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''Si annullino autorizzazioni per centrale su Frido e si valuti responsabilità''

10/03/2020



Una ventina di destinatari, tra Ministeri, Regioni, sindaci, Prefetture e Procure. Una sola richiesta, netta: l’adozione di provvedimenti di revoca o annullamento in via di autotutela della autorizzazione unica ‘’per la realizzazione ed esercizio di impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile e la revoca in via di autotutela del DGR n.42 del 20 gennaio 2020 e la decadenza del Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale. Cioè: che venga annullata o revocata l’autorizzazione regionale che lo scorso 20 gennaio ha di fatto rideterminato i termini di validità del giudizio favorevole di compatibilità ambientale del progetto per la costruzione della centrale idroelettrica sul Frido, per un periodo di 18 mesi ‘’decorrenti dalla comunicazione della data di ripresa dei lavori’’. La richiesta porta la firma di Ferdinando Laghi, membro del direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino oltre che presidente dell’associazione Internazionale Medici per l’Ambiente. Essa è stata inviata “a tutti gli uffici della Regione Basilicata e di ogni altra Istituzione pubblica che abbia l’obbligo di tutela degli interessi collettivi e affinché ciascuno possa assumersi le proprie responsabilità”.
Laghi ha inviato la richiesta “nella speranza- si legge- che l’attuale compagine di governo della Regione Basilicata voglia assumere iniziative di discontinuità rispetto alle passate amministrazioni, mostrando attenzione e sollecitudine, tramite azioni concrete di salvaguardia del territorio, per i diritti e gli interessi della popolazione residente nell’area del Torrente Frido, nonché per la tutela della biodiversità dell’area protetta del Parco del Pollino e per uno sviluppo economico ed occupazionale coerente con le vocazioni dell’area’’.
Laghi, inoltre, chiede alle autorità giudiziarie destinatarie della missiva di valutare se, ‘’possano ravvisarsi eventuali estremi penalmente rilevanti, o di danno erariale’’, segnalando ‘’l’ipotesi che l’area interessata dai lavori descritti possa essere eventualmente sottoposta a sequestro preventivo’’.

Mpv
Lasiritide.it






per un approfondimento

Le premesse
PREMESSO CHE
- con deliberazione Giunta regionale Basilicata n. 835 del 9 luglio 2013 – Dipartimento attività produttive, Politiche dell’Impresa e del Lavoro, Innovazione tecnologica- (All.1) veniva rilasciata autorizzazione unica per impianto di produzione energetica da fonte rinnovabile ex art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i. relativo ad un progetto di centrale idroelettrica, lungo il corso del Torrente Frido, nei Comuni di Chiaromonte, San Severino Lucano, Viggianello (PZ), presentato dalla HD s.r.l., avente sede a San Lazzaro di Savena (BO). Spiace qui rilevare che tale autorizzazione si sia giovata anche – e incomprensibilmente, attesa la rilevanza del corso d’acqua interessato che scorre in ZONA 1 del Parco Nazionale del Pollino, l’area a massima protezione dello stesso- del Parere Favorevole dell’Ente Parco (All.2), rilasciato nell’ambito dell’apposita conferenza di servizi convocata dalla Regione Basilicata;

- il progetto risulterebbe prevedere una centrale idroelettrica con potenza di kWe 987, una condotta di presa lunga km 6,8 con una vasca di carico di dimensioni in pianta di m 15,7 x m 27,4 e una profondità di m 5, per una capacità complessiva di 1.269 metri cubi. Un’ulteriore condotta forzata (diametro mm 900 e lunghezza di m 2591) per alimentare due turbine ospitate in un edificio di centrale in cemento armato di dimensioni pari a m 14,9 x m 11 e altezza di m 6,23. Infine, è previsto anche un canale di restituzione di m 2 x m 2, anch’esso in cemento armato. L’opera prevede una portata massima di 1.351 litri al secondo e dovrebbe garantire soltanto 150 litri al secondo di deflusso minimo vitale, praticamente un rigagnolo. Giova qui sottolineare che i calcoli qui riportati, relativi alla portata del Torrente Frido, appaiono ormai datati, risalendo a circa 10 anni fa, e non più aderenti alla attuale realtà dei fatti, vista la progressiva riduzione della portata del torrente, per via delle mutate condizioni climatiche, con relativo impoverimento della portata del Frido, come di altri corsi d’acqua dell’area e non solo;

- con nota prot. n. 193970/75AB del 14 novembre 2011 l’Ufficio Compatibilità ambientale della Regione
Basilicata avrebbe espresso giudizio positivo condizionato di compatibilità ambientale al termine del
relativo procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), mentre la predetta autorizzazione
unica aveva validità “per un periodo massimo di cinque anni, con obbligo di dare inizio alla esecuzione dei lavori entro e non oltre un anno, decorrenti dalla data di ricevimento del … provvedimento” (“a pena di decadenza della … autorizzazione … la Società HD s.r.l. è tenuta a dare inizio ai lavori di costruzione dell’impianto idroelettrico, delle relative opere connesse e delle infrastrutture indispensabili entro un anno e ad ultimare gli stessi entro tre anni, decorrenti dalla data di notifica del … provvedimento di autorizzazione unica”);

- con nota del 15/05/2014 prot. n° 0078258/170C (all.4) il Dirigente Ufficio Energia esprimeva nulla osta al subentro e voltura della titolarità della concessione di derivazione di acqua pubblica dal torrente Frido da HD s.r.l a Lageri s.r.l.;

- in data 01/07/2014 la società Lageri s.r.l. unitamente al Direttore dei Lavori provvedevano a sottoscrivere il verbale di inizio lavori, verbale, sembrerebbe, non trasmesso né comunicato agli Enti competenti;
- con D.D. Ufficio Energia n°23AF.2016/D.00032 del 05/08/2016 (All.3) è stata concessa la proroga di un anno (entro il 18/07/2017, a pena di perdita dell’efficacia dell’Autorizzazione) del termine previsto per la ultimazione dei lavori di costruzione dell’impianto idroelettrico, in corso di costruzione lungo il Torrente Frido in agro dei comuni di San Severino Lucano, Viggianello e Chiaromonte;

- in data 16/06/2017 l’Ente Parco Nazionale del Pollino, a seguito di segnalazione e sollecitazioni del sottoscritto, che aveva recepito, a sua volta, quanto segnalato da Associazioni ambientaliste – in primo luogo il Gruppo Lupi di San Severino Lucano- ha trasmesso, con nota prot. 7284, al Raggruppamento carabinieri Parchi – reparto Parco Nazionale del Pollino- tale segnalazione, in relazione a presunte irregolarità dei lavori in corso lungo il Torrente Frido;

- contestualmente con nota prot. 7282 del 16/06/2017, l’Ente Parco ha invitato la Regione Basilicata ad espletare un sopralluogo congiunto a seguito delle predette segnalazioni;

- a seguito di sopralluogo effettuato dall’Ente Parco unitamente ai tecnici del Comune di Viggianello e San Severino Lucano, al personale della stazione Carabinieri Parco di San Severino Lucano e al Comandante capo Ing. Vincenzo Perrone, l’Ente medesimo ha emesso Ordinanza n°3 del 23/06/2017 (All.4) con la quale è stata disposta la sospensione dei lavori e il ripristino dello stato dei luoghi -per esecuzione lavori in difformità dal progetto- mediante la rimozione del materiale accumulato nell’alveo e nella sezione idraulica del torrente Frido, la ricostruzione dei profili originari del terreno e la messa a dimora delle specie vegetali preesistenti. Tale Ordinanza è stata notificata, a cura della stazione Carabinieri Parco di San Severino Lucano, alla ditta esecutrice dei lavori e al direttore dei lavori Ing. Rocco Rosano, rispettivamente in data 01/07/2017 e 17/07/2017;

- la Soprintendenza Basilicata con nota prot. 8237 del 06/07/2017 ha richiesto agli enti competenti l’adozione degli atti di propria competenza finalizzati alla immediata sospensione dei lavori e la immediata verifica degli eventuali abusi perpetrati, e ciò a seguito di autonomo e apposito sopralluogo effettuato dai tecnici della Soprintendenza;

- in data 06.11.2018 l’Ente Parco ha eseguito apposito sopralluogo di verifica dal quale emergeva la non completa ultimazione dei lavori di rimessa in pristino, secondo quanto disposto nell’Ordinanza n°3 del 23/06/2017 ((All.5 – Verbale di sopralluogo prot. 11051 del 16/11/2018).

- con D.G.R. n° 969 del 13/12/2019 (All.6), la Regione Basilicata ha cosi Deliberato:
 Di PROROGARE, ai sensi dell’articolo 25 del D.L.vo n. 152/2006 (e ss.mm.ii.) il periodo richiesto dalla Società proponente (18 mesi), e pertanto fino alla data del 08 gennaio 2020, il termine di validità del Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale di cui alla D.G.R. n. 835 del 09 luglio 2013, stabilendo che entro tale termine dovranno essere ultimati tutti i lavori relativi al progetto di che trattasi. Trascorso tale termine, per la realizzazione dei lavori non eseguiti dovrà essere reiterata la procedura V.I.A., salvo eventuale ulteriore proroga concessa dall’Autorità Competente in materia di V.I.A. su istanza motivata e documentata del proponente;

- con prot. 468 del 21/01/2020 (All.7) il raggruppamento Carabinieri Parco-reparto PNP- comunicava che a quella data non erano stati effettuati ulteriori lavori rispetto a quelli di ripristino, già conclusi;

- con D.G.R. n°42 del 20/01/2020 (All.8), la Regione Basilicata ha rideterminato i termini di validità del giudizio favorevole di compatibilità ambientale, di cui alla suddetta D.G.R. n° 969 del 13/12/2019, per un periodo di 18 mesi decorrenti dalla comunicazione della data di ripresa dei lavori;

- con nota prot. n. 0014439 del 28/01/2020 (All.9), il dirigente dell’Ufficio Energia della Regione Basilicata ha pubblicato l’avviso di avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità delle opere relative al progetto in epigrafe;

CONSIDERATO CHE:
- l’area di cui trattasi, quella del torrente Frido, è ad elevatissimo pregio ambientale e, come detto, situata nella ZONA 1 del Parco, quella cioè a massima valenza naturalistica e paesaggistica;

- già, per tale motivo, appare sorprendente e non condivisibile la iniziale concessione dell’autorizzazione unica (deliberazione Giunta regionale Basilicata n. 835 del 9 luglio 2013), addirittura avallata dal Parere Positivo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino;

- tale area, infatti, è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera c, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e rientra nel territorio protetto del Parco Nazionale del Pollino, fatto che comporta il divieto di “modificazione del regime delle acque negli alvei naturali” (art. 11, comma 3°, lettera c, della legge n. 394/1991 e s.m.i.). A tal proposito deve essere fortemente sottolineato che il progetto prevede, tra le altre cose, una incredibile sproporzione tra prelievo di acque previsto (portata massima di 1.351 litri al secondo) e deflusso minimo vitale (appena 150 litri al secondo!);

- va, inoltre, rilevato che la più recente normativa (2017) e le linee guida conseguenti hanno determinato un aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale al fine di garantire il mantenimento nei corsi d’acqua del deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici definiti ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, del 23 ottobre, 2000 appare ancor più stringente e rafforza ulteriormente la palese impossibilità di un intervento come quello previsto sul Torrente Frido (Vedi:
• Decreto n. 29/STA del 13.02.2017 (di approvazione delle Linee Guida per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche, in relazione agli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici definiti ai sensi della Direttiva 2000/60/CE …)
• Decreto n. 293/STA del 25.05.2017 (modificativo del DD STA 29 del 13-2-2017)
• Decreto n. 29/STA del 13.02.2017 (testo coordinato con il decreto modificativo STA 293-STA del 25-5-2017)
• Decreto n. 30/STA del 13.02.2017 (di approvazione delle Linee Guida per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale al fine di garantire il mantenimento nei corsi d’acqua del deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici definiti ai sensi della Direttiva 2000/60/CE …);

- in aggiunta a quanto riportato nel punto precedente, va sottolineato come le condizioni ambientali siano mutate, ed in peggio, in particolare nel corso dell’ultimo decennio, per quanto riguarda la portata del Torrente Frido -e non solo-, attesa la presenza dei cambiamenti climatici che ne hanno comportato la riduzione di portata. Il lungo lasso di tempo intercorso dalla presentazione del progetto di cui trattasi (10 anni!), dovrebbe necessariamente comportare una approfondita rivalutazione della complessiva situazione ambientale, prima di ogni ulteriore decisione;

- tale area è inoltre caratterizzata dalla presenza di specie autoctone quali la trota mediterranea (Salmo cetti) e la lontra europea (Lutra lutra). La trota mediterranea è specie endemica delle isole maggiori e dei fiumi appenninici con popolazioni in decremento, tanto da essere classificata come specie vulnerabile in Europa con stato di conservazione considerato “cattivo e sfavorevole” in Italia.

- sempre a riguardo della trota mediterranea, il Parco Nazionale del Pollino è partner nel progetto europeo LIFE STREAMS (Life18 NAT/IT/000931 – Salmo ceTtii REcovery Actions in Mediterranean Streams), che vede capofila il Parco Nazionale della Majella. Obiettivo principale del progetto è il recupero e la conservazione della Trota mediterranea (Salmo cettii o Salmo macrostigma), specie inserita in allegato II della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) ed endemica dell’area mediterranea;

- per quanto concerne la lontra, essa è considerata tra le specie più vulnerabili ed a forte rischio di estinzione ed è particolarmente protetta anche dalla legislazione comunitaria, risultando esplicitamente inserita negli allegati II e IV della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE. La conservazione della lontra è di competenza del Ministero dell’Ambiente (allegato B e D del DPR 8 settembre 1997 n. 357 e s. m. i.);

- proprio la Regione Basilicata, con Deliberazione n. 530 del 16/04/2007, ha approvato il “Progetto per le attività di monitoraggio, gestione e conservazione del patrimonio faunistico regionale”, che comprende il monitoraggio della presenza della lontra in alcuni corsi fluviali della regione, mediante analisi genetiche di campioni biologici raccolti;

- il progetto della centrale idro-elettrica appare del tutto inutile e irrilevante, inoltre, anche dal punto di vista della produzione energetica e dell’impatto occupazionale, rivelando, con ogni evidenza, la sua natura unicamente affaristica, oltre che di aggressione ambientale. Sarebbe, infatti, modestissima la produzione energetica, in una regione, per di più, caratterizzata da un progressivo surplus energetico (attualmente, secondo i più recenti dati TERNA, relativi all’anno 2018, giunta al + 10,6%), e si accompagna ad un numero irrilevante di nuovi posti di lavoro (1 o 2…), a fronte della riduzione certa di turisti e visitatori che sicuramente non potrebbero apprezzare e desiderare di visitare un’area stravolta e snaturata da una dissennata attività antropica;

- appare del tutto incomprensibile e fortemente contraddittorio il comportamento della Regione Basilicata che, mentre da un lato ha fissato modi e tempi di esecuzione dei lavori autorizzati, continua dall’altro a concedere proroghe, tutte, ad oggi, puntualmente scadute senza che i lavori siano mai stati completati. Né si comprende come alla DELIBERA n. 969 del 13 dicembre 2019, che fissava la data ultima per il completamento dei lavori all’8 gennaio 2020, pena la decadenza del Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale, abbia immediatamente fatto seguito, dopo poche settimane – su richiesta della Ditta interessata e con una evidente indeterminatezza/carenza di chiare e fondate motivazioni il DGR n.42 del 20 gennaio 2020, con l’ennesima proroga per ulteriori 18 mesi, a far data, fatto davvero sorprendente e del tutto inusuale, “dalla comunicazione della data di ripresa dei lavori”;

- la decisione contenuta nella DGR n.42 del 20 gennaio 2020 della Regione Basilicata ha generato unanime sconcerto tra le Associazioni ambientaliste, più d’una delle quali -tra cui AIW, Italia Nostra, WWF e LIPU- hanno con fermezza criticato la decisione assunta (All.10 - 13 ), paventando un danno ambientale grave e irreparabile;

la situazione del Torrente Frido, già balzata all’attenzione degli Organi di Informazione nel 2017, per il gravissimo danno ambientale perpetrato dalla Ditta Lageri s.r.l., è, di recente, nuovamente tornata agli “onori della cronaca” (All.14 - 15), per l’allarmante ripresa di una vicenda che tutti ritenevano ormai conclusa, seppur con grave danno ambientale residuo che, certamente non poteva essere – così come non lo è stato-, sanato con l’adempimento, da parte della Ditta Lageri s.r.l., delle prescrizioni dell’Ente Parco per la rimessa in pristino dei luoghi sfregiati dalle attività svolte nel 2017;

- la concessione della proroga dei lavori, senza il necessario rinnovamento dell’iter autorizzativo da parte della Ditta interessata, è stata fatta oggetto anche di specifica interrogazione parlamentare, a firma degli On.li D’Ippolito, Cillis, Parentela (All.16) a riprova della gravità, delicatezza e rilevanza nazionale della vicenda;

- vivo allarme sociale ha altresì destato nella popolazione residente nell’area la determinazione del Dirigente del Dipartimento Ambiente ed Energia – Ufficio Energia- (prot. 0014439/23AF del 28 gennaio 2020) con l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, che interessa circa 300 SOGGETTI! (ibid. All.9);







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