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La voce della Politica
Eppur si muove: la Basilicata prova a far decollare la Pista Mattei |
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25/07/2025 | C’è una pista nel cuore del Metapontino che da oltre sessant’anni promette di collegare la Basilicata al resto del Paese. Si chiama Pista Mattei, intitolata a Enrico Mattei, il visionario fondatore dell’ENI che la volle lì, a Pisticci Scalo, come simbolo di un Sud che non doveva restare ai margini. Era un’opera nata per servire l’industria pesante della Val Basento, ma con l’ambizione di far uscire questa terra dall’isolamento.
Oggi la Basilicata è l’unica regione d’Italia (assieme al Molise) senza un aeroporto funzionante. Un fatto che non è solo un difetto infrastrutturale: è un marchio di marginalità che penalizza cittadini, turisti, imprese agricole e industriali. Significa meno competitività, meno lavoro, più spopolamento. È un ostacolo simbolico e concreto alla possibilità di costruire un futuro diverso.
Per anni la Pista Mattei è stata evocata nei discorsi politici e dimenticata nei fatti. È servita a inaugurare campagne elettorali, a riempire i programmi con progetti mai decollati. Finché la discussione si è spenta, lasciando dietro di sé solo il rumore del vento sulla pista deserta e le sterpaglie ai bordi.
Ma negli ultimi mesi qualcosa si è mosso. Eppur si muove.
Non è uno slogan di marketing istituzionale. È un fatto. La pista è tornata al centro dell’attenzione politica e pubblica non grazie a un’improvvisa illuminazione dei vertici, ma perché sindaci, imprenditori, cittadini, tecnici e persino il parroco del paese hanno costretto tutti a riaprire gli occhi. Hanno detto chiaramente che questa infrastruttura non è un lusso o un capriccio localistico, ma un’opportunità strategica, un diritto negato troppo a lungo.
Oggi la Regione parla di cronoprogrammi e cantieri aperti. I lavori di adeguamento sono già all’85% di completamento. Si discutono modelli di gestione, integrazione nella rete nazionale ENAC e possibilità di finanziamenti aggiuntivi. È un dibattito più concreto e maturo che in passato.
Ma se è vero che “eppur si muove”, non significa che il traguardo sia vicino o scontato. Costruire un Aeroporto della Basilicata degno di questo nome richiede ancora chiarezza progettuale, trasparenza amministrativa, impegno politico trasversale, ascolto delle comunità locali e un vero spirito di cooperazione istituzionale.
È un banco di prova per la classe dirigente e per la società civile lucana. Per dimostrare che si può uscire dal provincialismo sterile, dalla rassegnazione e dai campanilismi, e dare finalmente forma a un’idea di sviluppo inclusivo, moderno e sostenibile.
La sfida non è solo dotare la Basilicata di un’infrastruttura in più. È garantirle il diritto alla mobilità, renderla competitiva, fermare lo spopolamento, dare ai giovani una ragione per restare o tornare. In fondo, trasformare la Pista Mattei in un vero aeroporto non è solo un atto tecnico: è un atto di giustizia territoriale.
La Pista Mattei, un’infrastruttura che torna al centro: dal sogno di Mattei a un progetto interregionale
La Pista Mattei di Pisticci Scalo è molto più di una semplice aviosuperficie di provincia. È una testimonianza concreta della visione industriale di Enrico Mattei, che nei primi anni Sessanta la volle realizzare per connettere la Val Basento, cuore della chimica di Stato, con il resto del Paese e dell’Europa. Oggi, pur cambiato il contesto economico, quella posizione strategica resta immutata: baricentrica tra Basilicata, Puglia e Calabria, al centro di un’area produttiva che fatica però a competere sui mercati nazionali e internazionali proprio per i suoi limiti logistici.
Negli anni, attorno alla Pista Mattei si sono stratificate promesse elettorali, progetti incompleti e studi di fattibilità lasciati nei cassetti. Ma la sua importanza non è mai davvero scomparsa. Oggi, in un Mezzogiorno che cerca un modello di sviluppo più policentrico e integrato, la trasformazione dell’aviosuperficie in aeroporto di aviazione generale torna ad affermarsi come una priorità strategica.
L’area del Metapontino, fertile e vocata all’agroindustria di qualità, necessita di collegamenti rapidi con i mercati di sbocco, specie per i prodotti freschi e deperibili. Lo ha sottolineato bene il consigliere regionale di Azione, Nicola Morea, durante un incontro dedicato al rilancio della struttura: la pista può diventare “un asset logistico fondamentale” per il comparto ortofrutticolo e agroalimentare, riducendo tempi e costi rispetto alla sola gomma e garantendo competitività alle imprese locali.
Ma il valore della Pista Mattei non si esaurisce nella logistica agricola. La sua posizione baricentrica ne fa un potenziale nodo intermodale al servizio non solo del Metapontino e della Val Basento, ma anche della costa ionica calabrese e dell’arco jonico pugliese. In quest’ottica, il suo potenziamento si collegherebbe con altre infrastrutture in fase di programmazione, come la nuova Statale 106 Sibari-Roseto, contribuendo a creare una dorsale jonica più accessibile ed efficiente.
Per questo motivo la discussione non può più ridursi a una visione localistica. Trasformare la Pista Mattei significa costruire un punto di connessione interregionale, capace di generare ricadute sul turismo culturale (con Matera come attrattore d’eccezione), sul turismo balneare, sul traffico business e persino sulla logistica di medio raggio.
Non a caso anche il consigliere regionale Piero Marrese ha più volte ribadito come la collocazione naturale dell’aeroporto della Basilicata sia proprio l’area di Pisticci Scalo, evidenziandone la funzione di snodo baricentrico per il tessuto imprenditoriale e turistico dell’intera regione.
A rafforzare questa visione è intervenuta anche la società civile. Una delle voci più autorevoli a riaccendere l’attenzione sul tema è stata quella del giornalista Giuseppe Mazzei, già vicedirettore del TG1 e capo del servizio politico al TG2. La sua petizione pubblica (qui il link) ha rilanciato la richiesta di trasformare l’aviosuperficie in aeroporto, ma soprattutto ha riportato il tema all’attenzione nazionale, restituendogli dignità istituzionale e mediatica. Non si è trattato solo di raccogliere firme: Mazzei ha contribuito a trasformare una questione locale in un vero tema strategico per la Basilicata e il Mezzogiorno, stimolando discussione politica, mozioni consiliari e confronti pubblici.
Quello che emerge oggi, anche grazie ad un recente dibattito svoltosi nei giorni scorsi che ha coinvolto il sindaco di Pisticci e i suoi omologhi del metapontino, è che la Pista Mattei non è più vista solo come un’incompiuta o come un’occasione mancata del passato. È tornata a essere al centro di una riflessione più ampia sulla giustizia territoriale e sulla necessità di colmare un gap infrastrutturale che incide sui diritti di mobilità e sulle opportunità di sviluppo.
Tuttavia, il piano regionale di attuazione attualmente in corso prevede di fermarsi a una lunghezza di 1.500, massimo 1.600 metri: una misura che, sebbene utile per completare i lavori in corso, risulterebbe insufficiente per rendere l’aeroporto competitivo rispetto a scali simili, come quello di Pontecagnano (Salerno), dotato di una pista da 2.200 metri. Il completamento dell’allungamento a 2.200 metri resta dunque una condizione essenziale per garantire alla Basilicata un’infrastruttura pienamente funzionale e all’altezza delle sue reali necessità logistiche, turistiche e produttive.
Tutto ciò, fa ben comprendere che non si tratta soltanto di costruire un hub aeroportuale a livello regionale, ma di offrire una vera e propria porta di accesso adeguata al territorio lucano e per l’intera dorsale ionica. Significa facilitare il turismo culturale e balneare, dare slancio al business congressuale, sostenere l’export agroalimentare e migliorare la qualità della vita di chi oggi deve spostarsi per ore su gomma per prendere un volo.
In questa nuova stagione di attenzione si inseriscono anche gli incontri pubblici che stanno coinvolgendo consiglieri regionali, amministratori locali, imprenditori, consorzi industriali e cittadini. Si discute di governance, di modelli di gestione sostenibile, di cronoprogrammi realistici, di inserimento nei piani nazionali.
Dopo anni di immobilismo e false partenze, la sensazione è che questa volta la Basilicata voglia davvero fare sul serio. Ecco perché, pur tra mille difficoltà, ritardi e divergenze, “eppur si muove”.
Dall’inerzia ai primi passi concreti: una responsabilità collettiva per far volare la Basilicata
Se oggi la Pista Mattei di Pisticci è di nuovo al centro dell’attenzione non è per caso. È il frutto di un intreccio di stimoli e sollecitazioni arrivati da più parti: istituzioni regionali e locali, imprenditori del comparto agroindustriale, tecnici e ingegneri che da anni studiano il progetto, semplici cittadini e sindaci dei Comuni del Metapontino, e persino figure simboliche come Don Giuseppe Ditolve, il parroco di Pisticci Scalo che ha lanciato un appello vibrante alla politica e alla comunità.
La sua voce, lontana dai riflettori della politica regionale, ha ricordato con parole nette che la Pista Mattei è una “opportunità ineludibile per lo sviluppo socio-economico della Basilicata”, e che occuparsene solo con slogan da campagna elettorale sarebbe un errore imperdonabile. In un momento in cui lo spopolamento erode i paesi dell’entroterra e la desertificazione industriale svuota intere aree produttive, il tema della mobilità e delle connessioni diventa anche un tema di giustizia sociale.
Un aeroporto – spiegano i tecnici – non è solo un’infrastruttura: è un presidio contro la marginalità. Significa rendere la regione più accessibile, facilitare il ritorno di chi è andato via, attrarre investimenti, dare prospettive di lavoro diretto e indotto, potenziare il turismo in bassa stagione e sostenere l’export agricolo. È un investimento sul diritto alla mobilità, sancito dall’articolo 16 della Costituzione, che spesso resta solo sulla carta per le regioni interne del Mezzogiorno.
Negli ultimi mesi, questo discorso si è fatto più concreto.
L’85% dei lavori di adeguamento della pista è stato completato, come ha ricordato Antonio Di Sanza, amministratore unico del Consorzio Industriale di Matera.
Il Comune di Pisticci ha rilasciato il permesso a costruire per la trasformazione in aeroporto di aviazione generale, confermando un primo atto amministrativo concreto.
L’assessore regionale alle Infrastrutture Pasquale Pepe ha spiegato che i lavori, avviati solo a luglio 2024 nonostante un finanziamento CIPE fermo dal 2015, si dovrebbero concludere entro la fine dell’anno corrente.
Non solo. Pepe ha chiarito che l’obiettivo è l’inserimento dell’infrastruttura in una rete di aeroporti di aviazione generale di supporto a quella principale, come richiesto formalmente dalla Regione all’ENAC già nel 2022. Significa non immaginare uno scalo in competizione con Bari o Napoli, ma un’infrastruttura minore ma fondamentale per garantire accessibilità e radicamento territoriale.
Questo approccio più realistico è importante. Per anni il dibattito è stato viziato da visioni irrealistiche o da promesse elettorali generiche. Oggi si parla di un aeroporto “di servizio”, a vocazione interregionale, con voli di linea e charter su rotte nazionali e internazionali a corto raggio, in grado di rispondere alla domanda effettiva del territorio e di supportare la crescita economica senza impattare in modo insostenibile.
A rendere più forte la spinta verso la realizzazione c’è anche la mobilitazione di consiglieri regionali di diversi schieramenti. Piero Marrese, capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Democratica, ha più volte ricordato di aver presentato nell’ottobre 2024 una mozione in Consiglio regionale che impegnava la Giunta al rispetto di un cronoprogramma serio e concreto per la trasformazione dell’aviosuperficie.
Nella sua visione, la pista Mattei non è un tema da relegare a promesse elettorali, ma un’infrastruttura da completare con rigore, come leva di crescita non solo per il turismo, ma per l’export, la logistica agroalimentare e l’occupazione locale. Un’infrastruttura che – ricorda il consigliere – avrebbe ricadute dirette sulle imprese agricole del Metapontino e sulle aziende industriali della Val Basento, e che darebbe forza anche alla Zona Economica Speciale (ZES) prevista per l’area.
Non mancano, però, alcune difficoltà. Degli esperti hanno sottolineato la mancata trasmissione delle osservazioni al Piano Nazionale Aeroporti 2022 entro i termini fissati dall’ENAC, l’esclusione dell’aviosuperficie dalla programmazione strategica fino al 2035, la cancellazione dei fondi destinati alla caratterizzazione ambientale dell’area.
Ma oggi il dibattito è cambiato. Non si limita più a denunciare errori o ad attribuire colpe. Si sta parlando – con incontri pubblici e tavoli di lavoro – di governance, di modelli di gestione sostenibile, di finanziamenti aggiuntivi e di coinvolgimento delle imprese locali per garantire un piano realistico.
Emblematica in questo senso è la discussione sull’individuazione di un gestore qualificato e in possesso di licenza di trasporto aereo: un passaggio cruciale per evitare che l’aeroporto, una volta adeguato, resti inutilizzato per mancanza di un operatore serio. Anche su questo punto l’assessore Pepe ha detto di essere al lavoro insieme al Presidente della Regione e alla Giunta, segnalando che la partita si gioca non solo sul cantiere ma sulla futura sostenibilità gestionale.
Questa complessità, se ben gestita, può diventare un punto di forza. Significa che la Basilicata non si accontenta di inaugurazioni di facciata o di tagli di nastro a uso social, ma vuole costruire un’infrastruttura realmente funzionante, capace di rispondere a un bisogno reale di mobilità, turismo, logistica ed economia.
Perché alla fine la Pista Mattei di Pisticci Scalo è diventata un simbolo. Di ciò che la Basilicata ha perso per anni, ma anche di ciò che può guadagnare se riesce a superare divisioni politiche, inerzie burocratiche e logiche di corto respiro.
Dopo decenni di immobilismo e di false partenze, la sensazione è che questa volta ci sia una nuova consapevolezza. La consapevolezza che senza un’infrastruttura del genere, la Basilicata rischia di restare un’isola logistica nel cuore del Sud, tagliata fuori dai grandi flussi turistici e produttivi.
Ma anche la consapevolezza che la realizzazione di questo progetto non sarà un regalo calato dall’alto, ma il frutto di un lavoro collettivo: istituzioni, imprese, comunità locali e cittadini.
Ecco perché oggi possiamo dire che, dopo anni di silenzio, promesse e polemiche, “eppur si muove”. Non è ancora il decollo, ma è il primo vero passo verso una Basilicata più connessa, competitiva e capace di guardare al futuro con fiducia.
Alla fine di questo percorso, la Pista Mattei non è più solo una striscia d’asfalto in mezzo alle campagne di Pisticci. È diventata il simbolo di una scelta che la Basilicata deve compiere: restare inchiodata a una marginalità infrastrutturale che la isola e la spopola, oppure costruire con coraggio una rete di connessioni che la renda finalmente protagonista.
Per decenni, intorno a questa infrastruttura si è parlato molto e fatto poco. Si sono susseguiti finanziamenti promessi e mai spesi, studi di fattibilità accantonati, dichiarazioni altisonanti e imbarazzanti silenzi. Errori e omissioni hanno tenuto questa regione fuori dal Piano Nazionale Aeroporti fino al 2035, lasciandola ultima in Italia per accessibilità aerea.
Eppure, oggi qualcosa è cambiato. Perché la spinta non è più calata dall’alto ma è venuta dal basso. Dalle imprese agricole che hanno bisogno di mercati più vicini e meno costosi. Dai sindaci dei paesi che vedono i loro giovani partire senza tornare. Dai tecnici che da anni producono studi, dati, progetti. Dai cittadini che hanno capito che mobilità significa diritti e opportunità. E sì, persino da un parroco di provincia che ha avuto il coraggio di parlare di “occasione ineludibile” e di denunciare la “desertificazione” come un male sociale e morale.
È grazie a questa pressione diffusa se la politica regionale ha dovuto riaprire il dossier e mettere mano a un cronoprogramma. Se oggi si parla di lavori al 85%, di permessi a costruire rilasciati, di gestori da individuare, di connessione alla rete ENAC. Non è ancora la meta, ma è un primo vero passo.
Non sarà semplice. Servono risorse, regole chiare, una governance trasparente, il coraggio di evitare clientele e improvvisazioni. Bisogna ammettere che trasformare la Pista Mattei in un vero Aeroporto della Basilicata non significa creare un nuovo elefante bianco, ma costruire un’infrastruttura realistica, integrata, sostenibile, utile al turismo, all’industria, alla logistica agroalimentare e alla vita dei cittadini.
In questo senso, il progetto non è solo un tema per tecnici o politici. È un test di maturità collettiva. Per capire se la Basilicata è pronta a superare la cultura della lamentela sterile e della promessa elettorale non mantenuta, per abbracciare la concretezza, la cooperazione e il futuro.
La Pista Mattei non è solo una pista. È un orizzonte. Un’opportunità di riscatto, un atto di giustizia verso una terra che ha pagato troppo l’isolamento.
Dopo tanti anni di immobilismo e false partenze, oggi possiamo dire che sì, “eppur si muove”. Sta a tutti – istituzioni, imprese, cittadini – fare in modo che stavolta non si fermi più.
di di Donatello D’Andrea |
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