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Aggiornato il disciplinare di produzione del Peperone di Senise IGP |
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20/11/2020 |
| Sono state apportate significative modifiche al disciplinare di produzione del Peperone di Senise IGP, migliorie che riguardano diversi aspetti agronomici e commerciali, ma che non cambiano le caratteristiche organolettiche e il metodo di essiccazione del noto ortaggio rosso della Basilicata.
A variare non è soltanto la denominazione del prodotto, quest'ultima cambiata da "Peperone di Senise" a "Peperoni di Senise" (per via delle le 3 tipologie di ecotipi esistenti), ma anche l'epoca di semina e di trapianto, il sesto d'impianto e tutte le modalità con cui queste operazioni possono essere effettuate, inserendo addirittura attrezzi meccanici finora assolutamente vietati.
Cambia anche l'epoca di raccolta: l'inizio non sarà più nella prima decade di agosto, come previsto nel vecchio disciplinare del 1996, ma, dalla campagna 2021, i peperoni potranno essere raccolti a partire dal momento in cui le bacche raggiungono la maturazione commerciale, senza la necessità di avere quindi un calendario ben preciso.
"Queste migliorie – spiega Enrico Fanelli, presidente del Consorzio di Tutela del Peperone di Senise IGP – ci permetteranno di avere più superfici coltivate e di aumentare le produzioni per ettaro, in quanto si vanno a semplificare e ad agevolare le tecniche agronomiche e di lavoro degli operai. Abbiamo voluto fortemente modificare un disciplinare di produzione che risultava ormai obsoleto, distante dall'evoluzione tecnologia e dai mercati e inidoneo ad affrontare i cambiamenti climatici, sempre più frequenti negli ultimi anni".
"Era un passo che andava fatto già da molto tempo. Un progetto che si conclude dopo circa 2 anni di intenso lavoro, di studi e di incontri presso il Ministero preposto. L'approvazione di queste modifiche non farà altro che fidelizzare maggiormente con gli associati e, di conseguenza, i vari clienti sparsi in Italia e in alcuni Paesi europei".
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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