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Moliterno zona rossa. I cittadini scrivono a Bardi

16/04/2020



Da Moliterno è partita una lunga lettera agli indirizzi dei vertici della Regione Basilicata, sottoscritta da circa 200 cittadini del paese dichiarato zona rossa il 17 marzo scorso. Ai 200 cittadini si aggiungono quanti, in queste ore, stanno contattando i promotori dell’iniziativa per aggiungere anche la loro firma. Noi ne abbiamo parlato con uno dei promotori, Angelo Zambrino.
Da cosa è partita questa iniziativa?
L’iniziativa è nata da me e da altri amici. Persone diverse per età, estrazione politica e interessi. Ci siamo ‘visti’ in videoconferenza qualche giorno fa ed è uscita fuori questa esigenza di alzare un po’ i toni sulla vicenda Covid a Moliterno. Non vogliamo assolutamente entrare in opposizione con l’amministrazione comunale, che ha consumato dei passaggi che, però, non hanno sortito gli effetti sperati. Questo è il momento dell’unione di intenti.
Avete redatto il documento inviato ai vertici della Regione.
Sì, documento che contiene alcune richieste chiave. Tra queste non c’è, in prima istanza, la richiesta della eliminazione della zona rossa. Quella sarebbe un’opzione, perché per poter valutare la rimodulazione dell’ordinanza è necessario fare dei campionamenti.

Da quando è stata istituita la zona rossa a Moliterno (17 marzo), nei fatti cosa è successo?
Nei fatti non è stato fatto nulla. Nel senso: sono stati effettuati, ad oggi, 50 tamponi. Il numero dei tamponi fatti ha subìto un’accelerata nell’ultima settimana, non prima, perché prima erano forse una ventina i tamponi effettuati. Ed erano stati effettuati su persone che avevano una sintomatologia, come il colpo di tosse, la febbre eccetera. Per spiegare meglio faccio un esempio: all’interno di uno stesso palazzo hanno trovato tre persone dello stesso nucleo familiare positive; ai genitori della donna non è stato fatto alcun tampone ma a distanza di una settimana la madre ha iniziato ad avere dei sintomi ed ora è ricoverata perché è positiva.
Attualmente i positivi di Moliterno sono 17, come da bollettino regionale?
Sì, ma bisogna capire nel frattempo quali si sono negativizzati. A tal proposito ci sono anche difetti di comunicazione molto gravi. Quello che noi ci chiediamo e che lamentiamo è: perché fare tutto per step, e aspettare prima di prendere provvedimenti? Perché non tutelare subito la salute di tutti?

Voi dite: avete dichiarato Moliterno zona rossa, agite in fretta per l’emergenza, no?
Assolutamente sì. E faccio un altro esempio pratico. Per motivi di lavoro io sono andato da un cliente in montagna, ho percorso la strada che va verso Lauria. Quella strada è aperta. Cosa è stato chiuso? Se avessi voluto proseguire e andare verso Castelsaraceno, lo avrei fatto perché non ho trovato nessuno. Ci sono tante strade che collegano i centri rurali e che sono aperte. E non dimentichiamo che due casi, di cui uno purtroppo con una vittima, si è verificato nelle aree rurali.
Cosa chiedete insomma?
Moliterno è già un paese in ginocchio. La zona rossa è stata prorogata al 26 aprile. Noi abbiamo chiesto: interventi massivi che, attenzione, non significa tamponi a tutti. A me puoi anche evitare di fare il tampone, te lo faccio pure risparmiare, perché nell’ultimo mese ho avuto una tipologia di contatti contenuti e non mi ritengo nelle condizioni di doverlo fare. Però c’è tanta gente che avuto in qualche modo rapporti o contatti con persone contagiate o vicine ai contagiati e forse, anche per una questione di scrupolo, sarebbe meglio effettuare i tamponi. Per esempio: invece di farlo a me, fallo a mio padre che, a ottanta anni, è un soggetto più a rischio. Chiediamo, come è scritto nella lettera, di inoltrare al Governo la richiesta di estendere le misure adottate nei primi 11 comuni della Lombardia e del Veneto dichiarati zona rossa, che prevedevano benefici fiscali e lo stop a bollette per energia, gas e acqua, e sospensione di pagamenti e riscossioni. Le chiediamo di prevedere misure ad hoc per i tanti cittadini che fuori dai confini di Moliterno svolgono attività economiche e professionali autorizzate dalla normativa nazionale. E chiediamo l’invio massivo di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, tute, calzari), considerato che Moliterno è sottoposta a misure speciali deve ricevere anche una risposta speciale all’emergenza.

Mariapaola Vergallito



LA LETTERA INTEGRALE

Signor Presidente,

Con la Sua ordinanza n. 7 del 17 marzo 2020, Moliterno veniva dichiarata “zona rossa”. Oltre ad essere la prima zona rossa della regione è anche la prima zona rossa dell’emergenza Covid-19 priva di monitoraggio e assistenza sanitaria. L’atto da Lei adottato in una situazione di emergenza che vedeva Moliterno al centro di un primo focolaio di contagi sul territorio regionale, prevedeva nuove stringenti misure in aggiunta a quelle già contenute nei DPCM che limitavano gli spostamenti su tutto il territorio nazionale. Un atto che chiudeva il paese: sbarrate le strade, chiusi gli accessi.

I cittadini di Moliterno hanno accettato con diligenza e senso del dovere, storicamente pronti al sacrificio e al rispetto delle regole. Nelle ore immediatamente successive a questo atto così importante e non privo di dolorose conseguenze sul piano economico e sociale anche per i prossimi mesi, Moliterno ha vissuto un forte senso di abbandono. A partire da una semplice esigenza di particolare importanza in questa nostra epoca e in questa straordinaria emergenza: la comunicazione. Assenza di notizie, informazioni, motivazioni chiare degli atti adottati, prospettive.

La popolazione pur subendo, scossa anche dal rincorrersi di notizie, tante false e imprecise e ben poche quelle fondate, ha accettato, onorato e rispettato responsabilmente le prescrizioni. Ha osservato le regole imposte a tutela della salute di tutti.

Egregio Presidente, sappia che siamo disposti a rispettare le regole, ma non siamo disposti a calpestare i nostri diritti.

A scadenza della prima ordinanza ha fatto seguito una ulteriore proroga delle misure di chiusura del paese (Ordinanza n.15 del 3 aprile 2020), genericamente motivata dalla S.V. con “l’evolversi della situazione epidemiologica” (non verificata stante l’esiguità dei test effettuati). L’ulteriore incomprensibile motivazione, da Lei aggiunta, è quella della mancanza nel territorio comunale “di strutture e strumentazioni sanitarie idonee”, giustificando così una Sua “grida” di manzoniana memoria con l’assenza di un “lazzaretto” dove ricoverare gli ammalati.
Nel frattempo, in quei 14 giorni, Moliterno nonostante tutto dinamico e attivo, ha tirato il freno a mano e si è arroccato ancor di più sui suoi 850 m di altitudine. Ma, a fronte del sacrificio dei moliternesi non vi è stata nessuna attivazione di assistenza sanitaria; si è chiuso il paese chiedendo ai cittadini di restare a casa senza supporto sanitario e senza dispositivi di protezione; non è stato effettuato monitoraggio dei sintomatici e degli asintomatici; nessuna informazione, nessuna comunicazione chiara alla popolazione. In una parola, i moliternesi hanno percepito: abbandono.

Una situazione divenuta sempre più pesante, con il continuo ripetersi di frasi e dichiarazioni ipotetiche circa la possibilità di screening sulla popolazione, mappatura dei contagi e tamponi. Ma nulla di concreto si è visto, se non una ulteriore Sua Ordinanza, emanata durante la veglia pasquale, per confermare, questa volta omettendo ogni motivazione, la chiusura del paese fino al 26 aprile 2020, in barba ai fondamentali principi dello Stato di diritto, secondo i quali qualsiasi provvedimento che incida sulle libertà personali deve essere motivato.

Con 17 casi positivi e il doloroso caso di una morte per (o con) Covid, Moliterno conta circa 50 tamponi effettuati, nonostante a breve diventerà il Comune che, a livello planetario, batterà il record di chiusura fino ad ora detenuto da Wuhan, la città cinese primo focolaio della pandemia. Capirà bene che i dati fanno molto riflettere, li sottoponiamo alla Sua attenzione così che Ella potrà ben capire che questo modo di procedere non equivale a un reale controllo della situazione, anche perché con l’accertamento di un contagiato di tanto in tanto, alla prossima scadenza, basterà prorogare la chiusura di Moliterno sine die.
Circoscrivere un focolaio di malattia infettiva significa acquisire analiticamente tutte le notizie inerenti la persona colpita dall’infezione: rapporti familiari, contatti extra familiari, figli, bambini, amici, chiunque abbia potuto avere rapporti con il “soggetto”, almeno negli ultimi 15 gg. Risalire con certezza all’origine dell’infezione, analizzare eventuali spostamenti di ciascun componente, in paese, in regione, quindi sottoporre ad accertamenti diagnostici tutti, ed immediatamente, i probabili coinvolti. A Moliterno, zona rossa, non si è proceduto così. Ai pochi tamponi ad intermittenza nell’ambito dello stesso nucleo familiare (addirittura qualcuno di questi ha dovuto implorare il tampone) ha fatto pendant l’assenza di DPI e il silenzio delle comunicazioni. A distanza di un mese oltre all’aver istituito e prolungato la zona rossa, quali sono le altre azioni che la Giunta Regionale ha adottato relativamente alla situazione di Moliterno? Quali le misure prese dalla task force regionale? Soprattutto, quali azioni intende intraprendere ora? Sotto tali aspetti non possiamo non registrare un Suo comportamento omissivo. Non occorrono proclami e annunci, non la vaga promessa di “prendere in considerazione la eventualità di sottoporre a tampone tutta la popolazione residente”.
Conosciamo la difficoltà di tale misura, ma pretendiamo chiarezza e un intervento urgente che prenda in considerazione concretamente queste proposte:
Le chiediamo che entro pochi giorni, si attivi per poter avere un campionamento massivo (con tampone orofaringeo) per poter conoscere la reale propagazione dell’infezione sulla popolazione di Moliterno da Lei dichiarata zona rossa.
Le chiediamo di inoltrare al Governo la richiesta di estendere le misure adottate nei primi 11 comuni della Lombardia e del Veneto dichiarati zona rossa, che prevedevano benefici fiscali e lo stop a bollette per energia, gas e acqua, e sospensione di pagamenti e riscossioni.
Le chiediamo di prevedere misure ad hoc per i tanti cittadini che fuori dai confini di Moliterno svolgono attività economiche e professionali autorizzate dalla normativa nazionale, così da prevedere che dai prossimi giorni questi possano raggiungere i propri posti di lavoro, previa esibizione di autocertificazione.
Le chiediamo l’invio massivo di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, tute, calzari), considerato che Moliterno è sottoposta a misure speciali deve ricevere anche una risposta speciale all’emergenza. Solo successivamente a un reale monitoraggio sulla popolazione, poteva essere accettabile una ulteriore decisione riguardo alla proroga della chiusura del nostro paese. Pertanto le chiediamo urgentemente di procedere a tale monitoraggio che potrà consentire l’isolamento dei casi positivi e l’annullamento del suo provvedimento di chiusura, consentendo alla nostra comunità, già particolarmente segnata, di poter riprendere, nel rispetto delle norme uguali per tutti, la propria strada verso la libertà.





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