-->

HOMEContattiDirettoreWebTvNewsNews SportCultura ed Eventi

La voce della Politica

Cova Viggiano: 'dove finisce il petrolio aspirato?'

21/04/2017

Dove va a finire tutto il petrolio che l’Eni aspira da ben 80 giorni a Viggiano e Grumento Nova? A chiederselo è il comitato di professionisti costituito dagli avvocati Giovanna Bellizzi, Antonio Grazia Romano, Rocco Viggiano e dall’ingegnere Antonio Alberti.
Il nostro comitato, già prima della Conferenza di servizi del 28 marzo 2017, ha chiesto alla Regione Basilicata le copie dei Documenti di trasporto dei materiali – terreno, miscela di acqua e petrolio – provenienti dai sondaggi e dall’aspirazione di liquido inquinante: acqua e greggio. Attività condotta da Eni sul territorio di Viggiano e Grumento Nova.La Regione Basilicata ci ha risposto – con nota formale pervenuta solo in data 18 aprile 2017, mentre la nostra richiesta è datata 22 marzo 2017 – che la quantità dei documenti che abbiamo chiesto era tanta per cui occorreva tempo, non essendoci molto personale a disposizione. Lo scopo di questa richiesta era quello di avere informazioni circa gli spostamenti di tali materiali verificando che essi siano trasferiti lì dove si possano trattare correttamente.

Ad esempio, se il terreno proveniente dai 108 carotaggi effettuati da una ditta incaricata da Eni finissero in un bosco anziché in discarica, costituirebbero un indebito inquinamento di terreno sano in quanto alcune carote di terreno sono contaminate da idrocarburi e metalli pesanti. Pertanto occorre tenere sotto controllo chi custodisce tali carote e dopo che Arpab avrà eseguito analisi a campione che confermino la validità delle analisi ordinate da Eni, le carote di terreno verranno portate in idonei centri abilitati al loro trattamento.
Se applicassimo lo stesso ragionamento per gli ingenti quantitativi di acqua inquinata da petrolio e metalli pesanti e, forse, materiali radioattivi, estratti dal terreno da Eni durante le operazioni di bonifica del territorio inquinato da greggio, risulta di grande importanza conoscere quali sono le quantità estratte e trasportate ed è estremamente importante sapere quali sono i centri di trattamento presso cui queste ingenti quantità di liquidi pericolosi vengono portati.
Ad oggi non ci è stata data la possibilità di conoscere queste informazioni. Speriamo vivamente che l’Arpab e la Regione controllino il trasporto ed il trattamento di tali liquidi pericolosi.

È anche importante scongiurare il potenziale pericolo di essere indotti ad autorizzare in deroga ciò che, invece, non è stato autorizzato fino ad oggi, perché esiste un fondato timore che possa avere impatti su un ambiente già notevolmente compromesso, proprio alla luce dei recenti episodi di sversamento di petrolio dal Cova .
Il pensiero corre così al progetto Simam. Un impianto mobile che vuole trattare, con un processo fisico-chimico, l’acqua di processo del Cova contenente idrocarburi, metalli pesanti e materiali radioattivi, proprio come la miscela che attualmente viene aspirata dal sottosuolo, per poi scaricare l’acqua “depurata” risultante, nel depuratore Asi e, quindi, nel fiume Agri.

Dalle osservazioni presentate dall’avvocato Bellizzi e dall’ingegnere Alberti – durante la Valutazione di impatto ambientale risultano numerose criticità di questo progetto, oltre ad un timore di impatto ambientale e rischio possibile incidente rilevante.

Le enormi quantità di petrolio fuoriuscito e aspirato in questi 3 mesi da Eni, sarà continuamente trasportato altrove oppure Eni – per evitare il protrarsi di questo oneroso trasporto con autobotti si appresterà a far arrivare un impianto di trattamento mobile che tratti in loco tali liquidi?
Questo è un ennesimo rischio ambientale che va scongiurato. L’emergenza che si è creata ultimamente in Val d’Agri non deve, in alcun modo, costituire alibi per autorizzare altri progetti che non solo non risolverebbero la situazione ma finirebbero per aggravare lo stato e la salubrità di una zona già fortemente compromessa.

Quanto sopra illustrato, per ora, è solo frutto di un “dicitur”. La gente mormora e si spera che non abbia fondamento, ma si chiede alla Regione Basilicata di decretare l’incompatibilità ambientale dei progetti di trattamento mobili dei reflui petroliferi in Val D’Agri, anche per evitare provvedimenti ministeriali e scaricabarili di responsabilità. Se questo nostro accorato appello sarà ignorato chiediamo ai lucani di mobilitarsi numerosi per opporsi ed alla Magistratura chiediamo di intervenire per salvaguardare il nostro territorio da un ulteriore grave impatto ambientale in barba a tutte le leggi di salvaguardia dell’ambiente.




archivio

ALTRI

La Voce della Politica
20/11/2025 - Bardi: impegno e fondi per il settore agricolo

“In questi anni la Giunta regionale ha lavorato concretamente con agricoltori, allevatori, consorzi e organizzazioni del settore, mettendo in campo interventi strutturali che hanno garantito stabilità, competitività e presidio del territorio. Dalla zootecnia alla forestazion...-->continua

20/11/2025 - Cicala: attuazione programmi Csr e Psr

L’assessore regionale alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Carmine Cicala, è stato audito oggi dalla Commissione Consiliare per illustrare lo stato di attuazione della programmazione dello sviluppo rurale in Basilicata: il Complemento CSR 2023-2027...-->continua

20/11/2025 - Basilicata. Maratea, una rete per proteggere il mare

Si è conclusa con successo a Maratea, presso la prestigiosa cornice di Villa Nitti, una intensa e partecipata due giorni dedicata alla fase finale del Progetto Europeo Life Seanet, iniziativa strategica di livello nazionale coordinata da Legambiente e realizza...-->continua

20/11/2025 - Domani a Matera la CISL con la leader nazionale Daniela Fumarola

La partecipazione dei lavoratori alle imprese come leva strategica per prevenire e governare le crisi industriali. È questa la prospettiva al centro della tavola rotonda promossa dalla Cisl Basilicata che si terrà a Matera (UnaHotels MH), domani venerdì 21 nov...-->continua

20/11/2025 - Chiorazzo (BCC): ''Le scelte della Regione mettono in crisi le strutture accreditate''

"Da mesi le strutture sanitarie private accreditate avevano segnalato con estrema chiarezza che i criteri scelti dalla Giunta regionale per determinare i tetti di spesa del biennio 2025–2026 avrebbero prodotto effetti gravi sui servizi e sull’occupazione. Oggi...-->continua

20/11/2025 - ASM, operativo domani a Matera l’ambulatorio di Psicologia del Programma Nazionale Equità nella Salute

Nell’ambito del Programma Nazionale Equità nella Salute valido per il periodo 2021-2027 sul contrasto alla povertà sanitaria, sarà attivato da domani, venerdì 21 novembre, l’ambulatorio di Psicologia rivolto ai cittadini in condizione di vulnerabilità socio ec...-->continua

20/11/2025 - Basilicata. Specialistica ambulatoriale: la posizione dell’assessore Latronico

Così l’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e PNRR, Cosimo Latronico sulle recenti polemiche circa le prestazioni di specialistica ambulatoriale ex art. 25 della Legge 833/1978 delle strutture private accreditate e convenzionate.

“Il Decret...-->continua


















Agoraut - Associazione culturale di informazione territoriale - P.Iva: 01673320766 - Copyright© lasiritide.it - Webmaster: Armando Arleo