È durato un'ora e mezza circa l'interrogatorio di Francesco Piro, accusato di induzione indebita, corruzione, tentata concussione e altri reati contro la pubblica amministrazione.
L’ex capogruppo in Regione di Forza Italia, ha risposto alle domande del gip, stamani, a Potenza, durante l’interrogatorio di garanzia. A confermarlo ai giornalisti, all’uscita dal carcere, il suo avvocato, Sergio Lapenna (nella foto), che ha chiesto al gip, Antonello Amodeo, l’attenuazione della misura cautelare della detenzione in carcere: “Se la nostra richiesta sarà accolta – ha spiegato Lapenna – non ricorreremo al Tribunale del riesame”. La decisione del gip – sempre secondo Lapenna – arriverà entro mercoledì, dopo l’acquisizione del parere del pm, Vincenzo Montemurro, e della sentenza a carico di un accusatore di Piro.
Davanti al magistrato, Piro ha respinto le accuse e ha spiegato i suoi atti, ammettendo “solo raccomandazioni” e negando atti di violenza. Secondo Lapenna, Piro – che “sta benissimo anche se è preoccupato per i suoi familiari”, ha precisato l’avvocato – aveva fatto una “raccomandazione politica non un atto corruttivo, la Basilicata ne è piena". Infine, lo stesso legale ha spiegato che, "in un altro caso, una persona poi vicina al presidente della Regione Basilicata, nel 2016, nell'arco di un accertamento fiscale, aveva chiesto a Piro una tangente per evitare una verifica fiscale."
(Intervista rilasciata dall’avvocato alla Tg3 e all’Ansa della Basilicata)