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Frana su 481 tra Basilicata e Calabria: ''ora serve sinergia e celerità''

10/05/2020



E’ passato già un mese e mezzo da quando la Statale 481 che collega la Basilicata alla Calabria, è stata letteralmente interrotta a causa di una frana che pare continui a muoversi, anche se lentamente, continuando a spingere e i danni rischiano di farsi sempre più ingenti. La strada si è alzata su più punti, coinvolgendo un ponticello e un viadotto. In pericolo anche una masseria e altre strutture vicine. Il traffico da e per la Calabria è paralizzato, tanti i danni economici e non solo. Come abbiamo più volte scritto si tratta di un’arteria fondamentale per la viabilità interna e riguarda direttamente la valle del Sarmento (il territorio è quello di Cersosimo) e il versante calabrese che poi si affaccia sulla jonica. Gli appelli dal mese di marzo sono numerosi. “Quello che si chiede sono interventi decisi e immediati”, questo dice la gente. Nelle ultime ore le voci sono più distese, le polemiche lasciano spazio al dialogo e alla collaborazione. L’ingegnere Francesco Sabato dell’Anas, che abbiamo contattato, sottolinea l’impegno sin dal primo momento, ma vuole anche evidenziare come “l’Azienda sia parte lesa in questa vicenda, e al sindaco era già stata illustrata tutta la problematica. Purtroppo non possiamo intervenire – precisa- al di fuori delle nostre pertinenze, del resto è una frana antica, estesa, un profondo movimento lento, uno scoscendimento di un intero versante, un ponticello sta subendo delle deformazioni, dei disassamenti importanti a causa del movimento, ma anche un muro di sottoscarpa su un tornante presenta delle lesioni con possibile distacco”. Per queste ragioni - sottolinea ancora l’ingegnere- ‘’abbiamo scritto una nota al sindaco e alla Regione per un sopralluogo congiunto, ancora da fissare, ma siamo anche intervenuti con un drone per una interpretazione geomorfologica, per acquisire ulteriori elementi utili e arrivare con un quadro più preciso all’incontro”. Parole importanti che fanno ben sperare anche se per la soluzione, questo si capisce, servono tempo e concertazione.
Dal palazzo di città, il sindaco di Cersosimo Armando Loprete si dice pronto al dialogo, sottolinea che è l’unica strada se si vuole lavorare per la comunità seriamente e portare a casa risultati utili per tutti. ‘’Abbiamo ricevuto note di divieti e successivamente di proroghe con la specifica di verifiche e sopralluoghi”. ‘’Comunque sia – continua il primo cittadino- anche noi, sin dalle prime notizie, abbiamo informato telefonicamente i rappresentanti istituzionali della Regione, oltre alle note indirizzate ai diversi dipartimenti: Infrastrutture e mobilità, all’Autorità di bacino, alle Politiche di sviluppo e formazione, alle Politiche agricole, alla Protezione civile, all’Anas, interessando persino il Prefetto’’. Una di queste note è stata inviata all’assessore regionale Francesco Fanelli, al quale, oltre a spiegare la situazione e le difficoltà quotidiane causate dalla chiusura, viene anche evidenziato come la 481, fosse già rimasta fuori dagli interventi dello Sviluppo Nazionale Aree Interne, perchè la priorità è andata ad altre arterie e perciò ‘su questa importante via di comunicazione si eseguono da anni solamente lavori di manutenzione ordinaria, ormai non più sufficienti a garantirne la necessaria efficienza e sicurezza’’.

Note, segnalazioni, per chiedere un tavolo tecnico, per fare chiarezza, per muovere i primi passi utili, in grado di affrontare un problema serio che non va sottovalutato. Proprio per questo servono più concertazione, dialogo, ma anche risposte rapide, partendo da una serie di interventi e di studi preliminari per meglio comprendere le dimensioni e il movimento franoso. Confidiamo, dunque, in questo tavolo tecnico allargato a più soggetti e comprendiamo il momento di difficoltà causato dall’emergenza sanitaria che sta mettendo a dura prova un po’ tutti, ma speriamo in tempi migliori, in una fase nuova in grado di farci parlare di più e meglio così da poter dare risposte chiare alla gente, e questo è nell’interesse veramente di tutti’’.

Vincenzo Diego



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