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A Grumento Nova successo per 'Giocasta ed Edipo' |
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21/08/2015 | Una trama ben congeniata, una sinossi resa strutturalmente concreta grazie al lavoro del regista Stefano Mollica. All’anfiteatro romano di Grumento Nova giovedì sera è andata in scena la rappresentazione teatrale Giocasta ed Edipo nell’ambito del Festival dei Teatri di Pietra 2015 promossa dall’Associazione Pa.Ga. Scenamediterraneo Potenza, dalla Regione Basilicata, dai comuni di Tito, Venosa, Miglionico e Grumento Nova, dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici e Culturali della Basilicata, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Cnr che ha offerto prima dello spettacolo un buffet con piatti tipici della cucina lucana, come i peperoni, il canestrato di Moliterno e il salame. Protagonista della serata Caterina Vertova donna libera mentalmente e supportata dalla figura di Edoardo Siravo. Giocasta è una donna che vive senza particolari contraddizioni la sua esistenza, legata ad un solido e mai sopito amore verso il mondo che la circonda. E Caterina Vertova interpreta alla lettera la parte creando tanta animazione. Edipo invece cerca di portare la protagonista a miti consigli, e nel frattempo anche Renato Campese, che interpreta Tiresia personaggio ironico e sarcastico fa capire che il vento prima o poi cambierà cercando di convincere Giocasta ad un atteggiamento più misurato. La scenografia è semplice, le scene sono lente ma appassionanti figlie del lavoro del regista Stefano Mollica che da ad Edipo una dimensione diversa, figlia della paura e dello smarrimento che ha subito. E d’incanto anche Antigone ed il giovane Edipo interpretati brillantemente da Valentina Enea e Cesare Biondolillo fanno da contraltare ad una trame leggera, inedita e suggestiva. La Vertova grazie ad una recitazione briosa, sobria e sempre sostenuta rende affascinante il ruolo di Giocasta, donna intramontabile e leggera che merita una sorte diversa e al tempo stesso amletica. E Tiresia fa capire a tutti dove va il mondo in una direzione che i protagonisti della storia non conoscono e stentano a comprendere in tutta la propria efficacia. E nel finale la parodia messa in piedi da Stefano Mollica fa breccia sulle doti di Giocasta, donna caratterialmente forte e dinamica, casual e disincantata. Per tutti si tratta del preludio alla libertà, quella che vede negli accenti smascherati da Edipo una vera e propria condizione di vita. Al termine dello spettacolo gli applausi sono meritati e legittimi. Perché la libertà non ha prezzo neppure quella di diventare madre come nella volontà di Giocasta. |
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