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Luca Ventre: arrivato il nullaosta per restituire la salma alla famiglia |
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10/04/2021 |
|  La magistratura ha concesso il nullaosta per la restituzione alla famiglia della salma di Luca Ventre, il 35enne originario della Basilicata e morto in circostanze poco chiare in Uruguay. Anche se fino a ieri ancora non si conosceva la data in cui si svolgeranno i funerali, che avverranno a Vicenza, dove vive la madre di Luca, Palma Roseti, originaria di Senise, e parte della sua famiglia. Il padre, invece, vive in Uruguay. La salma di Luca era arrivata in Italia lo scorso 1 marzo e una settimana dopo era stata effettuata una seconda autopsia , dopo quella a Montevideo. Sul caso è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Roma. Sulla vicenda della morte del ragazzo, avvenuta il 1 gennaio scorso dopo che il 35enne si era recato nell’ambasciata italiana a Montevideo, è cominciata una mobilitazione che ha portato alla costituzione del comitato lucano ‘’Verità per Luca Ventre’’. Il comitato è promosso da ANPI, LIBERA contro le Mafie, ARCI, Unione degli Studenti, FILEF, ARCI, Mega Tolve, Associazione “Giuseppe Tedeschi”, ASSA e AGORAUT, e diversi cittadini e ha avviato una serie di iniziative tese all’accertamento della verità sulle modalità che hanno causato la morte del giovane di Senise. L’ultima azione del comitato, in ordine di tempo, è chiedere ufficialmente alle istituzioni regionali, a cominciare dai Comuni lucani e, in primis, da quello di Senise (paese in cui si trova ancora gran parte della famiglia di Luca) di prendere una posizione chiara e definita di condanna contro la violenza a cui il giovane è stato sottoposto prima di arrivare in ospedale, quella mattina del 1 gennaio scorso. Perché se è doveroso aspettare che la magistratura (uruguaiana e italiana) faccia il suo corso e accerti come e perché Luca è morto, appare ad oggi inaccettabile per la famiglia che dal Governo Italiano, in particolare dal Ministero degli Esteri, non sia ancora stato detto nulla per condannare la violenza nei confronti di un cittadino italiano che, sul suolo italiano (l’ambasciata) è stato tenuto a terra, inerme, da un poliziotto uruguaiano in quelli che sono stati gli ultimi minuti della sua vita. Pochi giorni fa il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e cooperazione internazionale Benedetto Della Vedova, in risposta ad un’interrogazione, ha restituito una ricostruzione della vicenda che continua a non convincere la famiglia sia per le cause che hanno portato alla morte di Luca (era ancora vivo all’arrivo all’ospedale ma le telecamere di sorveglianza mostrano chiaramente che gli agenti lo portano via a peso morto), sia per la circostanza contraria rispetto alle normative internazionali, che prevedrebbe ‘’l'obbligo, a carico del Paese ospitante, di proteggere i locali della sede da ogni intrusione’’. Nessuna parola, invece, sulla violenza subita da Luca e mostrata dai filmati.
Mariapaola Vergallito
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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