Rotonda sta ancora piangendo le recenti due vittime della pandemia, ma un destino amaro sembra essersi accanito sulla comunità quasi a volerle ricordare che non si muore solo per il Covid.
È davvero tanto il cordoglio per due improvvisi decessi, avvenuti nelle spazio di pochissime ore, di due persone il cui ricordo rimarrà sempre indelebile per come erano e per quello che hanno fatto in vita.
Roberto Pandolfi e Omero Bravi sono morti, rispettivamente, a 52 e 53 anni portandosi dietro un vuoto impossibile da colmare.
Entrambi hanno profuso un grande impegno: Roberto, in particolare, nella politica come vicesindaco durante l’Amministrazione guidata da Carlo Tarantino; Omero, in particolare, nel sociale come presidente dell’Associazione i “Falchi del Pollino”.
“Sono rimasto davvero senza parole – ci dice Francesco Bruno, che con Roberto ha condiviso l’esperienza politica oltre ad esserne stato collega nella stessa ditta rotondese – una persona straordinaria. Era un tipo taciturno ma, allo stesso tempo, ti disarmava ogni qualvolta gli chiedevi qualcosa. La sua preparazione era eccezionale, si è fatto da solo e fu anche capace di vincere un concorso da segretario comunale. Aveva ricoperto anche un incarico nel settore finanziario del Comune di Rotonda, che lasciò per coerenza al termine del secondo mandato di Carlo Tarantino e nonostante noi gli avessimo detto che non lo avrebbero certo mandato via. Soffriva di problemi cardiaci ma dopo il ricovero, purtroppo, è accaduto tutto così in fretta da non renderci nemmeno conto di cosa sia avvenuto. Era sagace, brillante e ironico allo stesso tempo. Ero solito chiamarlo Enrico Cuccia (famoso banchiere, ndr) per il suo modo di rispondere, arrivare e sparire all’improvviso. Discutevamo, ci confrontavamo ma alla fine era sempre lui a trovare la soluzione”.
“I ricordi che ho di Omero sono talmente tanti che potremmo stare qui a parlarne chissà per quanto tempo – ci racconta Giuseppe Franzese, segretario dell’Associazione i “Falchi del Pollino” – insieme ne abbiamo fatte davvero tante. Gli piacevano tantissimo i fuoristrada, era una passione che ha sempre coltivato. Poi non ha potuto proseguire nel suo impegno da presidente, ma è rimasto sempre al nostro fianco. Anche noi abbiamo sempre voluto che non ci lasciasse, tanto da eleggerlo quale delegato regionale della Federazione. La sua scomparsa ci ha sconvolti, non ci possono essere le parole giuste per descrivere come ci sentiamo tutti in questo momento. Per questa nostra passione che ci univa ha fatto davvero tanto, non si fermava mai. Ricordo davvero con enorme piacere la sua iniziativa di coinvolgere i ragazzi con disabilità, una giornata trascorsa in montagna che volle fortemente e che rimarrà sempre impressa nelle nostre memorie. Per noi è sempre stato una figura di riferimento”.
Queste splendide che ci hanno reso Francesco e Giuseppe sono solamente due delle tante testimonianze, capaci di spiegare cosa rappresentassero Roberto e Omero per la comunità rotondese.
Le due terribili notizie sono giunte, rispettivamente, domenica e oggi proprio mentre, ieri, ricorreva il secondo anniversario dalla morte di Nicola Di Sanzo, stroncato sul lavoro a soli 35 anni. Anche il ricordo di Nicola ci rimanda al medesimo destino assurdo e amaro, di chi si è spento ma non verrà certo mai dimenticato.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it