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| Carmela Fortunato celebra l'arte del crochet: tradizione lucana in passerella |
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14/01/2025 | Reduce dal successo della versione invernale de La Luna e i Calanchi, in cui ha presentato un abito ispirato ad Aliano e a Carlo Levi, intervistata dal paesologo e regista Franco Arminio, la stilista Carmela Fortunato continua a stupire. Ha infatti svelato una splendida capsule collection dedicata all’arte del crochet, antico passatempo delle nostre nonne, a cui ha lavorato per mesi.
Chi non ricorda la mantellina della nonna nei freddi mesi invernali? Questa tradizione antica, viva anche in Lucania, affonda le radici nel crochet, nato nella penisola araba e diffusosi in Italia nel Cinquecento, soprattutto tra l’alta borghesia. Con una semplice bacchetta uncinata, le donne creavano capolavori: maglioni, mantelline, calze, sciarpe, merletti e coperte, intrecciando fili di lana e cotone.
Carmela Fortunato ripropone oggi questa tradizione con una collezione allegra e coloratissima, interamente lavorata a mano. Comprende abiti lunghi e corti, borse, cappellini, bijoux e molto altro. La stilista spiega: “Riportare in vita tecniche artigianali è per me fondamentale: sono viaggi nella creatività, ponti tra generazioni, testimonianze di amore e dedizione. Ogni capo racconta storie, ricordi e sogni.”
La capsule collection è stata presentata al Kiris Hotel, nella splendida cornice del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, nella Val d’Agri. La stilista e il suo staff sono stati accolti calorosamente dal direttore e presidente di Federalberghi Potenza, Michele Tropiano, e dal personale. Modelle lucane hanno sfilato con gli abiti da sera della collezione per celebrare il nuovo anno.
“Questa terra meravigliosa, la Basilicata, è uno scrigno di tesori nascosti da riscoprire e valorizzare”, afferma la stilista. Con il progetto La moda veste i borghi, Carmela Fortunato celebra il crochet, portandolo in passerella, mostre e shooting fotografici. “Il lavoro a uncinetto non creava solo merletti, ma generava relazioni. Oggi, nell’era della tecnologia, dobbiamo ritrovare quel bandolo della matassa che ci unisce, creando una rete fatta di emozioni e infinita bellezza.” |
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