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Filiano piange l’agente di polizia penitenziaria morto a Ferrara a soli 32 anni |
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5/10/2020 |
| Era originario di Filiano Mario Rocco Santoro, agente di polizia penitenziaria, che ha perso la vita a soli 32 anni per un incidente avvenuto ieri mattina a Montalbano. L’uomo, da tre anni in servizio all’Arginone, è morto dopo alcune ore di lotta all’ospedale di Cona per le conseguenze dell’impatto tra la sua Kawasaki Ninja e una Toyota Hybrid.
Come riporta il Resto del Carlino, lo scontro, le cui cause sono ancora in fase di accertamento, è stato molto violento ed è avvenuto con la parte anteriore della destra dell’automobile. Ad avere la peggio è stato l’agente, sbalzato fuori dalla carreggiata e finito con la sua motocicletta in un campo agricolo che costeggia la strada.
A ricordarlo una nota a firma di Saverio Brienza, segretario regionale SAPPe della Basilicata.
“La segreteria regionale SAPPe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) della Basilicata – si legge nel comunicato – esprime un sentito cordoglio per la perdita dell'agente scelto Mario Rocco Santoro della Polizia Penitenziaria, in servizio presso il Reparto della Casa Circondariale di Ferrara. La morte del giovane poliziotto, originario di Filiano (PZ), ci lascia sconvolti, poiché seppur in servizio nell'istituto ferrarese, egli era molto conosciuto anche nell'ambiente penitenziario lucano, avendo anche svolto qualche anno fa un periodo di tirocinio presso la Casa Circondariale di Potenza, in occasione del suo iniziale percorso formativo per acquisire la qualifica di agente in prova. Mario era un ragazzo garbato, corretto e aveva dimostrato sin da subito la dedizione per l'uniforme che indossava con onore, raggiungendo in poco tempo un elevato livello professionale, tanto da essere poi inserito nel Nucleo traduzioni di Ferrara. Mario era ben voluto da tutti, un ragazzo che sapeva esprimere la vera amicizia. Questa segreteria regionale, interpretando anche i sentimenti di tutta la polizia penitenziaria della Basilicata, si unisce al dolore dei propri familiari per la grave perdita”.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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