La vergogna può diventare bellezza? Da questa domanda parte il viaggio che la Fura dels Baus, compagnia catalana ormai quarantennale, ha intrapreso con Ulderico Pesce, autore e interprete di tanti monologhi dedicati a tematiche dal forte impegno civile. Quel viaggio, iniziato mesi fa con incontri e laboratori, sta per sfociare in uno spettacolo in cui si parlerà di fughe e di arrivi, di situazioni vergognose e di luoghi meravigliosi: La bella vergogna, scritto da Ulderico Pesce per la regia di Pera Tantiñà de La Fura dels baus, debutterà il 10 agosto al Banxhurna di San Paolo Albanese (Potenza), in pieno Parco Nazionale del Pollino (repliche 11 e 12 agosto). Realizzato nell'ambito dell'omonimo progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, lo spettacolo è coprodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e dal Centro Mediterraneo delle Arti. In scena ci saranno Ulderico Pesce, Maria Letizia Gorga, Lara Chiellino, Eva Immediato e altri 30 artisti.
È un lavoro denso e ricco di storie quello confluito nello spettacolo La bella vergogna, che mescola il teatro di azione e di immagine, tipico de La Fura dels Baus, con il teatro di narrazione, cifra stilistica di Ulderico Pesce. Si parte da Matera per raccontare “le vergogne” che con il tempo sono state reinterpretate come “bellezza”. Togliatti, per esempio, durante un comizio del 1948 definì la città una “vergogna nazionale”, quella stessa città che oggi è diventata Capitale Europea della Cultura 2019. Attraverso il teatro, la danza, la musica e i video, il progetto capovolge, quindi, il concetto stesso di vergogna, anche quelle attuali, rileggendole da subito come potenziale, come bellezza non ancora espressa.
Sono tante le storie che attraversano La bella vergogna: c'è la descrizione che fece Carlo Levi, nel Cristo si è fermato a Eboli, della situazione “vergognosa” in cui vivevano circa 20 mila abitanti dei Sassi; la fuga, a partire dal 1500, delle popolazioni di Rito Bizantino che scapparono dall'Albania e dal Peloponneso perché minacciati dall'esercito Musulmano e si stanziarono a San Paolo Albanese, alle pendici del Monte Pollino; le fughe dei monaci bizantini che, a seguito delle Leggi iconoclaste del 726, partirono dall'Oriente per sbarcare sulle coste del Metapontino per poi recarsi a Matera e in altri luoghi della Basilicata risalendo i fiumi; le fughe attuali di migranti disperati che nei loro territori vengono spogliati di ogni diritto da dittatori o multinazionali del petrolio e che arrivano sulle nostre coste mostrandoci i segni dei soprusi; le fughe dai “piccoli paesi d'Italia” che vivono la piaga dello spopolamento; le fughe sotterranee di petrolio che stanno martoriando la Val d'Agri, nella Basilicata interna, dove insiste il giacimento petrolifero più grande dell'Europa continentale.
Lo spettacolo è stato preceduto da cinque laboratori artistici tra teatro, musica, danza popolare, uso espressivo del fuoco e lavorazione della ceramica, tenuti a Matera, Rivello, San Paolo Albanese, Cersosimo e Guardia Perticara.
La Fura dels Baus
Fondata a Barcellona nel 1979 da Marcel•lí Antúnez Roca, Quico Palomar, Carles Padrissa e Pera Tantiñà, la compagnia si definisce come un gruppo di teatro urbano che ricerca uno spazio scenico diverso da quello tradizionale. I loro lavori, in genere, mescolano musica, movimento, arte circense, utilizzo di materiali naturali e industriali, applicazione di nuove tecnologie, e spesso coinvolgono direttamente gli spettatori. Nel corso degli anni Novanta, la compagnia ha esteso i suoi progetti artistici al teatro testuale, al teatro digitale, alla realizzazione di grandi eventi, e ad altre attività. Si è addentrata anche nell'industria cinematografica, con la pellicola Faust 5.0. All'attivo anche incisioni musicali come gruppo rock e opere liriche. Tra gli spettacoli teatrali ricordiamo Accions, Suz/o/Suz, Tier Mon, Noun, Manes, Simbiosis, Faust 3.0, OBS, XXX, Metamorfosis, Imperium, Boris Godunov.
Chi è Ulderico Pesce
Attore, autore e regista teatrale, dirige il Centro Mediterraneo delle Arti. Oltre ad aver partecipato come attore ad alcuni film e fiction televisive, ha realizzato soprattutto opere teatrali di impegno civile. Molte trattano temi cari alle popolazioni della sua terra, la Basilicata, e al Mezzogiorno in generale. Ricordiamo: Asso di monnezza, che racconta e denuncia i traffici illeciti di rifiuti in Italia, Contadini del Sud, tratto dall'opera di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, L'innaffiatore del cervello di Passannante, in cui si narra la storia dell'anarchico Giovanni Passannante, autore dell'attentato a Umberto Primo di Savoia e condannato a una durissima prigionia, Storie di scorie, sul pericolo nucleare in Italia dei depositi di scorie di Rotondella, Saluggia, Casaccia e delle grandi manifestazioni popolari del novembre 2003 contro la decisione di creare un deposito nazionale di scorie nucleari a Scanzano Jonico, FIATo sul collo, spettacolo che narra dei 21 giorni di lotta degli operai dello stabilimento Fiat di Melfi, Evviva Maria, in cui si racconta la storia dei moti di Reggio Calabria del 1970, Petrolio, dedicato al più grande giacimento di petrolio d'Europa, collocato in Basilicata.
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