Non c’è un’emergenza idrica, nessuna restrizione all’orizzonte, ma occorre evitare sprechi e utilizzo improprio dell’acqua potabile. E’ il messaggio che arriva dal vertice promosso da Egrib (Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata) con Acquedotto lucano e i sindaci della provincia di Potenza. Un momento di confronto sulla questione idrica destinato a ripetersi nel tempo, coinvolgendo tutti gli altri territori della Basilicata con l’obiettivo di fare il punto della situazione, monitorare i livelli di acqua in dighe e sorgenti, condividere gli interventi.
“Oggi non siamo in emergenza idrica – ha ribadito Canio Santarsiero, amministratore unico di Egrib – ed è proprio per questo che dobbiamo agire con determinazione per prevenire l’avvio di una fase emergenziale. Gli interventi strutturali per l’ammodernamento delle reti sono stati avviati, ma non bastano. Senza un cambiamento culturale e comportamentale, senza la collaborazione attiva di tutti, il rischio di vanificare gli sforzi è concreto. Le istituzioni da sole – ha aggiunto – non possono bastare se permangono abusi, sprechi e usi impropri della risorsa”. Santarsiero ha chiesto di promuovere un vero e proprio patto sociale per l’acqua: “Un impegno collettivo e permanente – ha concluso – fondato su responsabilità, consapevolezza e partecipazione”.
L’appello ai sindaci è di prevedere ordinanze che invitino la cittadinanza a evitare sprechi e utilizzo di acqua potabile per scopi non domestici. Messaggio rinvigorito dall’amministratore unico di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta. “Il nostro è un appello alla responsabilità nell’uso della risorsa idrica, rivolto ai cittadini e ai sindaci. Abbiamo registrato una riduzione del 20 per cento dell’acqua nelle sorgenti e soprattutto una cattiva pratica, ovvero quella di usare l’acqua potabile a fini irrigui in diversi Comuni del Potentino. Per questo chiediamo la collaborazione, nel controllo, da parte dei primi cittadini”. Andretta è poi sceso nel dettaglio della situazione dello schema idrico Basento-Camastra, al centro della crisi dello scorso anno, spiegando che nell’invaso ad oggi ci sono 11,5 milioni di metri cubi di acqua, tre milioni in più dello scorso anno.
Sono numeri che ci consentono di garantire l’erogazione h24, ma occorre – ha ribadito Andretta – tener presente che abbiamo registrato, nelle ultime due settimane, forti consumi idrici nelle aree rurali con l’utilizzo di acqua potabile, ad esempio, per innaffiare gli orti. E a questo si aggiunge un numero considerevole di utenze abusive”. Insomma, occorre scongiurare che un eccessivo consumo di acqua, unito al calo dell’apporto delle sorgenti (20 per cento in meno rispetto all’anno scorso), possa compromettere l’attuale scenario. “Per assicurare gli attuali livelli di consumo – ha detto Andretta – il potabilizzatore di Masseria Romaniello sta funzionando quasi al massimo delle sue potenzialità (650 litri al secondo) proprio per sopperire alla riduzione delle portate fornite dalle sorgenti”. Cosa succede se i consumi dovessero aumentare? “Considerando che l’approvvigionamento dalle sorgenti in quota è destinato a calare anche in caso di piogge e che il potabilizzatore è arrivato quasi al massimo delle sue potenzialità – ha spiegato Andretta – non saremmo in grado di far fronte a tali aumenti”.
“Negli ultimi mesi – ha sottolineato ancora l’amministratore unico di Acquedotto lucano – i consumi nella città di Potenza sono complessivamente diminuiti rispetto agli anni precedenti. Ciò dimostra che gli interventi effettuati a seguito della crisi idrica del 2024 hanno portato, rispetto al passato, un risparmio pari a circa il 10 per cento. Di contro però – ha proseguito – c’è un aumento dei consumi non solo nelle aree rurali del capoluogo ma anche su tutto lo schema idrico e, in particolare, nelle campagne di Pignola, Ruoti, Avigliano, Vaglio e Filiano”.
Andretta si è soffermato anche sulla situazione degli schemi idrici nel Vulture Melfese e del Marmo Melandro: al momento non ci sono problemi di erogazione, né si registrano aumenti di consumo, ma considerando che nel Vulture Melfese per di più del 90 per cento delle portate utilizzate l’approvvigionamento è garantito da Acquedotto pugliese utilizzando le sorgenti del Sele, risulta necessario, in sede di accordo di programma, garantire le portate destinate ad Acquedotto lucano. Nel Marmo Melandro, invece, le principali fonti hanno quasi raggiunto le potenzialità massime. Di qui l’importanza di contenere i consumi.