Oggi è stato reciso uno degli alberi più antichi del Pollino. Radici grosse e salde, per ricordare sempre che la terra…la terra…è tutto. Fronde ampie per offrire a tutti i suoi frutti, per riparare dalla pioggia delle giornate negative e per proteggere intere generazioni dalle cocenti e soffocanti delusioni patite da un territorio. Che, però, si è sempre rialzato.
Oggi è morto Leonardo Riccardi. Un amico, prima di ogni cosa.
Un uomo buono, accogliente, figlio degno del suo paese, Terranova di Pollino, che ha fatto dell’ospitalità sincera un elemento nel dna dei suoi cittadini. E’ morto improvvisamente, come improvvisamente arrivavano le note della sua zampogna che erano una meraviglia, in qualsiasi momento di gioia, di sacrale convivialità.
E’ morto nel suo laboratorio, mi dicono. Un laboratorio che abbiamo conosciuto bene, che abbiamo raccontato, che abbiamo amato. E che hanno amato tantissimi musicisti, artigiani della musica della tradizione, sperimentatori coraggiosi. Alcuni di loro lo staranno già aspettando. Perché Terranova sta pagando un tributo troppo alto di vite spezzate, di note interrotte.
Leonardo era un maestro. Una via da seguire. Un sentiero tracciato che non deve essere cancellato. Un tempio di saggezza, di bellezza artistica e, in generale, culturale, portata avanti assieme alla sua amata Francesca e al suo amato Giuseppe.
E quindi?
E quindi quando muore un monumento non muore mai veramente.
Magra consolazione in questo momento; stella polare sul nostro cammino da domani in poi.
Mariapaola Vergallito e tutta lasiritide.it
