La pandemia, oltre ad aver provocato terribili ripercussioni sul piano sanitario ed economico, ha modificato la vita di ciascuno di noi. La paura ormai è parte integrante della quotidianità, dominata dai dati sul numero dei morti, dei nuovi contagi o dei ricoveri nelle terapie intensive.
In Italia, purtroppo, le vittime hanno ormai superato quota 80mila: un bilancio drammatico. Ma la speranza comincia a insinuarsi, sotto forma di vaccino.
Sappiamo come, dalla fine dello scorso anno, siano iniziate le inoculazioni di Pfizer e, a breve, sarà la volta di Moderna. Ma, ed è notizia di pochi giorni fa, procede a passo spedito anche il vaccino italiano di ReiThera (denominato GRAd-COV2).
Al farmaco stanno lavorando a Roma un centinaio di ricercatori che rappresentano tra le migliori menti di cui il nostro paese disponga e, tra queste, spicca anche un’eccellenza lucana: ovvero la giovane ricercatrice rotondese Stefania Nogaretto.
“Lavoro nel Dipartimento del ‘Quality Assurance’ - ci spiega - che si occupa di portare avanti la documentazione relativa a qualsiasi farmaco. In sostanza, tutta la parte relativa all’approvazione delle fasi produttive e sperimentali avviene all’interno del nostro Dipartimento, dove noi verifichiamo il rispetto di tutto quanto prescritto da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco che ha autorizzato ReiThera, ndr)”.
L’azienda bio-tecnologica ReiThera sta tenendo testa ai colossi stranieri nel migliore dei modi ed i risultati raggiunti sono stati illustrati allo Spallanzani dal direttore scientifico Giuseppe Ippolito, che ha spiegato come il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane “resti costante”, aggiungendo anche che “il vaccino è ad una sola dose” mentre, sia Pfizer che Moderna, devono essere iniettati due volte. Inoltre, come Moderna, anche ReiThera è stabile a 4 gradi centigradi. Il farmaco, dopo aver superato la Fase 1, viaggia spedito verso la Fase 2 (in tutto le fasi sono tre) e si spera che l’iter possa essere completato nel giro di 6 mesi.
Dopo essersi laureata in genetica e biologia molecolare nella ricerca biomedica, Stefania si è specializzata nel settore “Quality & Gmp Compliance”, per poi iniziare fin da subito a lavorare per le multinazionali. Nel Dipartimento lavorano al progetto un’altra coordinatrice, come lei, e una Qualifed Person. Il suo percorso in ReiThera è iniziato tre anni fa e l’ha portata ad occuparsi di un programma così importante per l’Italia e il mondo.
“Assolutamente non avrei mai pensato di potermi trovare a lavorare per qualcosa di così rilevante e atteso - aggiunge la ricercatrice rotondese - anche perché, nelle multinazionali, le prime esperienze riguardano farmaci molto comuni. Nel mio caso, ad esempio, ho lavorato per la Tachipirina, piuttosto che per l’Oki o altri farmaci di carattere ospedaliero. Successivamente sono arrivata in questa realtà, che è una bio-tech e, quindi, completamente diversa. Basti pensare che anche il reparto produttivo è composto interamente da ricercatori, quasi tutti laureati in biologia, chimica, chimica e tecnologia farmaceutica o biotecnologie. Qui abbiamo lavorato esclusivamente per trial scientifici, l’equipe che ha creato questa azienda aveva anche prodotto il vaccino per Ebola ed era in grande crescita. Tuttavia, pensare che, da lì a tre anni, saremmo stati al centro del mondo, devo dire che proprio non me lo aspettavo. Ma, chiaramente, è un’esperienza che da un punto di vista professionale mi sta appagando profondamente”.
Ma Stefania, visto che ha solo 31 anni, non ha alcuna intenzione di fermarsi: è giustamente ambiziosa ed ha voglia di spingersi più in là.
“Continuerò sicuramente a lavorare nell'ambito scientifico, perché è quello che ho scelto e che mi piace. Ma voglio anche crescere e provare a raggiungere ruoli di maggior rilievo, anche perché le possibilità per riuscirci ci sono”.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it