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Pronto soccorso in perenne sofferenza, indagine Nursing Up su strutture Calabria, Campania e Sicilia |
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4/07/2024 | I Pronto soccorso italiani, in perenne sofferenza, si confermano il grande anello debole del nostro Servizio sanitario nazionale. Lo conferma un’indagine del sindacato degli infermieri Nursing up su tre strutture particolarmente disagiate del Paese, tutte a Sud – ospedale San Leonardo di Castellammare (Na), ospedale di Rossano (Cs) e Policlinico di Messina – che attesta, oltre alle attese bibliche per i pazienti, situazioni intollerabili per gli infermieri: turni anche di 16-17 ore per coprire l’assenza dei colleghi e compensare quella degli operatori socio sanitari, con una drammatica esplosione di casi di demansionamento. A ciò si aggiungono le aggressioni al personale.
Di seguito il comunicato:
I Pronto Soccorsi italiani continuano a essere sovraffollati e in perenne sofferenza e si confermano il grande anello debole del nostro Servizio sanitario nazionale.
Da anni, il nostro Sindacato, racconta, con mirate denunce frutto di accurate indagini, la situazione letteralmente drammatica delle aree di emergenza-urgenza degli ospedali da Nord a Sud, che si acuisce durante i mesi estivi, con il fisiologico aumento di accessi nei pronti soccorsi.
Ed ecco allora che i nostri pronto soccorsi, che in alcuni casi si trasformano in vere e proprie polveriere, diventano così lo specchio fedele dei disagi e dei disservizi delle nostre aziende sanitarie, realtà di lavoro quotidiana di professionisti sempre più stanchi e logorati, costretti, più che mai nel periodo estivo, a turni massacranti che non fanno certo il paio con quella valorizzazione economica da anni ferma al palo.
Nel caso degli infermieri dei pronto soccorsi, poi, siamo di fronte a situazioni intollerabili: turni anche di 16-17 ore per coprire l’assenza dei colleghi e compensare quella degli Oss, con una drammatica esplosione di casi di demansionamento.
Ed ecco che, giorno dopo giorno, aumentano le richieste di trasferimento, proprio per quelle condizioni di lavoro inaccettabili, fomentate da aggressioni e violenze, che in Italia, in particolar modo in estate, sfiorano i 4-5 casi a settimana, con al primo posto proprio le aree di emergenza-urgenza e con gli infermieri sempre più vittime sacrificali.
E’ questo il quadro a tinte fosche dei pronto soccorsi italiani.
Facendo un passo indietro, le indagini ci rivelano che i problemi non sono certo nati ieri, con i nostri pronto soccorsi che nel 2023 hanno fatto registrare 18,27 milioni di accessi: di questi, però, oltre 1 su 5 - il 22%, pari a circa 4 milioni - considerabili impropri ed evitabili, in quanto sono risultati codici bianchi o verdi, palese evidenza di una preoccupante inefficienza, quella della sanità di prossimità, che dovrebbe permettere di snellire i casi meno gravi.
In estate l’aumento del 20/30% di afflusso di pazienti nei pronto soccorsi, in particolare nelle zone turistiche, è una percentuale più che normale: sono però i nostri ospedali ad essere impreparati ad affrontare tale surplus di accessi, con la media dei tempi di attesa per i cittadini che si innalza pericolosamente, tra le 4 e le 5 ore per soggetto, fino ad un picco di 8 ore e mezza fatto registrare nei casi peggiori già quest’anno.
Nursing Up, dopo un accurato lavoro di indagini durato alcune settimane, lavorando di concerto con i nostri referenti regionali, è in grado di raccontarvi quali sono in questo momento le realtà più critiche.
CAMPANIA, PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE SAN LEONARDO DI CASTELLAMMARE.
Condizione già critica prima del Covid, a causa della chiusura di pronti soccorsi limitrofi mai riaperti, quali Scafati, Boscotrecase e Torre Annunziata.
Questo ha creato, per il pronto intervento dell’ospedale di Castellammare di Stabia, secondo le nostre indagini ora ai primi posti per disagi e inefficienze, una situazione pari a quella di una bomba a orologeria, con un bacino di utenza che, da quello della popolazione dell’area costiera, si è allargato da alcuni anni anche al territorio vesuviano e alla confinante provincia di Salerno.
Un pronto soccorso, quello del San Leonardo, in perenne sofferenza, con un numero di pazienti abnorme, ma dove, la maggior parte dei casi, non gravi, sarebbero tranquillamente gestibili al di fuori dell’ospedale, se non fosse per una sanità di prossimità sostanzialmente assente.
Organici ridotti ai minimi termini, con al primo posto una voragine di infermieri che in estate si acuisce a dismisura.
L’assenza, degli Oss, poi, diventa un ulteriore macigno sulle spalle dei professionisti dell’assistenza. I nostri referenti ci raccontano di un personale demotivato e stanco.
E poi ci sono le aggressioni, quelle che non mancano mai, in particolare negli orari notturni, con gli infermieri che non andrebbero certo lasciati soli e che invece finiscono troppo spesso alla mercé di soggetti poco raccomandabili, con cui basta una scintilla per accendere la miccia della rabbia e della violenza. Nonostante questa situazione, il lavoro dei professionisti dell’assistenza, in condizioni davvero difficili, è ancor di più encomiabile.
La presenza di un presidio fisso di pubblica sicurezza? Ci raccontano incredibilmente che c’è, esiste, ma è pericolosamente vuoto, con un solo agente che si alterna con i colleghi solo per qualche ora al giorno, dal lunedì al venerdì e nelle ore diurne, perché il personale di polizia, ci dicono, è chiamato, suo malgrado, a dover coprire anche altre esigenze del territorio.
Non è finita qui, perché ci viene segnalato che ci sarebbero 35 infermieri adibiti da tempo a competenze amministrative, che secondo i nostri referenti e le richieste espresse più volte alla direzione sanitaria, almeno in estate potrebbero e dovrebbero rientrare negli organici per supportare le assenze dei colleghi in ferie. Tutto questo puntualmente viene disatteso.
CALABRIA, PRONTO SOCCORSO DI ROSSANO. Anche qui organici ridotti all’osso. Ci viene detto che senza i sacrifici degli infermieri del pronto soccorso, chiamati a garantire ore ed ore di lavoro straordinario, non sarebbe possibile coprire l’assenza dei colleghi.
La situazione critica, però, oltre ai turni massacranti, ai tempi biblici di attesa dei pazienti, e naturalmente della cronica carenza di infermieri ed Oss, oltre alle aggressioni sempre più frequenti, si infarcisce anche di ulteriori problematiche.
E’ stato, da tempo, chiuso un accordo, nell’ambito della contrattazione regionale, per portare una già risibile indennità mensile, oggi del valore di 40 euro, sino a 72 euro lordi. Fin ora, però incredibilmente, tale cifra non è mai stata erogata.
Decine e decine, da mesi, sono le inevitabili richieste di trasferimento in altri reparti. E’ in atto una vera e propria fuga da parte dei professionisti dal pronto soccorso.
SICILIA, PRONTO SOCCORSO DEL POLICLINICO DI MESSINA.
Il Policlinico di Messina è uno dei più grandi ospedali del Meridione, e serve un bacino d’utenza molto vasto tra Sicilia e Calabria.
Ma siamo di fronte ad una struttura vetusta, che da tempo attende un indispensabile restyling.
Il Pronto Soccorso si trova, ad oggi, infatti nel Padiglione C, e da ben 4 anni si attende il trasferimento nel padiglione E.
Insomma, un cantiere eternamente aperto, con lavori mai conclusi: la perfetta dimostrazione dei disagi che regnano sovrani.
Almeno 60 infermieri del policlinico di Messina, ci viene riferito, non sarebbero attualmente in servizio per vari motivi legati a infortuni, legge 388, gravidanza, quiescenza, e altri 53 professionisti, divenuti coordinatori, non sono mai stati sostituiti come personale addetto all’assistenza diretta.
Siamo di fronte ad una gravissima e cronica carenza infermieristica e di operatori sociosanitari che sta minando nel profondo, secondo i nostri referenti, la regolare attività assistenziale.
Ai primi posti, nell’ordine della gravità di una crisi che si acuisce di giorno in giorno, c’è naturalmente il pronto soccorso. A seguire la situazione pesa come un macigno anche su altri reparti, quali Rianimazione, Malattie infettive, Neurochirurgia, Ematologia, Medicina interna e d’urgenza, Neonatologia, Ortopedia, Cardiologia, Epatologia, Chirurgia Toracica e Ostetricia. In parole povere regna il caos organizzativo. |
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NEWS BREVI
1/12/2021 - Ultimo lotto Bradanica, domani alle 11.30 l’apertura al traffico | Come annunciato nei giorni scorsi verrà aperto domani, 2 dicembre, l’ultimo lotto “La Martella” della strada Statale “Bradanica”.
L’apertura al traffico è in programma alle ore 11.30 al km 135 lato La Martella.
Sarà presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Donatella Merra. |
| 28/11/2021 - Poste Italiane: estesi orari apertura di tre uffici postali lucani | Poste Italiane comunica che a partire lunedì 29 novembre, gli Uffici Postali di Matera 5, Melfi e Moliterno saranno interessati da un potenziamento degli orari di apertura al pubblico.
In particolare, gli uffici postali di Melfi e Moliterno (PZ) saranno aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:20 – 19:05, il sabato dalle ore 8:20 alle 12:35. Matera 5 osserverà l’orario di apertura su 6 giorni lavorativi. Lun/ven 08:20 – 13:45, sabato 08:20 – 12:45.
Questi interventi confermano la vicinanza di Poste Italiane al territorio e alle sue comunità e la volontà di continuare a garantire un sostegno concreto all’intero territorio nazionale. Anche durante la pandemia, infatti, Poste Italiane ha assicurato con continuità l’erogazione dei servizi essenziali per andare incontro alle esigenze della clientela, tutelando sempre la salute dei propri lavoratori e dei cittadini.
L’Azienda coglie l’occasione per rinnovare l’invito ai cittadini a recarsi negli Uffici Postali nel rispetto delle norme sanitarie e di distanziamento vigenti, utilizzando, quando possibile, gli oltre 8.000 ATM Postamat disponibili su tutto il territorio nazionale e i canali di accesso da remoto ai servizi come le App “Ufficio Postale”, “BancoPosta”, “Postepay” e il sito www.poste.it.
| 15/11/2021 - Obbligo di catene o pneumatici da neve | E’ stata emessa questa mattina e trasmessa alla Prefettura ed a tutte le Forze dell’ordine, l’ordinanza firmata dal Dirigente dell’Ufficio Viabilità e Trasporti della Provincia, l’ing. Antonio Mancusi, con la quale si fa obbligo:“A tutti i conducenti di veicoli a motore, che dal 01 Dicembre 2021 fino al 31 Marzo 2022 transitano sulla rete viaria di competenza di questa Provincia di Potenza, di essere muniti di pneumatici invernali (da neve) conformi alle disposizioni della direttiva comunitaria 92/33 CEE recepita dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 30/03/1994 e s.m.i. o a quelle dei Regolamenti in materia, ovvero di avere a bordo catene o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, sui veicoli sopraindicati.
Tale obbligo ha validità, anche al di fuori del pericolo previsto in concomitanza al verificarsi di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio”. |
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