|
''Bacco e Minerva 2025'': l’Istituto ''Di Pasca-Fortunato'' di Potenza vince il Premio Minerva |
---|
4/05/2025 |
|  Da poche ore si è concluso il concorso nazionale “Bacco e Minerva”, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e giunto quest’anno alla sua 22ª edizione. Si conferma una delle iniziative più significative nel panorama della formazione tecnico-professionale agraria. Il concorso ha come obiettivo la valorizzazione delle competenze acquisite dagli studenti nei settori della viticoltura, dell’enologia e dell’agroalimentare, promuovendo il dialogo tra scuola, territorio e imprese del settore. L’edizione 2025 ha registrato la partecipazione di circa 40 istituti agrari provenienti da tutta Italia, con la presentazione di 90 campioni di vino, suddivisi in DOCG, DOC, IGT, Biologici, senza solfiti, spumanti, passiti e per la prima volta i piwi ottenuti da varietà resistenti , 17 campioni di olio e 13 elaborati multidisciplinari per il Premio Minerva, che valorizza le capacità di analisi critica, progettazione e comunicazione degli studenti. Il concorso si è svolto sotto l’egida e con il sostegno della Rete RENISA (Rete Nazionale degli Istituti Agrari) e della Rete delle Scuole Enologiche Italiane, le quali promuovono e facilitano la partecipazione degli istituti, favorendo lo scambio di buone pratiche e il consolidamento delle competenze professionali in ambito agro-enologico. In questo significativo e importante contesto, si segnala – si legge nel comunicato- “con particolare orgoglio il risultato ottenuto dall’I.I.S.S. “Di Pasca-Fortunato” di Potenza, che si è classificato primo, ex aequo con l’I.I.S.S. “Fermi-Eredia” di Catania, per il Premio Minerva. A nome dell’istituto, hanno espresso tutta la loro soddisfazione il dirigente scolastico, professore Angelo Mazzatura, il relatore, professore Raimondo Faraone Mennella e i tre studenti autori dell’elaborato: Adriana De Grazia e Matteo Casella della quinta A, e Federica Romaniello della quarta A. L’importante lavoro ha affrontato un tema particolare: il rapporto tra le comunità agricole d'Italia e lo spazio territoriale, inteso come realtà sociale. In questo scenario, “il vigneto rappresenta l'elemento strutturante, carico di implicazioni economiche, politiche e simboliche”. “Il mosaico viticolo Italiano – si specifica- è costituito ad oggi da un numero rilevante di vitigni iscritti al registro nazionale delle varietà di vite e quindi ammessi alla coltivazione. Il caleidoscopio di interazioni di territori e varietà – si precisa- rendono l'Italia un giacimento di esperienze enologiche e culturali che non ha eguali nel mondo; la grande storia enoica italiana è raccontata e testimoniata dalla presenza in territori a forte vocazione viticolo enologica degli Istituti Tecnici e Professionali Agrari che hanno rappresentato e rappresentano tutt'oggi il vettore essenziale della conoscenza attraverso la custodia, la ricerca tecnologica e la progettazione delle strategie enoculturali che rendono le aziende agricole multifunzionali”. Nell'ottica di una corretta interpretazione della tradizione, la formazione degli Enotecnici, dei Periti Agrari e degli Agrotecnici rappresenta il valore pregnante della nostra viticoltura. Con l’elaborato dall’I.I.S.S. “Di Pasca-Fortunato si è esaminata l’area dove ha sede l’Istituto, trattando con approcci metodologici di crescente complessità il segreto che lega le caratteristiche sensoriali di un vino all'origine del suolo dove il vitigno è coltivato, includendo gli aspetti che favoriscono l'interazione tra il vitigno e l'ambiente con particolare riguardo alla scelta dei portinnesti e il loro riflesso sulla espressione vegeto-produttiva della varietà, nonché la gestione dell'interfaccia suolo-atmosfera operata dal portinnesto che è cruciale per favorire una adeguata alimentazione idrica e minerale. In virtù del climate change e della crescente sostenibilità in viticoltura, camminando dal vigneto verso la cantina i futuri tecnici saranno in grado di descrivere, secondo la tecnologia enologica studiata a scuola, l'applicazione pratica in cantina, in riferimento alla varietà e all'elaborazione di un vino di eccellenza con spiccati caratteri di tipicità. Ma anche il ruolo del consumatore farà parte del bagaglio culturale e di conoscenza. L'acquisto di un vino non riguarda solo i suoi aspetti organolettici ma anche i valori simbolici legati al luogo di produzione che fanno del Made In ltaly l'orgoglio della filiera enologica”. Tra gli altri argomenti, i futuri Enotecnici, i Periti Agrari e gli Agrotecnici hanno dovuto descrivere e in un certo senso suggerire, in base alle esperienze curricolari, fasi nuove, ma anche sottolineare i punti di forza, nuove vie, nuove strategie in grado di far dialogare con più efficace ed efficienza il mondo della scuola con quello imprenditoriale. Visioni per possibili nuovi circoli virtuosi tra ricerca e mercato, tra Istituti agrari ed aziende. “La partecipazione a questa importante manifestazione – si sottolinea nel documento- non rappresenta solo un’occasione di competizione, ma soprattutto un prezioso momento di aggregazione e confronto tra studenti, docenti, professionisti e territori. Il concorso – ci tengono a evidenziarlo- si distingue infatti per la sua capacità di creare una comunità scolastica nazionale attorno ai valori dell’identità rurale, dell’innovazione e della sostenibilità. Le giornate dedicate alla manifestazione diventano uno spazio di dialogo e scambio dove si consolidano legami e si rafforzano visioni condivise. Un vero e proprio laboratorio dinamico di cultura tecnica, cittadinanza attiva e passione per il mondo del vino e dell’agricoltura. Un’esperienza che, anche in questa 22ª edizione, ha saputo coniugare competenza e umanità, confermandosi un appuntamento irrinunciabile per la crescita degli studenti e delle scuole agrarie italiane”. I dirigenti, gli insegnanti e i ragazzi dell’Istituto lucano ringraziano i responsabili del concorso, in particolar modo il comitato tecnico-scientifico e l’Istituto Tecnico Agrario e per Geometri "De Sanctis D'Agostino" di Avellino “per l’impeccabile organizzazione, ma anche per l’ospitalità calorosa e l’accoglienza che hanno reso questa esperienza ancora più significativa e memorabile”.
Vincenzo Diego
Nella foto:
Prof. Raimondo Faraone Mennella
Adriana De Grazia
Federica Romaniello |
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
 |