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Candida 1984: una società interamente formata da donne |
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25/09/2022
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| Per fortuna nel calcio è caduto anche l’ultimo tabù che lo ha da sempre contraddistinto: ovvero essere riservato quasi esclusivamente agli uomini, sia in campo che dietro la scrivania.
L’idea che non potessero esserci compagini femminili è ormai superata da tempo, così come è stata smentita l’ipotesi secondo la quale le donne non potessero stare al timone delle società: se ne contano tante e anche molto brave.
Ma ci sarebbe un ultimo cliché da sfatare ed è avvenuto a Ripacandida, da dove ci arriva una bella storia di amicizia e passione sicuramente unica in Basilicata ma, probabilmente, non solo.
Parliamo del Candida 1984, club iscritto al campionato lucano di Prima categoria, la cui dirigenza, già dall’anno scorso, è a trazione interamente femminile.
La presidente è Fedelia Lettieri (foto in basso); la vice è Carla Calice; Stefania Tucciariello è la segretaria, mentre, Miriana Lettieri ed Edem Corella sono le cassiere. Marisa Nardone è invece la consigliera.
Tutte donne, lavoratrici e madri, con figli piccoli da crescere, che credono fortemente nello sport e nei suoi valori.

“Siamo amiche e non siamo da meno rispetto agli uomini anzi, forse, facciamo di più - ci spiega la presidente - lo sono più addentrata in questo mondo poiché, essendo figlia del mister, sono cresciuta sui campi da gioco. Dato che Ripacandida non aveva più una squadra di calcio, ho voluto impegnarmi in prima persona ma non potevo certo farlo da sola, ed allora ho chiesto alle mie amiche di aiutarmi. Devo dire che, all’inizio, erano un po’ titubanti ma ora ne sono entusiaste e seguono i ragazzi anche più di me, tanto che le trovi sempre al campo sportivo”.
La squadra, allenata appunto da Antonio Lettieri, è inserita nel girone A e, all’esordio, ha ottenuto un buon pareggio sul campo del Moving on the green. Nell’anticipo di ieri pomeriggio, valido per la seconda giornata, i biancoverdi sono stati sconfitti al “San Donatello” dal Possidente per 2-4.
“Lo scorso anno abbiamo disputato un grande campionato di Seconda categoria, chiuso al terzo posto, cui è seguito il ripescaggio. Nel girone d’andata avevamo avuto un cammino eccezionale, vincendole tutte. Nel ritorno c’è stato qualche problemino, ma siamo andati bene ugualmente. I giocatori sono davvero bravi e noi li trattiamo come fossimo le loro madri ma, se serve, ci facciamo sentire”.
Condurre una squadra di calcio, e conciliare una simile incombenza con gli impegni della vita, non è certo semplice anche perché, notoriamente, le donne sono il pilastro di ogni famiglia. Ma le sei dirigenti se la cavano benissimo ed a sentire la presidente si ha la percezione di un approccio molto più spontaneo e leggero rispetto agli uomini, tanto che traspare anche il suo divertimento nel ricoprire questo ruolo: ed è assolutamente giusto sia così in quanto, giova ricordalo, si parla di un gioco. Probabilmente, le donne sanno coglierne meglio l’essenza.
“Siamo tutte madri e lavoratrici - prosegue Fedelia - ma, nonostante questo, troviamo il tempo per gestire la società: ci occupiamo di tutto, dagli aspetti amministrativi e burocratici alle pulizie. Non sappiamo solo tracciare le linee del rettangolo di gioco, non ce lo lasciano fare altrimenti impareremmo anche questo. Lo scorso anno avevamo anche la scuola calcio che, adesso, abbiamo dato in gestione, ma siamo sempre attente per cercare di migliorare sotto ogni punto di vista. Abbiamo un solo limite, quello dello spogliatoio nel quale non entriamo. Il periodo è difficile per tutti, anche noi siamo alla ricerca di sponsor ma ci si deve arrangiare come si può e noi siamo pronte a farlo”.
Ma poi ci sono anche i risultati perché contano anche quelli e, dopo la grande passata stagione, la società guarda con fiducia anche a questo torneo di Prima Categoria in cui non si faranno sconti a nessuno, nemmeno al papà allenatore.
“Siamo stati ripescati all’ultimo momento, ma anche quest’anno l’obiettivo è fare bene. Ci fidiamo del nostro staff tecnico però anche nei confronti del mister qualche rimprovero può capitare, anche perché bisogna tenerlo tranquillo. Siamo belle agguerrite”, conclude la presidente ridendo.
Gianfranco Aurilio
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