La voce della Politica
Bolognetti contro Striscia la Notizia: 'davvero impudenti' |
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4/03/2017 | Non so perché, ma da qualche ora mi frulla per la testa "La corazzata Potëmkin". No, non il film odiato da Fantozzi, ma la bella canzone di Roberto Vecchioni tratta dall'album "Bandolero stanco".
Se mai avessi avuto dubbi sulla gestione e la funzione svolta da trasmissioni quali "Striscia la notizia", questi dubbi sono stati fugati da un episodio che ho avuto modo di vivere in prima persona.
Ottobre 2015: ricevo una telefonata da Pino Giannone, alias Pinucciosono. Il corrispondente di Striscia mi dice di aver letto dei problemi del Pertusillo e che ha intenzione di realizzare un servizio. Nel corso della conversazione fornisco ampie spiegazioni e nelle ore successive invio al Giannone alcuni documenti.
E' fatta! Il servizio si fa e quelli di Striscia mi dicono che dobbiamo vederci a Spinoso, sullo sbarramento del Pertusillo.
Il 23 ottobre siamo tutti li, io, Giannone e i suoi accompagnatori. Ciak, si gira! La telecamera inizia a filmare e ovviamente parlo anche di Eni e delle attività estrattive in Val d'Agri. In pochi secondi provo a svolgere il filo di un ragionamento.
Sembra fatta e Giannone, finita l'intervista, chiama i suoi referenti nelle sfere alte di Canale 5.
Pochi minuti e lo scenario cambia improvvisamente. Quelli dei piani alti hanno detto che il servizio non interessa più. La notizia non c'è, riferisce Giannone.
Provo a capire, anche se il tutto è fin troppo chiaro. Provo anche ad insistere, a dire che il tema è importante e ad un certo punto convinco Pinuccio a seguirmi in quel di Viggiano.
Si parte. Io a fare da apripista e dietro la macchina dell'impudenza. Squilla il telefono: "Pinucciosono". No, guarda, non interessano nemmeno le storie del Cova, dei pozzi di reiniezione e dei siti inquinati.
Pinuccio, tra l'imbarazzato e l'arrogante, saluta e rivolge il cavallo verso la Puglia. Io, visto che ci sono, a Viggiano ci vado comunque per proseguire un lavoro di ricerca e documentazione.
Striscia in questi giorni è tornata su luogo del delitto. Tranquilli, questa volta non hanno commesso errori. Hanno risolto il problema alla radice non chiamandomi. E soprattutto, sia chiaro, anche questa volta tutto hanno fatto tranne che onorare il diritto alla conoscenza e la verità. Perché, mi chiedo, in queste ore, in tanti concentrano la loro attenzione sul Pertusillo e non su quanto sta avvenendo nella Zona industriale di Viggiano?
"La voce dell'impudenza"? In effetti impudenti lo sono davvero. La loro impudenza, però, è quella di un giornalismo d'inchiesta di facciata, assolutamente funzionale al regime. Un programma nazionalpopolare, ma antipopolare nella misura in cui lor signori evitano accuratamente di pestare i calli ai grandi inserzionisti e di raccontare verità scomode.
E' l'impudenza di un piccolo Ministero della Verità; l'impudenza di chi mira solo ad alimentare i rumori di un bombardamento mediatico che spesso, troppo spesso, non cerca la notizia, i fatti, la verità, ma alimenta solo paure e le cavalca.
L'impudenza di chi alimenta risentimenti, il "fanno tutti schifo" e "il sono tutti uguali".
No, cari striscianti amici, non siamo tutti uguali e c'è chi prova ad onorare il diritto alla conoscenza di un popolo e lo Stato di diritto con l'impegno quotidiano e non con le markette e le prese di posizione da kamasutra partitocratico. C'è chi non utilizza i temi, e un tema importante quale quello della tutela ambientale, in maniera meramente strumentale. C'è chi rischia quotidianamente l'impopolarità per non essere antipopolare. C'è chi non vuole rassegnarsi al "purché se ne parli". No, il "purché se ne parli" manda il cervello al macero, nega la riflessione e serve solo ad alimentare il facimm ammuina.
La notizia è sempre la stessa da 7 anni, ma comprendo che certe voci occorre silenziarle e che certi temi, davvero scomodi, non vanno trattati, di certo non con chi vuole onorare la verità.
A futura memoria, per dirla con Leonardo Sciascia.
di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani |
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