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Carabinieri. Furti di auto tra Basilicata e Puglia, 5 arresti

5/03/2020



I carabinieri del comando provinciale di potenza, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, hanno arrestato in Cerignola (FG) e Melfi (PZ) 5 persone, costituenti una banda specializzata nei furti di autovetture.

Il provvedimento scaturisce da un’articolata attività investigativa, coordinata dalla procura della repubblica di Potenza, che ha consentito di documentare l’operativita’ degli indagati, con base operativa e logistica in cerignola, responsabili di incursioni notturne nel potentino, mettendo a segno lo scorso anno oltre 30 furti di autovetture nel giro di pochi mesi, decodificandone le centraline elettroniche al fine di eludere i sistemi di sicurezza “immobilizer”.

Nelle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza e condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Melfi (PZ), è stata data esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali, disposta dal GIP di Potenza, nei confronti di cinque persone, quattro delle quali residenti in Cerignola (FG) ed una in Melfi (PZ), ritenute responsabili in concorso fra loro di decine e decine e di furti aggravati consumati o tenta ti avvenuti tra il gennaio ed il maggio 2019 nei comuni di Melfi, Lavello, Rionero in Vulture, Barile e Rapolla.
Dalle indagini emergeva una ben definita organizzazione di stampo ''familiare" radicata nel Comune di Cerignola dedita alla realizzazione di una attività di vero e proprio "approvvigionamento" di autovetture svolta in tutto il territorio lucano.
In particolare, il quadro probatorio acquisito consentiva di individuare una sequenza di circa trenta furti commessi solo nella prima metà del 2019; dati, questi ultimi, altamente significativi ed allarmanti, soprattutto per le modalità adottate, connotate da particolare professionalità e scaltrezza criminale.
Tale fenomeno, difatti, solo negli anni 2018 e 2019, collocava i Comuni di Melfi, Rionero in Vulture, Barile, Rapolla e Lavello, ai primi posti in Italia tra i Comuni più afflitti da questi reati di particolare matrice predatoria.
Le indagini consentivano di ricondurre tutti i furti ad un'unica organizzazione criminale promossa e gestita da due pregiudicati cerignolani (padre e figlio) con il concorso degli altri tre indagati.
In particolare, a seguito di un tentato furto commesso in Barile (PZ) il 07 maggio 2019, l'attività investigativa consentiva di identificare gli indagati ed individuare l'autovettura utilizzata .
Il gruppo veniva così monitorato e, in data 13 maggio 2019, due dei cinque indagati venivano tratti in arresto in flagranza di reato mentre tentavano di impossessarsi di un'autovettura in Melfi (PZ).
Acquisiti in tal m9do importanti elementi investigativi, si procedeva ad una meticolosa ed articolata attività di indagine sviluppata attraverso l'incrocio di tabulati e celle telefoniche, esame di immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza, analisi dati e plurimi riscontri operativi, che consentivano di ricostruire l'intera attività criminosa e delineare la responsabilità dei cinque relativamente ad ogni singolo furto commesso dall'inizio del 2019.
Le macchine oggetto di furto erano tutte connotate da un elemento in comune; difatti, dei circa trenta furti commessi nel territorio del Vulture-Melfese, le autovetture oggetto di sottrazione erano sempre di quattro modelli.
Il furto dei veicoli avveniva con il medesimo mezzo fraudolento ovvero con centraline decodificate che, sostituite a quelle originali, permettevano di eludere il sistema di sicurezza immobilizer (caratterizzato da chiavi crittografate), così come alcune chiavi passepartout artigianali utilizzate per la messa in moto.
Tutti i furti ed i tentati furti commessi venivano posti in essere con un'unica modalità: gli autori, prima, aprivano o forzavano con arnesi da scasso le portiere delle macchine, disarticolavano i fili di accensione come emergeva dalle denunce dei proprietari e degli utilizzatori dei veicoli rubati da cui si rilevava come i fili fossero stati estratti dalla parte collocata al di sotto del volante - aprivano il cofano delle macchine, nonché, avvicinandosi al body computer, staccavano i fili di accensione che collegavano, poi, alla centralina modificata.
Le modalità 'dei furti apparivano tutte ricorrenti, routinarie e ben consolidate, a riprova di un meccanismo ben collaudato dai complici che, consci dell'estrema facilità della sottrazione, compivano un numero effettivamente sorprendente di furti tale da allarmare la cittadinanza della zona del Vulture­ Melfese e tale da essere annotato persino nelle cronache nazionali che collocavano la Basilicata come il territorio con la più elevata frequenza di furti.
La misura è stata eseguita con l'impiego di 30 militari del Comando Provinciale di Potenza, che traevano in arresto gli indagati, sottoponendoli alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.



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