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Psa, declassamento delle zone di restrizione in 25 comuni lucani

5/05/2025



Buone notizie per la Basilicata: la Commissione europea ha ufficialmente deciso il declassamento delle zone di restrizione legate alla Peste suina africana (Psa) in ben 25 comuni lucani. Venti comuni passano dalla zona di restrizione di livello 1 a zona libera, mentre altri cinque passano da livello 2 a livello 1. Un risultato che conferma il miglioramento della situazione sanitaria sul territorio e il riconoscimento del grande lavoro svolto in collaborazione tra istituzioni e operatori del settore. Attualmente sono soltanto nove, quindi, i comuni che si trovano in zone di restrizione (tutti nella zona di livello I): Marsico Nuovo, Rivello, Sasso di Castalda, Brienza, Moliterno, Grumento Nova, Paterno, Lagonegro e Tramutola.  


“È un traguardo importante – ha dichiarato con soddisfazione l’assessore regionale alle Politiche agricole, Carmine Cicala – frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto più assessorati, attori sul territorio e una sinergia importante con il ministro per le Politiche Agricole, Forestali e per la Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. Desidero ringraziare in particolare l’assessore alla Salute, Cosimo Latronico, e l’assessore all’Ambiente, Laura Mongiello, per la piena collaborazione e l’approccio integrato che ha guidato ogni fase del nostro intervento”.


 


Un impulso decisivo è arrivato anche dall’avvio del progetto filiera del cinghiale, fortemente voluto dall’assessore Carmine Cicala, che ha contribuito ad aumentare i controlli, a generare maggiore consapevolezza e a rendere più efficace la gestione della fauna selvatica, elemento chiave nel contenimento della Psa.


 


Fondamentale il supporto tecnico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, che ha redatto un dossier scientifico dettagliato basato sui dati raccolti da tutti gli attori coinvolti, in particolare il mondo venatorio – che ha fatto ampio uso dell’app “XCaccia” – e il servizio veterinario regionale, cui va un sentito ringraziamento.


 


Un ringraziamento particolare va anche al Parco nazionale dell’Appennino Lucano, per l’importante contributo al raggiungimento di questo risultato, perseguito attraverso la cattura e l’abbattimento di numerosi cinghiali proprio nei cinque comuni che prevedevano la massima restrizione, ovvero la zona due, oggi declassata a zona uno.


 


Il documento, supervisionato dal ministero della Salute e inviato alla Commissione Europea, è stato accolto favorevolmente, confermando la validità delle azioni messe in campo e la serietà dell’approccio adottato dalla Basilicata.


 


Il coordinamento delle attività è stato garantito dal Gruppo operativo territoriale (Got) regionale, che ha agito con tempestività e metodo, riuscendo a fronteggiare in modo efficace la problematica legata alla diffusione incontrollata dei cinghiali.


 


“La Regione Basilicata non abbasserà la guardia”, ha concluso Cicala. “Proseguiremo con determinazione nel monitoraggio e nelle azioni di contenimento della fauna selvatica. Già oggi vediamo risultati concreti in termini di riduzione del rischio sanitario, agricolo e ambientale. Il nostro impegno resta costante”.




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