Anche i sindaci dei Comuni di Calvera e Carbone, Pasquale Bartolomeo e Mariano Mastropietro, hanno inviato una nota ai vertici di Regione Basilicata e Asp in materia di possibile accorpamento delle guardie mediche. '’Confidiamo-si legge- sulla serietà e professionalità di tutti gli organi deputati alla difesa della salute nel territorio della Regione Basilicata e siamo certi di un loro pronto intervento per evitare l’accorpamento delle guardie mediche, che da alcune settimane aleggia come uno spettro.
Balza evidente che la riduzione delle guardie mediche distruggerebbe un sistema sanitario già al collasso nei paesi che rappresentiamo: si tratta di comunità al di sotto dei mille abitanti e con un’elevatissima percentuale di persone anziane e, quindi, fragili, nonché di centri, notevolmente distanti dalle strutture ospedaliere, e che attualmente dispongono del servizio di medicina di base (medico di famiglia) per sole due ore al giorno.
Accorpare le guardie mediche significherebbe lasciare il paziente privo di assistenza immediata: il medico di guardia potrebbe infatti raggiungerlo solo dopo un notevole lasso temporale con un elevato rischio di un intervento tardivo ed inefficace, a ciò aggiungendo che occorre mezz’ora sia per l’arrivo dell’ambulanza che per accompagnare il malato nella struttura ospedaliera più vicina (tra l’altro, l’ospedale più vicino situato in Chiaromonte è da anni oggetto di progressivo sottodimensionamento e ridotto ad un mero pronto soccorso).
L’altitudine di Carbone e Calvera ed il conseguente frequente maltempo nelle stagioni autunnali ed invernali costituiscono un ulteriore ostacolo ad un’assistenza rapida: vi è un elevato rischio che nessuna guardia medica, costretta a barcamenarsi tra i due centri, sia disposta ad assumere detto servizio, in ragione dell’impossibilità oggettiva di lavorare bene ed in modo proficuo.
L’accorpamento delle guardie mediche, inoltre, stride con l’esigenza, espressa in modo particolare durante la pandemia da Covid-19, di potenziare la medica di base e territoriale, dando l’ennesimo colpo di grazia a comunità montane già da tanti anni attanagliate da problematiche ataviche, prima fra tutte la scarsa efficienza delle strutture sanitarie.
Si ricorda, infine, che il diritto alla salute costituisce il più importante principio costituzionale, e, se noi Sindaci di Carbone e Calvera, così come di tutti gli altri centri che rischiano di scivolare inesorabilmente verso questa ecatombe, non riusciamo ad assicurare neppure la difesa del diritto alla vita, non potremo mai rappresentare una speranza di rilancio, di ripresa e di resilienza delle nostre amate comunità’’.