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EHPA: Tricloroetilene e falde inquinante, emergenza in Basilicata

17/06/2025

Un nuovo allarme scuote la Basilicata, il torrente Tora nel territorio comunale di Tito, è risultato gravemente contaminato da tricloroetilene (trielina), un solvente industriale noto per la sua tossicità e cancerogenicità. Le analisi condotte dalla Procura hanno rilevato concentrazioni pari a 165 microgrammi per litro, oltre 100 volte superiori al limite di legge, fissato a 1,5 µg/L.
In risposta, il sindaco ha emesso tre ordinanze che vietano in modo assoluto l’uso delle acque sotterranee e dei pozzi nel SIN di Tito, il pascolo e la coltivazione in terreni adiacenti e l’utilizzo delle acque del torrente Tora su tutto il territorio comunale per scopi umani, agricoli, irrigui e zootecnici. Una misura drastica ma necessaria, che testimonia la gravità della situazione.
Questo episodio riaccende i riflettori su un disastro ambientale che si trascina da decenni: l’ex area industriale Daramic, nuovamente posta sotto sequestro dai Carabinieri del NOE su ordine del Tribunale di Potenza. Si tratta di un’area di 48 mila metri quadrati all’interno del SIN, già teatro nel 2005 della rilevazione di tricloroetilene a livelli superiori di oltre un milione di volte ai limiti consentiti.
Il sequestro è accompagnato dalla chiusura delle indagini su 13 persone, tra cui sei funzionari pubblici e sette membri del management aziendale, due dei quali residenti all’estero, oltre a due curatori fallimentari. Le ipotesi di reato sono pesantissime,. disastro ambientale aggravato, omessa bonifica e discarica abusiva.
Secondo la ricostruzione investigativa, dopo la chiusura dello stabilimento nel 2010 e una manovra finanziaria che ha sottratto fondi destinati alla bonifica, l’azienda subentrante – Step One Srl – ha operato senza alcun progetto di risanamento fino al fallimento, lasciando il sito in abbandono.
L’associazione EHPA Basilicata, da anni impegnata nella denuncia e nel monitoraggio ambientale, sottolinea come questa nuova emergenza confermi un sistema di mala gestione istituzionale e assenza di controlli efficaci. Già nel passato, il Tenente Giuseppe Di Bello aveva denunciato pubblicamente la pericolosità della contaminazione da trielina, ma le sue segnalazioni vennero ignorate. L’ultima in ordine di tempo, risale a maggio 2024.
Il presidente di EHPA, Bruno Scarabaggio, afferma:
“È sconvolgente constatare che ancora una volta tra gli indagati compaiano funzionari pubblici. Se il vigilato è complice del vigile, chi tutela davvero i cittadini? Quali sono i livelli reali di trielina nelle falde acquifere e nei corsi d’acqua? Il Presidente della Regione Basilicata e l’Assessore all’Ambiente devono fornire risposte pubbliche e chiare.”
EHPA denuncia inoltre una dinamica inquietante, che ha il sapore della manipolazione deliberate, solo pochi mesi fa le analisi davano il Tora nei limiti di legge, oggi scattano divieti assoluti. Com’è possibile? È un caso che il Tora – ora riconosciuto come contaminato – sia affluente diretto del fiume Basento, da cui recentemente si è captata acqua per uso potabile? Chi ha autorizzato quei prelievi? Su quali dati? Perché oggi i valori sono esplosi, mentre prima sembravano rientrare magicamente nella norma?
I cittadini non sono stupidi: i dati non possono cambiare a seconda delle convenienze politiche o industriali.
L’associazione ribadisce la richiesta di bonifiche immediate, controllate da enti pubblici e accertamento delle responsabilità politiche, istituzionali e amministrative.
La lista dei disastri ambientali si allunga sempre di più in Basilicata tra I tanti troviamo Itrec-Rotondella, discarica di Salandra, possibili scorie a Garaguso, diga del Pertusillo con il processo ‘petrolgate’, capannoni colmi di rifiuti industriali ecc. eppure mai una condanna! Siamo stanchi e arrabbiati, I cittadini lucani hanno diritto a verità, giustizia e tutela della salute e dell’ambiente.



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