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Lavello, premio Torre ardente 2015 a due imprenditrici della salute

9/09/2015

All’interno del fenomeno delle imprese in rosa - la Basilicata, a giugno 2015, si colloca al terzo posto a livello nazionale per tasso di femminilizzazione imprenditoriale – c’è una specificità che riguarda la cura per la salute e la persona: risulta primo il settore servizi alla persona, seguito da servizi di assistenza sociale residenziale (40%) e da sanità e assistenza sociale non residenziale (38%). A livello nazionale sono poco meno di 15mila su un totale di 35mila le imprese con donne alla guida che gravitano nel comparto sanità-assistenza sociale e che segnano con un più 3,6% il maggiore dinamismo di crescita dell’imprenditoria femminile.
E’ questo il significato più autentico del conferimento a Lavello del Premio Torre Ardente 2015, da parte della Fondazione Opera Sant’Anna onlus, alle titolari di Fisioelle Lavello. Il Premio - la Torre Ardente, simbolo di Lavello, richiama un episodio leggendario secondo cui i giovani lavellesi si opposero alla conquista degli Angioini e si rinchiusero in una torre, estremo baluardo di difesa, che alcuni studiosi identificano con la struttura adiacente all’attuale Palazzo di Città – è stato consegnato dal Presidente della Fondazione dott. Gennaro Di Noia ad Antonia Losacco e Katiana Di Marco. Due generazioni di donne, madre-titolare (Antonia Losacco) e figlia-responsabile organizzazione servizi, personale (Katiana Di Marco), che rappresentano direttamente l’impegno imprenditoriale al femminile, oltre al personale dipendente composto interamente da donne tutte specializzate per le proprie mansioni. Nella loro mission è racchiuso l'incontro fra arte e scienza: l'arte nel vedere con le mani e la scienza nel tracciare il loro percorso, per donare al corpo il giusto equilibrio, in un benefico processo di rigenerazione. Da oltre 30 anni di esperienza a servizio del paziente e delle sue esigenze, il centro opera per offrire la migliore risposta a chi vuole migliorare la propria salute e la qualità della vita in modo naturale e con tecniche non invasive. Il rapporto operatore-paziente è un valore imprescindibile per assicurare la giusta riuscita dei trattamenti, in un clima di reciproca fiducia basato sull'ascolto e sulla continuità terapeutica.
Tutto ciò tenuto conto che essere donna e scegliere una vita alla guida di un’impresa molto spesso è ancora “un’impresa”, ma sempre più donne ci credono e riescono a realizzare il loro sogno. A dispetto di una burocrazia giudicata troppo pesante, di un rapporto problematico con il credito, di pregiudizi e scetticismo ancora diffusi. Il segreto del successo? La convinzione di potercela fare, il forte desiderio di autonomia, l’attitudine ad andare incontro al cliente e accettare le sfide del mercato. C’è uno stile differente che emerge ed avanza ma che ancora non è un “modello”. L’identikit dell’imprenditrice è quello di una donna in cui persistono elementi contraddittori che però riescono a coesistere. La donna imprenditrice è ad un tempo convenzionale e statica ma anche innovativa e dinamica, tradizionale e conservatrice ma anche moderna ed esploratrice. Insomma, rispetto alle sue aspettative, esprime l’ambivalenza di chi si raffigura un po’ sospesa tra sogno e realtà.
Per le imprenditrici il successo è costituito da un mix di caratteristiche personali, la principale delle quali è capacità di assumersi responsabilità. Lo stile diverso nella gestione dell’impresa emerge soprattutto nel rapporto con i collaboratori. Nelle imprese femminili si delega più a donne di quanto non avvenga nelle imprese non femminili anche se, in assoluto, la delega delle funzioni va ancora prevalentemente ai collaboratori maschi.
E chi sa che prima o poi diventi possibile realizzare il sogno del Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin: un ospedale a misura delle esigenze delle donna, capace di coprire a 360 gradi l'assistenza 'al femminile', dalla bambina all'anziana. "Ho sempre avuto – sono parole del Ministro - il sogno dell'ospedale della donna in ogni territorio, non tanto un luogo fisico quanto una rete che dia la possibilità alle donne di qualsiasi fascia d'età di avere il massimo delle cure e dell'eccellenza: dalla prevenzione oncologica a tutto il percorso nascita, ai problemi dell'anziana come l'osteoporosi”.
Antonia e Katiana, nel loro “piccolo”, lo stanno facendo insieme all’equipe tutta al femminile della struttura di Lavello.



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