrementi del massimale introdotti dall’Accordo integrativo, possono assistere fino a 1.575 pazienti deroga compresa. E, per la prima volta, sono entrati a far parte del ruolo unico dei medici dell’ex continuità assistenziale. Tutto questo basterebbe a consentire l’assistenza a tutta la popolazione lucana”. Sono parole del dottor Salvatore Console, direttore del Servizio di assistenza primaria di Lauria-Senise e Villa d’Agri. “Tuttavia - prosegue il dirigente Asp - il nuovo modello impone, da un lato, un cambiamento di mentalità da parte degli utenti che devono uscire, magari con l’aiuto degli amministratori locali, dalla logica ormai superata dei medici condotti.
Ma, dall’altro, serve anche una maggiore apertura da parte dei medici che, pur non essendo contrattualmente obbligati ad aprire un secondo studio, sarebbe opportuno garantissero la presenza quantomeno bisettimanale anche per conoscere i pazienti”.
Dunque, per uscire dall’impasse, il direttore dell’Assistenza primaria invoca il buon senso con il coinvolgimento di tutti gli attori in campo. “Per intenderci - prosegue Console - quando la domanda è sostenuta a dispetto di un’offerta debole, finisce che a farla da padrona sia proprio quest’ultima.
Partendo dal presupposto di una richiesta di assistenza elevata, a fronte di pochi medici, ecco spiegate le difficoltà connesse anche ad un maggior potere contrattuale da parte appunto dei medici, che si trovano con accordi sicuramente a loro favorevoli. Ma non dimentichiamo che le popolazioni più interne sono quelle che hanno maggiore bisogno di assistenza. Ecco perché stiamo invitando i medici ad usare il buon senso affinché, laddove si trovassero di fronte ad una condizione favorevole in termini di assistiti, come nel caso della Valle del Mercure, si possa arrivare ad aperture quantomeno bisettimanali che porterebbero anche ad una maggiore competizione tra i medici, poiché gli utenti sceglierebbero chi ritengono migliore. Inoltre - conclude il direttore - le condizioni che si possono creare sono sicuramente favorevoli poiché gli stessi Comuni sono pronti ad incentivare i medici, ad esempio, mettendogli a disposizione i locali.
Ma, ribadisco, per arrivare ad una soluzione ci vuole buon senso da parte di tutti e gli stessi amministratori comunali devono cercare di guidare i cittadini affinché entrino in questa nuova ottica che prevede le Aft, anche perché ormai la strada è tracciata e non si torna più indietro”. La nuova organizzazione prevede appunto le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che hanno ricalibrato il rapporto medici/abitanti: un medico ogni 1.200 abitanti (prima il rapporto era di 1 ogni 1.000) e un pediatra ogni 850 bambini di età fino a 14 anni e non più fino a 6. Ma la riforma ha anche esteso l’ambito di riferimento a Lauria e Latronico e, proprio a Lauria, esercita il maggior numero di medici di famiglia disponibili ad accogliere nuovi pazienti i quali, oltre che per una distanza già consistente rispetto alle strutture ospedaliere, se non cambia qualcosa, sarebbero costretti a sobbarcarsi parecchi chilometri anche per recarsi dal proprio medico. Abbiamo già avuto modo di fare l’esempio di qualche frazione di Viggianello, che dista da Lauria tanto quanto Potenza da Rionero In Vulture.
La Regione sta cercando di limitare al massimo il problema relativo alla carenza dei medici, come dimostra il recente Accordo integrativo regionale che, tra l’altro, prevede un incremento dei massimali ed un significativo aumento della retribuzione dei medici di medicina generale. Via Verrastro ha anche messo in cantiere nuovi concorsi, per un totale di circa 1.500 nuovi assunti tra medici, pediatri ed infermieri.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it