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Potenza Calcio,patron Caiata chiede aiuti alle istituzioni locali |
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2/05/2020
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| Il patron del Potenza, Salvatore Caiata, ha chiesto aiuto alle istituzioni locali per sostenere i costi in vista della prossima stagione: "Stiamo attraversando un mare in tempesta, tanti sono scesi ma noi siamo qua e vogliamo ribadire il nostro amore per questa maglia. Non siamo qui per dire che scendiamo dalla nave e ce ne andiamo ma siamo qui per chiedere a tanti altri di salire, a partire dal Sindaco e dalla Regione perché a me piacerebbe, l'anno prossimo vedere scritto Potenza Città davanti alla maglia come sponsor e Regione Basilicata dietro. Apprezzeremo l'aiuto di chiunque, anche dai nostri tifosi per quel poco che ci potranno dire. Dobbiamo ripartire dalla nostra comunità. Non importa se giocheremo in B, in Elite o in Serie C perché noi saremo sempre il Potenza e non contano i giocatori ma la maglia, a prescindere da chi la indossa. Se riusciamo a giocare il prossimo campionato con questo spirito, senza soldi ma con senso di appartenenza, noi vinceremo il campionato più bello del Potenza. L'anno prossimo a costo di giocare con la Berretti , saremo ai nastri di partenza con la dignità tipica dei lucani. Siamo orgogliosi del nostro fare, non del nostro avere. Il Pontedera da anni fa bene con quello che ha". Caiata critica l'atteggiamento del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: "Sono sorpreso dal suo atteggiamento populista, è evidente che non veda di buon occhio il calcio ma mi auguro che capisca che la Serie C non è la Serie A, il nostro è un calcio in perdita e ha bisogno di aiuto". Chiosa finale dedicata al tecnico Raffaele: "Resta con noi, ha un contratto di tre anni con noi e c'è totale condivisione di visione. Poi è chiaro che non sarà il Potenza a tarpare le ali di mister Raffaele, di fronte a richieste di categorie superiori, se il mister ci dovesse chiedere di non perdere occasioni importante non saremo noi ad opporci".
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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