La voce della Politica
Rita Bernardini interroga il Ministro della giustizia sul carcere di Potenza |
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17/11/2011 | Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Poche ore fa, Marco Pannella, intervenendo su radio radicale, ha chiesto dove sia finita “la prepotente urgenza” di cui il Presidente Napolitano, in qualità di garante del Diritto e dei diritti, ebbe a parlare lo scorso 28 luglio, nel corso del Convegno“Giustizia! In nome del popolo italiano” organizzato dai Radicali.
Il leader radicale ha tra l’altro dichiarato: “Io non avevo capito bene – quattro mesi fa, esattamente il 28 luglio – sulla «prepotente urgenza», adesso mi pare diventa chiaro! La «prepotente urgenza» era quella di fare scomparire non solo le identità – con suicidi e tanti altri sistemi – ma anche le immagini, dei direttori delle carceri, di decine e decine di migliaia di servitori dello Stato – che rifiutano di divenire complici della sporca “democrazia reale” che incombe”.
Pannella, nel ricordare che è urgente affrontare la questione Giustizia con la sua appendice carceraria, ha concluso il suo intervento affermando: “Non ci rassegneremo!”
E certo non si rassegna la deputata Radicale Rita Bernardini, che da anni sta svolgendo un lavoro straordinario sul fronte delle carceri. L’on. Bernardini, che ad agosto aveva avuto modo di constatare le criticità degli istituti di pena lucani, ha nuovamente interrogato il Ministro della Giustizia sulla situazione del carcere di Potenza, raccogliendo la denuncia del Sappe.
Interrogazione di Rita Bernardini
Al Ministro della Giustizia
Premesso che:
lo scorso 14 novembre, il Segretario Generale del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe) ha diramato il seguente comunicato: “Il Sappe vuole porre l’attenzione dei vertici dell’Amministrazione penitenziaria sulle precarie condizioni strutturali in cui versa la Casa Circondariale di Potenza, la cui attivazione è risalente agli anni 50. Da tempo, infatti, si registrano numerose anomalie strutturali che destano forti preoccupazioni sotto il profilo della sicurezza. Da circa un mese, dopo che i tecnici preposti ne hanno dichiarato il rischio di crollo, è stato chiuso il Reparto penale, poiché, a causa di abbondanti infiltrazioni di acqua, è stata compromessa la consistenza strutturale di una parte del padiglione. Tale stato di fatto ha comportato l’immediata evacuazione del reparto in questione con il trasferimento di tutti i detenuti presso il Reparto giudiziario, il quale, anche quest’ultimo, non versa in condizioni del tutto ottimali. Al momento l’unico intervento, a parte l’immediata evacuazione del Reparto penale, è stato quello del Provveditorato Regionale di trasferire solo 5 detenuti in altro Istituto del distretto; nel frattempo l’Istituto di Potenza è stato destinatario di altri numerosi detenuti provenienti da altri Istituti trasferiti per “sfollamento. Lo stato attuale detentivo dell’Istituto potentino sta divenendo assai preoccupante in quanto i reclusi sono ristretti tutti presso il Reparto giudiziario, “stipati” in stanze anguste e assolutamente non adeguate a quello che prevede il Dpr 30 giugno 2000, nr. 230, con negative ripercussioni sulla sicurezza del personale di Polizia Penitenziaria, costretto a escogitare quotidianamente soluzioni per “tamponare” le colossali inadeguatezze. A tal riguardo abbiamo chiesto urgentemente di attivare gli Uffici competenti affinché vengano posti in essere ulteriori idonei provvedimenti, anche di tipo deflattivo, nei confronti dei detenuti, finalizzati a riportare un regolare stato di vivibilità detentiva all’interno della struttura penitenziaria, al fine di evitare che la situazione possa determinare episodi di criticità a danno dell’Amministrazione e del personale che, allo stato, risulta essere assolutamente sotto organico e pertanto numericamente inidoneo a fronteggiare situazioni di notevole gravità. Oltre alla predetta situazione si è verificato, infatti, il continuo “scollamento” di pesanti lastre di marmo che rivestono il muro di cinta, ed anche se la parte interessata è stata parzialmente interdetta al passaggio di pedoni le barriere poste in essere per transennare la zona appaiono assolutamente inidonee e prive di sicurezza. Numerose infiltrazioni di acqua piovana provengono dai solai posti nelle due caserme (femminile e maschile) e nella porta carraia, soprattutto causate dal deterioramento degli impianti di canalizzazione dell’acqua, tanto da creare forti getti di acqua all’interno dei predetti locali, ponendo fondati dubbi sulla idoneità delle condizioni igienico sanitarie. Sarebbe più corretto porre tempestivi interventi di ripristino, evitando un disastroso deterioramento delle strutture, con l’aggravio di costi per le riparazioni. Per ultimo, e non per minore importanza, la parziale funzionalità dell’impianto termico, che determina ulteriori precarie condizioni di vivibilità sia per i detenuti che per il personale di Polizia Penitenziaria, quest’ultimo costretto a lavorare con temperature inidonee, in particolar modo nelle ore notturne e ancor di più se si pensi alle particolari condizioni climatiche della Regione”:-
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda porre in essere per far fronte ed eliminare le criticità denunciate dal SAPPE;
quali motivi abbiano fino ad ora impedito di procedere in tal senso.
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